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La nuova Rete 4 riparte dalla retorica transfobica di Mario Giordano

L’ex direttore di Rete 4 scambia dissenso per disinformazione nel suo Fuori dal coro?

pubblicato 11 Novembre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 05:53

È la rara avis della ripulita Rete 4, che da questa stagione televisiva sta cercando di imporsi come competitor di quei canali che propongono un’offerta dedicata all’informazione politica ed economica: è Mario Giordano, ex direttore del TG4 ed ultimo superstite degli urlatori della rete, epurati a causa della nuova linea editoriale tutta camicia e poco piazza. Al giornalista piemontese è stato affidato uno spazio di venti minuti, dalle 19.30 alle 19.50, dal lunedì al venerdì, fra il telegiornale di Gerardo Greco e la soap Tempesta d’amore: si intitola Fuori dal coro e nasce come un vero e proprio sfogatoio personale per “dar voce alle opinioni più controcorrente“.

Nell’ultima puntata andata in onda, quella di venerdì 9 novembre 2018, Mario Giordano ha posto sotto la lente di ingrandimento una notizia che negli scorsi giorni è stata ripresa dai principali organi di stampa europei, cioè la storia di Emile Ratelband, sessantanovenne olandese che ha chiesto al tribunale di Arnhem di modificare la data di nascita sui propri documenti perché millanta di avere la forma fisica di un quarantanovenne. D’altronde, tra 1949 e 1969 c’è solo una cifra di differenza. Le dichiarazioni del vecchio che vuole sembrare nuovo (curiosa l’analogia con la rete) hanno suscitato commenti di varia natura, tra increduli che hanno rilegato la notizia al campo del fantastico e chi ha scherzosamente inneggiato l’uomo ad eroe che vuole battersi contro l’azione del tempo. Giordano ha voluto prendere le difese dell’olandese, adducendo come prova una riflessione capziosa, che mette sullo stesso piano la richiesta dell’uomo e quella di persone transessuali che vogliono ottenere il cambiamento del sesso anagrafico sulla carta d’identità senza essersi sottoposte all’intervento chirurgico:

Siccome è successo che una persona che si sente donna anche se uomo si è fatto scrivere sulla carta d’identità che è donna, deve avere diritto anche un Emilio che si sente giovane e che si vuole scrivere sulla carta d’identità che è giovane. E se io mi sento alto 1.90 voglio che sia scritto sulla carta d’identità che sono alto 1.90, altrimenti se dobbiamo scrivere che lui ha 69 anni e io sono alto 1.78 cm scriviamo anche che un maschio è un maschio e una donna è donna, finché non cambia sesso. Sarà una cosa fuori dal coro?


Si dirà “è una provocazione“, lanciata come chiosa nell’ultimo appuntamento settimanale del programma, ma che ha ben poco di provocatorio, se con un aggettivo del genere si intende un messaggio che demolisce e contemporaneamente costruisce. Una voce “fuori del coro” è tale se, proponendo un’opinione alternativa a quella della massa, apre un spiraglio di luce su scenari inediti di una vicenda; quando, al contrario, diventa pretesto per spostare l’attenzione dell’ascoltatore da un tema frivolo come quello della notizia in oggetto, a uno controverso ed impegnativo, che non ha nulla da spartire col precedente, rimane solo una voce manipolatoria.

Inoltre verrebbe da chiedersi: fuori dal coro? Nemmeno il politicamente corretto ha concesso spesso alle questioni che riguardano le identità di genere e il transgenderismo di diventare argomento di serio dibattito formativo, soprattutto in televisione, che si è dimostrata nuovamente impreparata all’interrogazione, per giunta da volontaria. Due meno meno per Giordano, che mescola genere, sess0 e orientamento sessuale come fossero sinonimi per amplificare le sue teorie sul tema: in questa risposta del 2015 a una lettera di un lettore di Libero, ad esempio, il giornalista affermava che “se un contenitore pomeridiano non ha almeno la testimonianza in diretta di un uomo che è diventato donna e si è sposato con una donna che è diventata uomo, non va nemmeno in onda“. Un pallino fisso, il mostro gender.

La domanda sorge spontanea: nella riformata Rete 4, c’è ancora spazio per la disinformazione e l’ingiuria verbale, anche se mascherate da dissenso?