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La Compagnia del Cigno, le critiche del Conservatorio di Padova: “Una serie inadeguata e ricca di stereotipi”

Il Conservatorio Pollini di Padova è duro contro La Compagnia del Cigno, la nuova serie tv di Raiuno ambientata in un Conservatorio, criticandone la rappresentazione della scuola e dei docenti

pubblicato 8 Gennaio 2019 aggiornato 8 Aprile 2021 19:35

Buona la prima, ma per tutti? Se dal punto di vista degli ascolti l’esordio de La Compagnia del Cigno ha convinto, con 5,8 milioni di telespettatori (24,02% di share), la nuova serie tv di Ivan Cotroneo -sceneggiatore con Monica Rametta ed anche regista- ha trovato qualche resistenza proprio laddove si sperava non ne trovasse, ovvero il mondo dei Conservatori.

La fiction è infatti ambientata nel Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, che l’anno scorso ha ospitato gran parte delle riprese della serie, così come i suoi giovani protagonisti, gran parte dei quali al debutto nella recitazione ma tutti con un’esperienza musicale alle spalle, alcuni anche in Conservatorio.

E proprio da un Conservatorio, il Cesare Pollini di Padova, arriva una pesante critica verso la rappresentazione delle istituzioni che insegnano ai giovani la musica. Una critica che arriva dalla pagina Facebook della scuola, in cui il Conservatorio annuncia di “prendere opportunamente distanza” da La Compagnia del Cigno -che viene definito “film”, pur essendo una serie tv-.

Secondo il Conservatorio Pollini, la fiction sarebbe “una mediocre parodia, una caricatura di ciò che è la reale vita degli studenti e dei docenti nei Conservatori di Musica”. “Si ritiene”, prosegue il commento, “che il Servizio Pubblico non dovrebbe spendere soldi pubblici per diffondere false credenze, autentiche contraffazioni della realtà, stereotipi del tutto irreali riguardanti le figure degli studenti e dei docenti di musica. Il denaro pubblico utilizzato per produrre e trasmettere un telefilm così completamente inadeguato sarebbe stato meglio impiegato per mettere in sicurezza le numerosissime sedi fuori norma, se non pericolanti, dei Conservatori del nostro Paese”.

Una voce, è il caso di dire, fuori dal coro, almeno per ora, dal momento che dagli altri Conservatori non si sono alzate voci polemiche in merito al lavoro fatto da Cotroneo e Rametta. C’è da dire che l’obiettivo della serie non sembra essere tanto quello di portare il pubblico dentro il mondo dei Conservatori, quanto quello di proporre la musica in chiave diversa rispetto al solito e raccontare una generazione di ragazzi che trovano la forza di resistere agli ostacoli dell’adolescenza tramite l’amicizia e la loro passione condivisa.

Inevitabile, quindi, che la rappresentazione di aule, lezioni ed insegnanti non fosse totalmente attendibile, ma al servizio del racconto: d’altra parte, tutte le fiction italiane ambientate in scuole (da I Liceali a Fuoriclasse al più recente Immaturi) non si sono mai fatti problemi nel mostrare una scuola pubblica ben diversa da quelle esistenti in Italia.

La Rai, intanto, gongola per il risultato ottenuto: “Per Rai Fiction è la conferma di una linea editoriale che mette al centro la missione del servizio pubblico, l’attenzione a un pubblico che cambia, i giovani in particolare, la fiducia nella loro capacità e nella loro speranza di futuro”, ha commentato dopo i risultati della prima puntata Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction. “Il mio grazie va a Indigo Film, che ha prodotto con estrema cura, attenzione ed eleganza la serie con Rai Fiction, a Ivan Cotroneo che ha scritto la serie con Monica Rametta e diretto un cast di straordinari attori a cominciare da Alessio Boni e Anna Valle che hanno accompagnato in questa avventura sette giovani protagonisti di talento”.