Home Pippo Baudo Pippo Baudo a TvBlog: Rovazzi? Mi piace da morire. Vorrei tornasse in Tv Novecento (ma condotto da me!)

Pippo Baudo a TvBlog: Rovazzi? Mi piace da morire. Vorrei tornasse in Tv Novecento (ma condotto da me!)

L’intervista al grande conduttore siciliano

di Hit
pubblicato 14 Dicembre 2018 aggiornato 21 Gennaio 2021 19:02

E’ da poco in libreria il suo libro, scritto con il giornalista del Corriere della sera Paolo Conti “Ecco a voi, una storia italiana” e fra qualche giorno sarà al timone con Fabio Rovazzi di Sanremo giovani su Rai1. E’ il grande Pippo Baudo oggi ospite di TvBlog per una chiacchierata in libertà sulla sua lunga e straordinaria carriera in televisione, tema centrale del suo libro, ma anche con alcune digressioni sull’attualità che lo riguarda, ovvero quel Sanremo giovani, che andrà in onda in diretta su Rai1 il 20 ed il 21 dicembre prossimi. Buona lettura.

Come è nato in Pippo Baudo il sacro fuoco della televisione ?

Tutto è nato a Trieste nel 1954. Mi sono trovato insieme ad un amico in quella città durante i festeggiamenti per il ritorno di Trieste in Italia. Ricordo che ero alle spalle della stazione e accanto a me c’era un negozio che vendeva televisori, di tanti formati e che trasmettevano le immagini di quei festeggiamenti. Li mi è scattata la voglia e dissi che avrei voluto entrarci dentro a quei televisori.

Come ci sei arrivato dentro ?

All’indomani della laurea, visto che mi ero laureato con una sessione di anticipo, mio padre mi diede tre mesi di vacanza. Decisi di andare subito a Roma, in via Teulada, chiesi di fare un provino e me lo fece Antonello Falqui, da li iniziò tutto.

Dei personaggi televisivi già celebri dell’epoca, chi ti ha impressionato di più quando lo hai conosciuto dal vivo ?

Senz’altro Mike. Per me lui era il divo della televisione, era colui che aveva lanciato la televisione in Italia. Ricordo che al mio paese vedevamo tutti insieme Lascia o raddoppia e i cinema in quel giorno erano vuoti.

Cosa ti ha colpito di lui quando lo hai conosciuto ?

La semplicità. Lui era stato il primo presentatore, il primo personaggio celebre della televisione in Italia e volendo quindi poteva anche darsi delle arie, invece era di una modestia e di una simpatia disarmanti.

Ci dici la verità sulla vostra rivalità ?

La rivalità l’ha voluta lui. Mi diceva: mi raccomando, dobbiamo essere come Coppi e Bartali. Ma era tutta una finzione, perchè invece eravamo molto amici.

Dei 4 moschettieri, oltre a te e Mike ricordiamo Corrado e Tortora. Che ricordi hai di loro due ?

Corrado era sempre mordace, aveva la battuta romana sempre pronta. Tortora era un’intellettuale, era uno scrittore, era un giornalista. Si muoveva diciamo su un campo più alto. Quando partecipai come “quarto” in quella trasmissione con Mina, toccai il cielo con un dito.

Il più grande errore che hai fatto nella tua carriera qual è stato ?

E’ stato quello di non aver valutato come meritava Fiorello. Gli ho fatto un provino che doveva durare 7 minuti e lui lo fece durare 30 minuti. Per me era troppo lungo per quel programma (Fantastico, ndr) e purtroppo non l’ho preso. Di quella decisione me ne pento ancora.

Non ti è venuta voglia poi di recuperarlo negli anni successivi in qualche altro tuo programma ?

Purtroppo no perchè poi passò in Fininvest dove fece con grande successo il Karaoke su Italia1.

A proposito di Fininvest, dopo quanti minuti ti sei pentito di essere passato a Canale 5 nel 1987 ?

Dopo 5 minuti (ride, ndr). Dopo aver firmato quel contratto faraonico, appena uscito da quell’ufficio, mi ero già pentito. Ho detto: questa è la più grande sciocchezza della mia vita.

Quindi prima ancora di iniziare Festival ?

Si certo. Poi Festival lo abbiamo fatto bene. C’era Lorella Cuccarini, Brigitte Nielsen, Zuzzurro e Gaspare, Gigi e Andrea, un gran bel programma, ma quella non era casa mia.

