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Tutto può succedere 3, il confronto con Parenthood è acqua passata

La recensione di Tutto può succedere 3, la fiction in onda su Raiuno e remake dell’americano Parenthood, con protagonista una famiglia alle prese con vari problemi ma molto unita

pubblicato 18 Giugno 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 23:51

Giunta alla terza stagione, possiamo finalmente dirlo: Tutto può succedere è diventata una serie tv matura e, soprattutto, indipendente rispetto all’originale da cui è tratta. Lo conferma la terza stagione della fiction di Raiuno, che fino ad un giorno prima del debutto televisivo era disponibile integralmente su Rai Play (in tredici giorni di pubblicazione ha ottenuto quasi 2,5 milioni di media views, con una media di episodio di 150mila media views generate). TvBlog l’ha vista -come tanti altri fan di Tutto può succedere-, ed ecco cosa ne pensiamo (attenzione agli spoiler).

Parenthood è ormai solo uno sfondo

tutto-puo-succedere-3-1.pngLa fonte originale, la serie tv della Nbc, Parenthood, è servita e serve ancora da base per gli sviluppi di ciascuno dei personaggi, chi più chi meno: Max (Roberto Nocchi), ad esempio, deciderà di candidarsi a rappresentante d’istituto proprio come il suo omonimo americano; così come Emma (Licia Maglietta) valuterà la stessa ipotesi di Camille di cambiare casa, con conseguente ribellione da parte di figli e marito.

Ma nella terza stagione i binari dell’originale sono seguiti molto di meno: Tutto può succedere 3, infatti, tiene sì conto di dove va a parare la serie americana, ma si concede molte più libertà, diventando una serie meno “tratta da” e più “liberamente ispirata a” Parenthood.

Il che è solo un bene: ormai il confronto Ferraro/Braverman (cognome della famiglia protagonista della versione targata Nbc) non ha più ragione d’essere. Alessandro (Pietro Sermonti), Carlo (Alessandro Tiberi), Sara (Maya Sansa) e Giulia (Ana Caterina Morariu, quest’ultima molto meno presente rispetto alle prime due stagioni) hanno delle vite proprie, seppur gli elementi in comune con i loro corrispettivi americani ci siano ancora.

Ma se nelle prime due stagioni eravamo più consapevoli di quali strade avrebbero potuto prendere i protagonisti, ora davvero “tutto può succedere”: gli autori italiani hanno deciso quindi di staccarsi dalla linea madre ed, in una sorta di sceneggiatura più adolescente (tanto per restare in ambito familiare), di osare e ribellarsi alle azioni già compiute e viste dal pubblico italiano nella serie statunitense. Così, sono in arrivo problemi sentimentali per Alessandro, mentre Federica (Benedetta Porcaroli) si unisce ad una onlus, diversamente dal suo personaggio di riferimento, Haddie. Per Ambra (Matilda De Angelis), invece, è in arrivo Andrea: se in Parenthood Amber incontrava un ex soldato con la sindrome da stress post traumatico, lei dovrà avere a che fare con un nuotatore accusato di doping dal padre.

Il risultato è decisamente gradevole: Tutto può succedere 3 si conferma, tra le fiction Rai, una delle più contemporanee ed oneste, capace di coinvolgere fasce differenti di pubblico e di far davvero sentire a casa i telespettatori. La famiglia, si sa, è una delle comunità più rappresentate dalla serialità televisiva, ma Tutto può succedere si preoccupa poco di assomigliare il più possibile al pubblico, ma preferisce fortunatamente intraprendere un proprio percorso e distinguersi così da tutti.

Cristina e Sara, le star della stagione


Tra le numerose storyline, da segnalare quelle di due protagoniste femminili che, come detto sopra, riescono a separarsi dalla “gemelle” americane: da una parte Sara, alle prese con un fotografo dai modi molto bruschi, interpretato da Giuseppe Zeno (nella versione originale il personaggio aveva il volto di Ray Romano: diciamo che gli italiani hanno puntato sull’effetto fascinoso senza mezzi termini). Dall’altra Cristina (Camilla Filippi) che, come la sua omologa americana, sarà di fronte ad una delle più dure battaglie che una donna deve affrontare. E le lacrime non mancheranno, grazie anche alla bravura delle due interpreti, che hanno assimilato ormai i loro personaggi al meglio.

L’ultima stagione?

tutto-puo-succedere-3-streaming.pngParenthood è durato sei stagioni, Tutto può succedere potrebbe concludersi alla terza. Non ci sono conferme ufficiali a proposito, ma la decisione della Rai di “sacrificare” la fiction in estate fa temere che, complici gli ascolti forzatamente non all’altezza delle stagioni scorse, sia un modo per concludere la serie. Anche a livello narrativo sembra gli i sedici episodi (di meno rispetto alle prime due stagioni) cerchino di accelerare l’evoluzione dei personaggi, quasi a cercare una chiusura entro l’ultima puntata. Così come Parenthood è stato rinnovato più volte nonostante ascolti non eccezionali ma grazie all’entusiasmo dei fan e della critica, non resta che sperare sia così anche per la sua versione italiana: per ora, tutto potrebbe succedere.