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I Fatti Vostri: l’ospite urla, Magalli saluta e se ne va (VIDEO)

I Fatti Vostri festeggia l’Immacolata con un fuori programma davvero imprevedibile.

pubblicato 8 Dicembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 02:47

In onda anche nel giorno dell’Immacolata, I Fatti Vostri stava tranquillamente accompagnando i telespettatori verso il pranzo, quando Giancarlo Magalli ha avuto l’infelice idea di raccontare la storia di una ragazza, Chiara, e della donna che le ha donato il cuore, Maria. Doveva essere un blocco dedicato alle storie a lieto fine, perfette per la mattina dell’8 dicembre, ma si è trasformato in un comizio contro la malasanità campana, con urla fuori campo e chiusura dei microfoni.

La storia di Maria e Chiara è una vicenda toccante, chiamata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità della donazione degli organi, ed è iniziata come da copione: si parla della donatrice, Maria, e ci si collega con casa della ricevente, Chiara, che ha scelto però improvvisamente di non partecipare alla trasmissione. In sua vece è la mamma a raccontare la vita che oggi conduce la 16enne , sostanzialmente uguale a quella dei suoi coetanei. Tutto sembra filare liscio, fin quando Magalli non dà, improvvidamente (ma lo scoprirà poi) la parola al padre della ragazza, Giuseppe Campagnuolo. presente in studio – peraltro col fratello di Maria, Gennaro Capunzo – che la tiene per tutto il resto del blocco.

Lui, avvocato, ha evidentemente dimestichezza con arringhe e argomentazioni e quindi a colpi di “mi faccia dire ancora una cosa”, “questa devo dirla”, “mi faccia aggiungere anche questa poi mi taccio” tiene la parola per circa 10 minuti (o almeno tanti sembrano a chi ascolta facendo l’albero di Natale) per parlare del docufilm da lui prodotto senza scopo di lucro per raccontare la storia del cuore passato “Da Maria a Chiara” (lodevole), per ringraziare attori, collaboratori e amici (un po’ troppo didascalico), per ricordare l’opera meritoria dell’equipe del Monaldi di Napoli che ha eseguito il trapianto sulla figlia (ci sta), per far sapere che l’allora primario, ora in pensione, cura i bambini in Africa (ci sta anche questo).

Tutto poi precipita improvvisamente quando l’uomo decide di lanciarsi in una filippica contro la politica e la sanità nazionale e regionale: “Siamo stanchi di chi ha tre o quattro stipendi! Siamo stanchi dei direttori sanitari nominati dalla politica, di primari che chiedono soldi per un intervento immediato nella clinica privata a fronte di anni di attesa” con toni sempre più accesi, battendo il palmo sul tavolino del caffè di Piazza Italia e infervorandosi come se fosse davanti a un giudice.

Un perplesso Magalli ha cercato, sia pur cortesemente, di fargli presente che il suo sfogo, per quanto comprensibile, corredava una storia di eccellenza. “Lei in fondo è stata una vittima di ‘buona sanità‘” gli dice Magalli nel tentativo di arrivare a una chiusura ‘pacifica’ in tema con lo spirito che aveva animato il blocco.
Non c’è stato nulla da fare: le urla sono continuate, lo sfogo ha assunto i toni dell’invettiva politica contro il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, accusato di non aver fatto nulla per ripristinare i trapianti pediatrici salvo essere riconosciuto come il primo ad aver ricostituito un’equipe pediatrica proprio al Monaldi. A questo punto la situazione, e il tempo ormai concluso, hanno spinto Magalli a troncare l’intervista, ormai lunga e ‘lontana’ dalla sua iniziale funzione.

Ha fatto specie, però, che le urla dell’ospite siano proseguite anche quando ormai si era cambiato argomento, rendendo le previsioni del tempo un momento piuttosto imbarazzante. Ci auguriamo che il fuori programma non distolga però dal punto focale, che con ‘l’intervento’ dell’ospite rischiava di restare solo di contorno, ovvero l’importanza della donazione degli organi. Il timore è che la filippica, che ha di fatto ‘violato’ le regole della situazione comunicativa mettendo in difficoltà anche i padroni di casa, possa avere un effetto controproducente. Noi intanto rivolgiamo un pensiero a Maria e alla giovane Chiara.

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