A proposito di Festival, ma l’idea di andare di venerdì di chi è stata? Il sabato c’era il celebre Fantastico di Celentano su Rai1

E’ stata mia. Partecipai alla riunione di definizione dei palinsesti di allora che si fece ad Arcore, dove il capo dei programmi (Roberto Giovalli, ndr) mi mise il sabato sera contro Celentano. Berlusconi ebbe l’accortezza di chiedere un mio parere. Dissi: mi spiace ma non sono d’accordo. Prima di tutto perchè sia il mio programma che quello di Celentano hanno due sponsor di saponi (Dash e Dixan, ndr) e poi andiamo a metterci contro il grande sabato sera Rai, se invece noi anticipiamo di venerdì, facciamo la settimana corta ed in qualche modo anticipiamo la voglia di spettacolo del pubblico televisivo. Quella fu una grandissima trovata.

Qual è il programma a cui sei più affezionato ?

Ne ho fatti tanti, ma quello che mi è esploso fra le mani è stato Novecento. Avevamo cominciato il pomeriggio su Rai3, poi grazie a Francesco Pinto, allora direttore della terza rete, passammo in prima serata, fino poi ad andare di martedì sera su Rai1. Era un grande spettacolo, di cui conservo davvero un bel ricordo.

Ti piacerebbe rifarlo ancora oggi ?

Si, mi piacerebbe.

Passiamo all’oggi e parliamo di Sanremo giovani, di chi è stata l’idea di coinvolgerti ?

Di Baglioni. Mi ha chiamato, sono andato a trovarlo a casa. Fra di noi c’è un rapporto di grande amicizia. Sai, per farmi dire di si ha impiegato ben 30 secondi! (ride, ndr).

Ti piace il tuo partner Fabio Rovazzi ?

Da morire!

Cosa ti piace più di lui ?

La sua ironia, il suo modo che è molto garbato di affrontare lo spettacolo. E’ molto colto, è un ragazzo intelligente e bravo e lo dimostrano gli spot della Fiat, che cura direttamente lui.

Ti piacerebbe che questa vostra collaborazione andasse oltre Sanremo giovani ?

Perchè no ?

Ti piacerebbe fare il Dopo festival con lui ?

Il Dopo festival me l’hanno offerto tante volte. Questo appuntamento l’ho inventato io! Il Dopo festival mi mette in una situazione molto antipatica, dovendo fare la parte critica ed io essendo stato uno che ha fatto 13 Sanremo, mi viene difficile fare la parte di quello che lo critica.

Cosa è stato Sanremo per te ?

E’ stata una delle tappe più importanti della mia vita. Sono arrivato nel 1968 e ci sono tornato altre 12 volte. Io faccio gli auguri a tutti, ma il mio record di conduzioni credo sia difficilmente battibile (ride, ndr).

Hai progetti nuovi in mente ?

Si moltissimi. Giorni fa ho incontrato a Roma il Presidente della Rai Marcello Foa e molto simpaticamente mi ha salutato, ci siamo parlati e gli ho detto: mi chiami, mi chiami, che ho tante cose in mente da fare ancora!

Come vedi la Rai oggi ?

Io vorrei tanto che la Rai nei suoi programmi abbia sempre un connotato culturale. Non dimentichiamo che la Rai è una azienda di Stato e che ora percepisce un canone obbligatorio attraverso la bolletta elettrica, quindi ha l’obbligo morale di fare dei programmi che abbiano un connotato culturale. Non è vero che con la cultura non si ride e ci si annoia, basta ricordare appunto il mio Novecento di cui abbiamo parlato prima.

Lanciamo dunque un appello alla nuova direttrice di Rai1 Teresa De Santis affinchè recuperi questo programma

La conosco (ride, ndr).

C’è stato il ritorno di Rischiatutto con Fabio Fazio, il ritorno della Corrida con Carlo Conti, ultimamente il ritorno di Portobello con Antonella Clerici. Se dovessi scegliere un tuo programma del passato che la Rai possa riproporre, quale delle tue trasmissioni sceglieresti e chi vorresti alla conduzione ?

Sicuramente Novecento, ma non sono in grado di indicare un personaggio in grado di farlo. Sinceramente questi ripescaggi di programmi del passato non li amo molto, infatti in alcuni casi i risultati non sono stati eccezionali. I programmi sono legati ai loro inventori, ai loro presentatori.

Diciamo allora che ti piacerebbe rivedere in televisione Novecento, ma condotto da te

Ecco benissimo, hai detto bene (ride, ndr).

Pippo Baudo