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Di Maio telefona a Fazio, Martina interviene live, Di Battista al telefono con Giletti: la lunga notte della crisi in tv

La crisi istituzionale irrompe nella programmazione tv: dopo Di Maio a Che Tempo Che Fa interviene Martina in diretta, mentre su La7 Di Battista chiama Giletti.

pubblicato 27 Maggio 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 00:22

Le reazioni al fallimento del Governo Conte arrivano in diretta tv in questa calda serata di domenica 27 maggio.

Luigi Di Maio telefona in diretta a Fabio Fazio dopo l’intervista del Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, già prevista per questa sera: il leader del Movimento 5 Stelle ribadisce in diretta su Rai 1 quanto già dichiarato in un video postato di fretta e furia sui social, nel quale ha manifestato tutta la sua ira. E anche in collegamento con Rai 1 ribadisce l’intenzione di valutare l’impeachment per il presidente Mattarella (potete rivedere il video su RaiPlay).

“Ringrazio per l’ospitalità e ne approfitto per trasmettere quanto siamo arrabbiati in questo momento. Eravamo a pochi passi dal formare un governo del cambiamento e il Quirinale ha respinto la lista dei ministri, perché conteneva il nome di un ministro reo di aver criticato in passato sui suoi libri l’Unione Europea e i trattati, per esempio, che stanno distruggendo i lavoratori. Io sono allibito: c’è una maggioranza in Parlamento che ha espresso un presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, una lista dei ministri e non è stata accettata. In questo paese si può essere delinquenti, corrotti, si può essere sotto indagine per mafia, si può essere condannati per frode fiscale, ma se ti sei permesso di criticare i trattati che girano intorno all’Unione Europea non sei degno di fare il ministro. E questo è inaccettabile”

ha detto tutto d’un fiato Di Maio all’inizio del suo intervento. Parla quindi di impeachment:

“Le chiedo di permettermi di dire dal vostro studio: chiedo di parlamentarizzare questa crisi istituzionale utilizzando l’art. 90 della Costituzione e chiedo alle altre forze politiche cosa vogliono fare, in particolar modo a Salvini […] E’ veramente incredibile che si sia fatto di tutto in questi 85 giorni per non permetterci di andare al Governo”.

Fazio ne approfitta subito per lanciare l’invito a lui e a Salvini per domenica prossima, prima di chiedergli se in tutta questo braccio di ferro ci potesse essere l’intenzione di Salvini di non andare al Governo.

“Questa persona l’abbiamo scelta insieme, l’abbiamo conosciuta insieme per la prima volta, per cui quella su Savona non è l’impuntatura di una forza politica, ma evidentemente tutti quelli come il prof Savona non andavano bene, perché tutte le alternative che ci sono state proposte non erano alternative a quello che poteva mettere in discussione un po’ quello che gira intorno al deficit, Pil, ai aparametri della BCE, fermo restando che nel contratto non c’era né l’uscita dall’Euro né dall’UE. Mi sento di confermare che non c’è stato nessun doppio gioco”.

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Fazio gli chiede perché non è stato fatto il nome di Giorgetti al posto di Savona:

“Per il semplice motivo che non mi si può dire che siccome noi abbiamo individuato un nome e questo non piace alla Germania, o alle agenzie di rating o alle banche europee, allora quella persona non può fare il ministro. Allora non ci facciano più andare a votare e ci dicano che il governo lo scelgono le agenzie di rating e le altre nazioni. Se siamo una nazione sovrana avevamo tutto il diritto di esprimere persone della squadra di Governo con un preciso mandato: tutelare i cittadini italiani”.

