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Maurizio Costanzo a TvBlog: L’autore televisivo

Festa di compleanno in quattro puntate qui su TvBlog con la disamina di Maurizio Costanzo sulla televisione. Oggi si parla del mestiere di autore televisivo.

di Hit
pubblicato 20 Agosto 2018 aggiornato 21 Gennaio 2021 18:57

La seconda puntata della nostra rubrica estiva di TvBlog affidata quest’anno a Maurizio Costanzo è dedicata agli artigiani che costruiscono e scrivono i programmi, di cui il grande giornalista e scrittore romano si è occupato nella prima puntata, ovvero gli autori.

TvBlog ha dedicato in due passate estati due edizioni della rubrica “Fuori gli Autori”, in cui si dava proprio la parola a questa importante categoria del mondo della televisione. Sentiamo che ne pensa oggi degli autori televisivi Maurizio Costanzo, che a sua volta è stato ed è autore di molte trasmissioni tv.

Autore, redattore o scalettatore?

di Maurizio Costanzo

Ho iniziato a fare l’autore, prima in radio e poi in televisione, una cinquantina di anni fa. Non saprei dire come è cambiato questo mestiere da quei tempi ad oggi. In verità, non so più qual è il rapporto fra autore, interprete, regista e funzionario nella televisione di oggi. Ho fatto l’autore per tanti anni insieme a Marcello Marchesi dei programmi di Antonello Falqui. Era lavorare in serie A, ricordo il varietà Bambole non c’è una lira. Quella per me fu una grande scuola: scuola di rigore, scuola di attenzione.

Ricordo che Falqui per confezionare un balletto era capace di starci 3 giorni a registrare in studio. Oggi è tutto molto più approssimativo, tutto più rapido. Ma non è colpa dei registi e degli autori, ma molto più probabilmente la colpa è delle aziende, che mettono fretta, immagino principalmente per una questione di costi.

Più che autori, nella tv di oggi parlerei di redattori o di scalettatori. Non essendoci più per esempio il classico varietà di una volta, è più difficile richiamarsi all’autore, nel senso classico del termine. Ricordo quando facevo con Umberto Simonetta Quelli della domenica, con Paolo Villaggio e Cochi e Renato, scrivevamo tutto, dal “buonasera” a tutto il resto. Fracchia, nato da Villaggio, Simonetta e da me, è stato veramente una costruzione fatta da autori.

A proposito di Fracchia mi piace ricordare che portai Paolo Villaggio nel cabaret romano in zona Trastevere che gestivo io in quel periodo, si chiamava 7 x 8 ad esibirsi, era bravissimo, una rivelazione. Arrivarono i dirigenti Rai di quel periodo, credo Giovanni Salvi, che lo videro e lo scritturarono subito e iniziai così a lavorare con lui proprio a “Quelli della domenica”.

Parlando di oggi, secondo me chi cura per esempio Unoattina, pensa a scegliere gli argomenti di cui parlare, ecco perchè parlo di redattore e non di autore nella televisione di oggi. Quello che auspico è una rinascita vera del varietà, con gli autori che vadano in giro a scoprire personaggi nuovi, cosa che facevo io per il mio Costanzo show, quando lanciavo volti nuovi scovati nei piccoli locali che ci sono in giro per l’Italia.

Appuntamento a lunedì prossimo nella terza puntata di questa rubrica che sarà dedicata ai protagonisti del mondo della televisione, quelli cioè che ci “mettono la faccia” e vanno in video.