Home Cartabianca Cartabianca, duello tra Berlinguer e Brunetta: “Mi chiami professore, come Cacciari. La sua è sudditanza” (Video)

Cartabianca, duello tra Berlinguer e Brunetta: “Mi chiami professore, come Cacciari. La sua è sudditanza” (Video)

A Cartabianca scontro verbale tra Bianca Berlinguer e Renato Brunetta, che non vuole essere definito onorevole: “Mi chiami professore, come Cacciari. Altrimenti la sua è sudditanza culturale, psicologica e politica”

pubblicato 23 Maggio 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 00:29

Che confrontarsi con Renato Brunetta non sia semplice non è un mistero, che nei programmi di Raitre l’ex ministro si consideri in trasferta e in un contesto ostile lo è ancora meno.

Il battibecco con Bianca Berlinguer martedì sera a Cartabianca non ha dunque stupito nessuno, con il parlamentare di Forza Italia entrato subito in rotta di collisione con la conduttrice (qui il video dal minuto 74).

Colpa anche e soprattutto di chi lo aveva preceduto, quel Massimo Cacciari – veneziano come Brunetta – che era stato introdotto con l’appellativo di “professore”.

Ho visto come trattava Cacciari – ha immediatamente polemizzato al suo ingresso in studio – sono professore anche io, quindi mi chiami professore, va bene. Sono stato pure collega di Cacciari a Venezia”.

La Berlinguer ha tenuto botta, ma la tregua è durata poco. Parlando del possibile futuro premier Giuseppe Monte, Brunetta ha infatti chiesto un parere alla giornalista, ottenendo un secco diniego dalla diretta interessata:

“La mia opinione è meglio non darla, io sono una giornalista, non sarebbe corretto”.

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L’azzurro non ha mollato la presa ed è passato al contrattacco:

“Come mai? I giornalisti hanno un cuore e un cervello. Anche facendo le domande si esprime un’opinione, lo sa?”.

Finita qua? Nemmeno per sogno, perché il termine “onorevole” – rievocato per un attimo dalla Berlinguer  – è tornato ad infastidire Brunetta: “Sono professore, come Cacciari. Altrimenti la sua è una sudditanza culturale, psicologica e politica. Lui è stato parlamentare per più anni di me, perché lo difende? Per me un professore è più di un onorevole. Quando uno è professore lo è per sempre, onorevole si finisce di esserlo anche domani”.

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