Home Notizie Boicotta Netflix: in Brasile Lula contro O’Mecanismo e i genitori USA provano a fermare Tredici

Boicotta Netflix: in Brasile Lula contro O’Mecanismo e i genitori USA provano a fermare Tredici

I genitori USA provano a bloccare la seconda stagione di 13 Reasons Why – Tredici mentre in Brasile vogliono boicottare Netflix per colpa di O Mecanismo

pubblicato 5 Aprile 2018 aggiornato 1 Settembre 2020 01:39

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#DeleteNetflix è la campagna lanciata in Brasile contro O’Mecanismo – The Mechanism la serie tv originale di Netflix disponibile sulla piattaforma, creata da Jose Padiha già produttore di Narcos, che racconta lo scandalo Lava Jato (letteralmente Autolavaggio), che ha travolta i vertici della nazione fino all’ex Presidente Lula, che rischia fino a 12 anni di carcere.

Il fronte anti-Netflix si allarga dal Brasile agli Stati Uniti dove il Parents Television Council, una sorta di Moige americano, associazione conservatrice di genitori, finanziata dallo stato, chiede alla piattaforma di bloccare la seconda stagione di 13 Reasons Why – Tredici. Secondo i genitori USA prima di distribuire la nuova stagione Netflix dovrebbe aspettare il parere della comunità scientifica sul rischio che questa serie possa influenzare il pubblico minorenne.

Tredici, i genitori USA contro la seconda stagione

13 Reasons Why – Tredici racconta la storia del suicidio di Hannah Baker (Katherine Langford) attraverso tredici audiocassette lasciate ad alcune persone della sua vita che in qualche modo hanno contribuito a portarla alla decisione di uccidersi. La serie tv è stata un vero e proprio fenomeno globale tra gli adolescenti e non solo.

Secondo l’associazione dei genitori dopo la prima stagione la ricerca su Google “come suicidarsi” è cresciuta del 26% e ci sarebbero anche casi di ragazzi che hanno tentato di suicidarsi dopo aver visto la serie. Una tematica così potente, raccontata da protagonisti giovani e con al centro una ragazza, avrebbe grossa influenza sul pubblico tra i 13 e i 18 anni, soprattutto verso chi cova del disagio inespresso, delle problematiche relazionali e non solo non del tutto manifestate. Netflix risponde però che questo show ha portato i ragazzi e le famiglie ad interrogarsi su queste tematiche e ha quindi, da un certo punto di vista, una funzione sociale ed educativa.

Oltre alla stringete tematica adolescenziale, il caso di Tredici – 13 Reasons Why si intreccia anche con una questione riguardante l’uso e il consumo moderno della serialità. A differenza del passato in cui i genitori si riunivano con i figli davanti alla tv e avevano più o meno il controllo del telecomando, oggi i ragazzi possono guardare programmi come Tredici ovunque e in ogni momento, in completa solitudine e all’insaputa dei genitori, magari senza avere gli strumenti per comprendere quanto stanno vedendo. Questo ovviamente non deve giustificare alcun tipo di censura, ma può aprire una nuova riflessione sul linguaggio seriale e televisivo e su come affrontare queste tematiche e queste situazioni nel nucleo familiare.

L’impegno di Netflix per rispondere a questa situazione ha portato ad affiancare al sito 13ReasonsWhy.Info, che per ogni paese rimanda ad associazioni, istituzioni cui rivolgersi in caso di bisogno, dei cartelli esplicativi all’inizio di ogni puntata e alla realizzazione di un’introduzione con i protagonisti della serie che spiegano la natura dello show e le tematiche che saranno affrontate. Inoltre la seconda stagione sarà affiancata da un talk show in cui i membri del cast parleranno delle tematiche affrontate. Iniziative nate per ampliare la conversazione oltre le immagini e i dialoghi della serie tv.

I genitori del PTC chiedono che siano alcuni esperti a determinare se lo show sia sicuro per i minori, inoltre chiedono a Netflix di creare un sistema per cui gli abbonati possano non vedere alcuni prodotti destinati agli adulti o con contenuti espliciti in cambio di una riduzione del prezzo mensile, di elaborare un sistema di filtri che permetta ai consumatori di non trovare programmi con contenuti espliciti. Al momento Netflix non ha risposto all’associazione dei genitori ma immaginiamo che difficilmente la seconda stagione sarà rimandata viste anche le misure intraprese dalla produzione per aiutare e ampliare la discussione.

Il Brasile contro The Mechanism di Netflix

Proprio a ridosso della decisione della Corte Suprema di confermare il carcere per l’ex Presidente Lula, in Brasile è nata una campagna di boicottaggio contro Netflix, #DeleteNetflix, per protestare contro la serie tv O’Mecanismo – The Mechanism che racconta proprio lo scandalo di corruzione e criminalità che tocca da vicino l’ex Presidente Lula.

La serie tv prodotta da Jose Padiha (Narcos) racconta lo scandalo di corruzione e riciclaggio di denaro, Lava Jato (Autolavaggio) che ha coinvolto la società petrolifera di proprietà dello stato brasiliano Petrobras e la Odebrecht rinominati, senza nemmeno troppa fantasia PetroBrasil e Miller & Bretch nella serie. L’inchiesta emersa nel 2014 ha pian piano travolto politici di tutti gli schieramenti e uomini d’affari brasiliani, fino all’ex Presidente Lula condannato per corruzione.

Politici, attivisti e giornalisti brasiliani stanno accusando la serie Netflix di rappresentare gli eventi in modo errato e per questo hanno dato vita ad una forma di boicottaggio. Lo stesso Lula, che sicuramente ha ben altri problemi da affrontare, ha annunciato l’intenzione di denunciare Netflix in ogni paese fosse necessario.

O’Mecanismo – The Mechanism arriva in un periodo elettorale complicato per la nazione con il pullman della campagna di Lula che ha ricevuto colpi di pistola, l’attivista Marielle Franco è stata uccisa e addirittura il capo delle forze armate avrebbe minacciato un golpe se la corte si fosse pronunciata in favore di Lula (ma è successo l’esatto opposto proprio oggi).

Dilma Ruosseff, ex Presidente sostituita dopo un’accusa nei suoi confronti, ha scritto una lettera in cui accusa Padilha di promuovere e creare fake news “qualcosa che va oltre la disonestà intellettuale”. Ovviamente la serie è introdotta dalla scritta che è in parte basata su fatti realmente accaduti e Padilha ha definito patetico questo boicottaggio rispondendo con ironia che in caso si perderebbero la quarta stagione di Narcos.