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Porta a Porta 2017-2018, la (finta?) indignazione non fa informazione

Porta a Porta, la prima puntata della 22esima edizione live su TvBlog.

pubblicato 13 Settembre 2017 aggiornato 9 Novembre 2020 15:29

Vespa non si discute: la politica è il suo specifico, ancor di più la storia politica d’Italia, tra eventi e retroscena. Del talk di cronaca nera, poi, ha fatto un genere tv a parte.
Non capisco, però, la sua progressiva tendenza a stare dalla parte dell’indignazione popolare nel caso in cui si parli di cronaca e attualità. Nella prima puntata di Porta a Porta si è parlato del caso dei Carabinieri accusati di stupro a Firenze e delle recenti alluvioni: il Direttore non ha fatto mancare il suo atteggiamento da inquirente alla ricerca della risposta definitiva vestendosi da marziano, ovvero come se non avesse mai vissuto in Italia negli ultimi 50 anni. Ho il sospetto che lo faccia per mettersi dalla parte del telespettatore. Un telespettatore che evidentemente vede come quello di certi programmi in access sulla concorrenza.

Domandare al ministro Pinotti “Cosa può aver indotto 2 Carabinieri a violare… sapendo benissimo, loro meglio di altri, che ci sono le telecamere, che una cosa di questo genere si scopre in 5 minuti…” o chiedere stupito al sindaco di Livorno perché nessuno abbia mandato una lettera agli abitanti del villino liberty sommerso dall’esondazione del Rio Maggiore (tombato negli anni ’80) per avvertirli che vivevano in una zona a rischio è degno di altri programmi. Lo trovo anche rischioso, perché dà più la sensazione di trovarsi di fronte a un inconsapevole che a un simulacro del pubblico a casa. A meno che non sia davvero questa la visione che Vespa ha del pubblico tv. Magari di quello che vorrebbe attirare.

Trovo quasi incredibile, poi, che Vespa non conosca le procedure di accesso ai fondi governativi, lui che ha una conoscenza maniacale di tutto quello di cui tratta. Il ruolo di scandalizzato, insomma, gli si confà poco: o lo sopravvaluto io o, mi spiace, non è in parte. E finisce per non rendere un buon servizio alla sua stessa narrazione.

Così facendo l’informazione, su cui Porta a Porta ha comunque sempre puntato (no?), finisce per essere cannibalizzata – stagione dopo stagione – dal commento fine a se stesso. Se è vero che il servizio sulle tre inchieste in corso sui Carabinieri è stato tra i più chiari finora sentiti è anche vero che tutto il blocco sul caso ha davvero poco senso, se non quello di scatenare l’indignazione dei telespettatori. Una moderata indignazione, sia chiaro. Una indignazione moderata che può rivolgersi verso i due Carabinieri, verso gli studenti americani senza regole, verso il Sindaco che fa poco, verso una società che ‘dove andremo a finire, signora mia…”. A scelta. In questo senso non ci sono tesi precostituite, anche grazie agli ospiti, ben scelti ed equilibrati nelle dichiarazioni. Ed è già tanto. Nel contesto generalista italiano, Porta a Porta resta il ‘corsera’.

Indignazione come simulacro, ma anche come strumento maieutico, utile a stimolare la risposta e la spiegazione da parte dell’ospite. In fondo possono essere lette come le due facce di una stessa medaglia: se mi voglio mettere dalla parte del pubblico c’è bisogno di qualcun altro che spieghi, no? Il tutto è molto rischioso, come dicevo. Ammetto che certe smorfie, certi sbuffi, certe parole hanno minato la mia ipotesi sulla conduzione ‘fictional’ di Vespa: certe volte ho davvero la sensazione che sostenga davvero quel che dice. Ma non può essere così, tout simplement. Deve esserci una volontà narrativa, ci deve essere l’intenzione di essere l’autore ideale di un pubblico ideale, altrimenti non saprei come collocare la chiosa finale, quando, dopo il blocco sulle alluvioni (e un flash sull’incidente nella Solfatara di Pozzuoli in cui sono morte tre persone) Vespa saluta il pubblico invocando la clemenza del clima, perché non siamo preparati a fronteggiarlo, e del Signore, perché “ce la mandi buona”.

Non ci sono più le mezze stagioni, signora mia…

PS. Questo è l’anno del celeste: dopo La Vita in Diretta, anche Porta a Porta sceglie di rivestire il proprio logo (ma per fortuna in questo caso non lo studio), di celeste (blu polvere? Blu carta da zucchero?). Mi sembra di cogliere una strategia di identità di rete nelle scelte cromatiche, dalle ‘Farfalle’ alle grafiche dei programmi di Rai 1. Vabbè, di certo mi sbaglierò. Ma se fosse vero l’intento sarebbe interessante, magari non sempre sviluppato al meglio.

Porta a Porta 2017-2018, diretta prima puntata

  • 23.15

    Il paradiso delle signore sta per finire e Bruno Vespa appare per fare l’ordine del giorno: la prima parte si occupa dello stupro di Firenze con il Ministro della Difesa Roberta Pinotti, col titolo “Fango sulla divisa”. Nella seconda parte ci si occupa di alluvioni con “Perché l’Italia affonda”.

