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SKAM e Baby al Festival delle Serie TV il mondo italiano dei teen drama

Il Festival delle Serie Tv di Milano all’insegna del teen drama all’italiana con SKAM e Baby che perde ogni riferimento allo scandalo dei Parioli

pubblicato 13 Ottobre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 07:13

Le prime giornate della prima edizione del Festival delle serie tv sono state caratterizzate dai ragazzi. Il nuovo filone narrativo del teen drama, le storie di ragazzi, di adolescenti pensate per adolescenti ma con la speranza e la voglia di conquistare anche gli adulti, come ha auspicato il regista e showrunner di SKAM Ludovico Bessegato.

Proprio SKAM, presente nelle giornate seriali milanesi del Festival delle Serie tv, inseme a Baby e alla spagnola Elite, è stata protagonista di un incontro molto vivo, che ha raccolto fan entusiasti e in attesa di una nuova clip della seconda stagione in anteprima. Perchè SKAM prodotto da TIMVISION Production con Cross Production, per chi non la conoscesse, è una serie tv che rinnova e spezza il ritmo della serialità. Adattamento italiano di un format nato in Norvegia, SKAM è costruito con un forte collegamento con i social e con la sua community di spettatori. I personaggi di SKAM hanno una propria identità social, gli episodi vivono on line preceduti da una serie di clip pubblicate skamitalia.it, che, stando a quanto dichiarato da TIMVISION, hanno già superato per visualizzazioni il finale della scorsa stagione.

Il regista Ludovico Bessegato è stato accompagnato all’appuntamento milanese dai due protagonisti Federico Cesari e Rocco Fasano, il primo già presente nella prima stagione ma diventato quest’anno protagonista e il secondo una vera e propria novità. In questa seconda stagione il punto di vista raccontato in SKAM sarà quello di Martino (Cesari) alla scoperta della propria identità sessuale e dell’amore con Niccolò (Fasano). Una storia d’ amore omosessuale è quindi al centro di questa nuova stagione, una scelta importante, in linea con il formato originale ma che mostra come anche in Italia si possano e si debbano trattare queste tematiche, come hanno sottolineato tutti i protagonisti.

SKAM Italia è infatti un fenomeno anche fuori dal nostro paese. Sebbene non sia mai stato ufficialmente esportato, è stato in grado di generare un movimento parallelo e illegale per cui è facile trovare SKAM Italia tra i trendig topi su twitter globali o leggerne in siti e riviste internazionali. “I nostri fan ricordano con orgoglio come per la prima volta sono gli altri a dover aspettare i sottotitoli” ha evidenziato Bessegato pur ricordando come sia un prodotto pensato per l’Italia.

Il mondo di SKAM è ben definito e delineato, al punto che prima di realizzarlo è dovuto andare a Oslo a studiare con la creatrice del format norvegese con cui è ancora in contatto. Mentre uno stesso tipo di condivisione internazionale del mondo SKAM non esiste tra gli attori anche se non gli dispiacerebbe conoscersi e scambiarsi opinioni.

Secondo Ludovico Bessegato la grande forza si SKAM è la ricerca “se devi parlare di qualcosa lo devi conoscere, per raccontare un sedicenne lo devi conoscere per capire quanto sia autentico e per sfoltire tutti gli stereotipi che si hanno sul genere e sui ragazzi. La rivoluzione di SKAM è capire come sono i ragazzi e fare in modo che i personaggi parlino come loro“. E i fan di SKAM sono molto attenti a tutti i dettagli “nella prima stagione i ragazzi mettevano gli zaini sullo schienale della sedia in classe, poi i fan ci hanno fatto notare che nessuno fa così e nella seconda stagione non c’è uno zaino su una sedia” ha raccontato il regista per sottolineare quanto siano attenti alle segnalazioni del loro pubblico. Un qualcosa di simile è stato fatto anche con la musica, con una selezione di brani pensata sui gusti dei ragazzi di oggi.

L’onda lunga della nuova serialità italiana che si sviluppa in streaming e prolifera in rete, è proseguita con l’incontro dedicato a Baby in arrivo il 30 novembre su Netflix. Senza poter proiettare il primo episodio e senza protagonisti che ancora non possono suscitare l’entusiasmo dei fan, l’attenzione per Baby era tutta sul GRAMS il collettivo di giovani autori tra i 20 e i 28 anni che ne hanno scritto la sceneggiatura.

Il punto di partenza di Baby è un fatto di cronaca, lo scandalo delle baby prostitute dei Parioli, un quartiere della Roma bene, ragazzine che si concedevano a adulti in cambio di regali e denaro. L’aspetto più interessante dell’incontro, in cui ben poco potevano raccontare e ancor meno poteva il pubblico capire visto che non si poteva toccare con mano il prodotto, è stata proprio la completa scomparsa di questo elemento. Baby viene presentata come una serie ispirata a un fatto realmente accaduto, ma senza entrare troppo nei dettagli, e come una serie sulla crescita e la scoperta di sè dei quattro protagonisti, due ragazze e due ragazzi.

Andrea De Sica, uno dei registi insieme a Anna Negri, ha voluto sottolineare come con Baby hanno cercato di raccontare i Parioli senza pregiudizi “come spesso si fa con l’alta società italiana” ma trasformando i ragazzi in semplici vicini.

L’evoluzione della narrazione seriale italiana passa quindi per i teen drama e per le piattaforme di streaming.

Netflix