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Blob a tutto De André per Genova nel giorno del lutto nazionale

‘A Genova’. la puntata di Blob del 18 agosto 2018 è tutta su De André. E Don Gallo.

pubblicato 18 Agosto 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 09:38

Dopo giorni dedicati al racconto della cronaca tv sul disastro del ponte Morandi, Blob si affida alla poesia di De André per omaggiare Genova nel giorno del lutto nazionale e dei funerali di Stato per 19 delle 43 vittime – a ora accertate – del crollo del ponte Morandi.

Una giornata difficile per la tv, che ha cercato di mantenere una misura (non sempre riuscita) nel suo racconto e per un Paese che si è ritrovato ancora una volta indifeso. Una giornata segnata dalle tante dirette per i funerali di Stato (Rai 1, Canale 5, La7, Tv2000, Sky Tg24, Rai News 24, Tgcom) e da palinsesti che hanno cercato qualche aggiustamento, ma senza riuscire a elaborare il lutto, stretti tra la cronaca e le polemiche politiche, la rabbia degli sfollati e il dolore dei parenti delle vittime.

Ci prova Blob a lenire le ferite, o quantomeno a placare il fracasso alimentato in questi giorni, con una puntata a base di Fabrizio de André e intitolata semplicemente A Genova. Un florilegio di suoi spezzoni tv, tra interviste ed esibizioni. Un omaggio a Genova con le parole di chi l’ha sempre cantata e amata. Con De André anche Don Andrea Gallo, che ricorda i suoi anni partigiani, che esorta i giovani in piazza a salvare la democrazia (“Siate pensanti!”) e che fa capolino più volte nel corso del racconto, con interventi di diverso stampo, tutti straordinariamente attuali.

La puntata di Blob di oggi, che potete rivedere integralmente su RaiPlay, sembra un’ideale prosecuzione del Techetechetè del 14 agosto 2018, costruito apposta per omaggiare la città a poche ore dal crollo. Una vera perla.

Quella di Blob è una scelta apparentemente semplice, certo di gran classe, che regala un bel momento di televisione in una giornata senza spot, con tanti abiti scuri ma forse senza un vero momento di concreta compassione collettiva. Tanto distratti da urla e slogan, selfie e applausi, tweet e conferenze stampa da non riuscire a guardare oltre, né al passato né al futuro.