Fabio Fazio assume un atteggiamento piuttosto rassegnato – là dove Bruno Vespa avrebbe avuto la bava alla bocca, come del resto richiede la professione e il momento – di fronte allo sconvolgimento della scaletta. E la postura ha i suoi significati…

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A questo proposito, Fazio ricorda le parole di Mattarella che richiamato il suo dovere in difesa dei risparmiatori italiani:

“Non c’era l’uscita dall’Euro nel nostro programma e non avevamo intenzione di uscire dall’Euro. Savona è reo di aver detto in passato che in casi estremi ci poteva essere un Piano B per l’uscita dall’Euro e noi questo piano B non l’abbiamo neanche preso in considerazione”.

Di Maio contesta anche la convocazione di Cottarelli:

“L’assurdità è che poco dopo la dichiarazione di Mattarella è stato convocato Cottarelli, che non ha la fiducia della maggioranza del Parlamento e che probabilmente sarà presentato in Parlamento senza che abbia maggioranza e fiducia e diventerà il governo in carica per gli affari correnti. Uno senza maggioranza sì, un ministro con la maggioranza in Parlamento no…”

insiste Di Maio che infine spera che

“agli italiani venga data la parola il prima possibile, ma deve essere risolta prima questa situazione sennò è ‘l’arte dei pazzi’. Andiamo a votare, vinciamo, presentiamo un Governo e ci dicono ancora di no? Ecco perché vogliamo discutere la messa in accusa del Presidente, perché è evidente che adesso c’è bisogno di parlamentarizzare questa crisi istituzionale. E parlamentarizzandola evitiamo anche atti che scongiuro nella popolazione”

aggiunge, quasi a voler profilare una ‘reazione’ popolare scomposta.

“Sono stato un profondo estimatore di Sergio Mattarella, ma questa scelta mi risulta assolutamente incomprensibile. Oltre il danno, la beffa. Dopo un’ora avevano già convocato Cottarelli: questo era un piano premeditato. Questo è successo per quello che era scritto sul Contratto di governo, ma non alla voce Europa, dove c’è un programma di buonsenso: la preoccupazione era su altro, sulla pubblicizzazione dell’acqua, il taglio dei vitalizi, il referendum propositivo senza quorum. C’è un establishment che trema e mi dispiace che il Quirinale si sia reso complice di quell’establishment che non voleva il MoVimento 5 Stelle al governo”

ha dichiarato poi in un comizio a Fiumicino.

Interessante, però, che Di Maio telefoni a Fazio per avere dello spazio televisivo, non per reagire a quanto detto durante il programma. E’ Fazio che cita la Presidente Casellati, ospite in apertura di puntata, senza ricevere alcuna puntualizzazione su quanto detto dalla seconda carica dello Stato. Di Maio non richiede, né esercita, un diritto di replica, né chiede di precisare proprie o altrui dichiarazioni, piuttosto manifesta il desiderio di parlare agli italiani, come del resto dichiarato in apertura con quel “Ringrazio per l’ospitalità e ne approfitto per trasmettere quanto siamo arrabbiati in questo momento…”.

Anche questo, a suo modo, è irrituale in una situazione che è ampiamente senza precedenti.

Anche Maurizio Martina telefona a Che Tempo Che Fa

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A stretto giro di posta arriva anche la reazione di Maurizio Martina, segretario reggente del PD, che sceglie anche lui di chiamare in diretta Fazio per esprimere il proprio disappunto (qui la telefonata integrale):

“Siamo di fronte a un assaggio drammatico: ho sentito delle parole incredibili. Consiglierei a Di Maio e a Salvini di misurare le parole che stanno usando. mi riferisco agli attacchi inauditi al Presidente della Repubblica, alle istituzioni di questo Paese e certamente mi riferisco all’uso dell’articolo 90 della Costituzione. Il Presidente è stato garante degli italiani in un passaggio così delicato e a lui va il nostro grazie e il nostro sostegno”.

