Home Che Tempo Che Fa Brosio e Matano, pace a cinque anni dallo scherzo del finto Papa: “Siamo brave persone e ci fermammo”

Brosio e Matano, pace a cinque anni dallo scherzo del finto Papa: “Siamo brave persone e ci fermammo”

A Che fuori tempo che fa ‘pace’ tra Paolo Brosio e Frank Matano, cinque anni dopo le beffa di Scherzi a parte: “Avrei voluto spaccargli il cavalletto”. Ma poi Bergoglio lo chiamò davvero

pubblicato 11 Dicembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 04:31

Pace fatta. Paolo Brosio e Frank Matano si sono abbracciati a cinque anni dalla beffa che portò l’ex inviato del Tg4 a cadere nella trappola di Scherzi a parte.

Matano si finse un documentarista interessato ad intervistare Brosio su Medjugorie (qui il video). Un confronto che, nel bel mezzo della chiacchierata, venne interrotto dalla chiamata del finto Papa Francesco – eletto da pochi mesi – interpretato da Leonardo Fiaschi.

La cosa incredibile è che loro si bloccarono”, ha ricordato il giornalista a Che fuori tempo che fa. “Lo scherzo non riuscì. Riuscì solo perché facemmo un accordo, sennò col cavolo. Videro come reagii e si bloccarono, non riuscivano più ad andare avanti. Lì per lì vidi il cavalletto senza la telecamera e calcolai la distanza tra Matano e il cavalletto, molto cristianamente volevo prenderlo e spaccarglielo!”.

Quell’episodio, dall’effetto mediatico dirompente, scatenò tuttavia una reazione a catena che portò il vero Bergoglio a contattare Brosio per un incontro in Vaticano, che però non credette subito alla veridicità della telefonata:

“In quel periodo vivevo l’incubo delle Iene. Mi chiamò uno della Segreteria di Stato, poi mi passarono il braccio destro di Francesco. ‘C’è un grande dono del cielo, il Papa vuole parlarle’, mi disse. Ma io risposi: ‘Ora basta, abbia pazienza. Un altro scherzo? Basta’”.

Brosio ha quindi chiuso definitivamente il caso donando all’attore la stessa maglietta consegnata a Francesco, nella quale compariva la scritta Gospa, ovvero l’appellativo con cui viene chiamata dai credenti la Madonna di Medjugorie.

Ci fermammo perché siamo delle brave persone” ha ironizzato Matano, che ha ricordato come quello scherzo abbia comunque contribuito a conoscere davvero il Pontefice.

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