Martina cerca di tracciare una via di uscita da una situazione davvero complicata:

“Adesso c’è da dare una mano al Paese, a uscire da uno dei passaggi più critici della sua storia recente. E io sono sconcertato dalla faciloneria con cui si sono utilizzati toni, aggettivi, temi, ancora in queste ore. Ragionino su quello che stanno facendo. Ci si può confrontare su opinioni radicalmente differenti senza per questo inquinare il terreno di gioco fondamentale del dibattito democratico e delle nostre istituzioni. Trovo quello che è accaduto di una gravità enorme, anche da questo punto di vista”.

E mentre la penultima puntata di Che Tempo Che Fa sguiscia sotto l’incalzare dell’attualità politica – confermando però il programma come ‘cameretta’ della politica italiana – Matteo Renzi twitta contro Di Maio (e in fondo anche ‘contro’ Fazio, cui non riconosce una vera e propria forza contraddittoria):

 

La7, Meloni e Di Battista al telefono con Giletti

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Nel frattempo su La7 si consumava la ‘seconda scena’ dell’incandescente serata politica televisiva. E’ Massimo Giletti a chiamare al telefono Giorgia Meloni che per prima ha aperto la via all’impeachment di Mattarella (la telefonata in diretta).

“Ritengo che Mattarella non avesse alcun appiglio costituzionale per rifiutarsi di nominare un ministro perché non ne condivide le idee […] In Italia non si può nominare un ministro che sia critico con queste istituzioni europee […] Secondo noi Mattarella è andato molto oltre le sue prerogative”

ha tuonato la leader di Fratelli d’Italia, ribadendo – anche lei – quanto già dichiarato in un video postato sui suoi social. Il fuori programma della telefonata è nel lamento della bimba della Meloni che evidentemente reclamava l’attenzione della madre.

Entra in scena anche Alessandro Di Battista, ieri a Le Parole della Settimana e stasera al telefono con Massimo Giletti per una puntata di Non è L’Arena altrettanto scoppiettante. E’ Giletti a chiedere alla redazione di contattarlo, sentite le dichiarazioni al comizio di Frosinone coperto da un inviato della trasmissione.

“Il M5S può piacere o non piacere ma abbiamo preso il 32% dei voti dei cittadini. Abbiamo trovato un accordo di programma con un’altra forza politica, abbiamo presentato un Presidente del Consiglio, abbiamo trovato dei temi, abbiamo rispettato le istituzioni, la Costituzione etc ma avremo o no il diritto di partire con un Governo?”

dice Di Battista al telefono, ribadendo quanto affermato da Di Maio su Rai 1.

C’è Giletti, niente #MaratonaMentana

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La presenza in palinsesto di Non è L’Arena ha impedito di fatto la prosecuzione della #MaratonaMentana partita alle 18.15 per seguire l’incontro di Conte e Mattarella previsto per le 19.00. La situazione è apparsa subito tesa e alle 19.59 è arrivata la conferma della rottura delle ‘trattative’ (peraltro mentre lo Speciale era in pubblicità e nonostante il PiP non si è riusciti a staccare in tempo per permettere al pubblico di seguire in diretta la breve dichiarazione rilasciata a nome del Capo dello Stato.

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“La situazione richiederebbe almeno altre sei/sette ore di approfondimento”

ha commentato il direttore quando ormai l’edizione del Tg La7 delle 20.00, del tutto sacrificata allo speciale, era finita da 20 minuti. La speranza era quella di continuare, ma a seguire gli eventi in diretta e a raccogliere telefonate e interventi è stato Massimo Giletti. Il direttore Mentana riscenderà in campo domani, appena possibile.

“Ho impressione che ci rivedremo presto”

ha detto a Marco Damilano e Tommaso Labate, tra gli ospiti del suo speciale, salutando il pubblico alle 20.50.

Le dichiarazioni di Mattarella sulla crisi del Governo Conte

Vale la pena inserire anche le dichiarazioni del Presidente Sergio Mattarella a corredo dei fatti di questo tardo pomeriggio.

Che Tempo Che FaFabio FazioLa7