  • 23.41

    Quando una sigla funziona non si cambia: bravo Brunone! Neanche lo studio e neppure la regia, sempre di Aleotti.

  • 23.42

    Una copertina sintetizza i fatti dell’estate, quelli che Vespa non ha potuto seguire, dallo sgombero a Roma ai missili coreani, dalla vittoria della Pellegrini al terremoto di Ischia.

  • 23.43

    Ma eccolo Bruno Vespa. Fa una sintesi delle notizie buone e cattive dell’estate: tra le buone, il miglioramento dei dati dell’economia e la riduzione degli sbarchi…

  • 23.44

    Ma il primo argomento è lo stupro di Firenze con i due Carabinieri accusati da due studentesse americane. Un filmato ricostruisce i fatti, con Vittoriana Abate.

  • 23.47

    “Un fatto che offende l’Arma, offende l’Italia e ci mette in difficoltà con gli USA” dice Vespa. Vabbè, gli USA li metterei da parte, eh.

  • 23.47

    “La sua prima reazione come donna” chiede Vespa al ministro Pinotti che ribadisce piuttosto la gravità del fatto, considerata la divisa. “Ho due figlie femmine. La prima reazione, ho sperato non fosse vero. E’ un dispiacere immenso che due carabinieri abbiano potuto fare una cosa così. La reazione dell’Arma è stata immediata, con massima celerità e severità. Ho vissuto con l’arma il dolore di vedere del fango sui Carabinieri”. Ecco, io la parola ‘fango’ non l’avrei usata: ha una connotazione ormai troppo legata alla ‘macchina del fango’…

  • Vespa inizia coi distinguo: “Una prima parte innegabile è che hanno fatto una serie di violazioni: hanno usato l’auto di servizio per accompagnare due ragazze, l’hanno lasciata incustodita, sono saliti a casa, hanno avuto un rapporto sessuale. E’ sufficiente per allontanare due militari dall’Arma?”
    “Si è andati contro ogni etica dell’essere Carabinieri. Non ci sono attenuanti. Non è pensabile che un Carabiniere possa comportarsi così. Non iniziamo a parlare di ubriachezza…”.


  • La seconda parte riguarda la natura del rapporto sessuale, se sia stato o meno consenziente. Ma qui si entra nella vicenda penale personale. Per la PInotti la prima è più che sufficiente. E sottolinea che le regole perché questo non accada ci sono, è nella storia stessa dei Carabinieri. Brava.

  • 23.55

    “Cosa può aver indotto due militari a fare quello che hanno fatto, considerato che poi ci sono le telecamere….”: Bruno, ma davvero fai?
    “Comunque sia è inaccettabile” taglia secco il ministro. “Saranno fatte le indagini. La prima vittima è l’Arma, infangata da quel che hanno fatto queste due persone” aggiunge il ministro, che abbraccia idealmente i Carabinieri che quotidianamente svolgono ineccepibilmente il loro lavoro.

  • 23.57

    Servizio sull’inchiesta in corso riguardo lo stupro.

  • 23.59

    Il servizio è utile per montare le poltrone: andata via il Ministro, il talk continua col generale Stefanizzi al quale si chiede l’iter del procedimento disciplinare. Ma mi spiegate, nel dettaglio, che senso ha questo talk? Il fatto è gravissimo, la questione penale è sotto inchiesta, per cui di che stiamo parlando?

  • 00.03

    Presente anche il sindaco di Firenze Nardella al quale Vespa chiede se il Console ha capito che si è trattato di un fatto episodico. Ora, il Console immagino conosca l’Italia a prescindere da quel che gli dice Nardella.

  • 00.05

    “La mia preoccupazione è rivolta soprattutto alle ragazze – dice il Sindaco, che ricorda le ordinanze contro l’alcool – Mi dispiace che questo fatto squallido possa rovinare l’immagine e la fiducia dell’Arma e di una città.”.

  • 00.07

    Francesco Carrassi, direttore de La Nazione, entra già nel commento: “Indipendentemente da tutto, quelle persone non sono più carabinieri”. Il direttore ricorda come ogni fine settimana c’è una festa per gli americani.

  • 00.08

    Carrassi entra nel dettaglio: “Dopo la, diciamo, violenza, le ragazze hanno chiesto aiuto alle loro tutor. Una è svenuta perché aveva bevuto troppo, l’altra, lucidamente, ha spiegato cosa è successo e ha detto di non aver urlato perché l’uomo era un armadio…”. E si aggiunge che Università consigliano alle ragazze di chiedere aiuto alla Divisa, in caso di problemi. Come farebbe chiunque di noi.

  • 00.09

    Intervista all’avvocato di una delle due ragazze, che precisa anche la bufala della polizza anti-stupro. “Loro si sono fidate perché la scuola aveva detto loro di fidarsi solo della Polizia e dei Carabinieri”. Giustamente.

  • 00.10

    Vespa chiede a Nardella lumi sulle assicurazioni. Il sindaco, giustamente, non ne sa nulla. Risponde il direttore de La Nazione, spiegando che si tratta di polizze generiche che si fanno sempre in questi casi contro furti, danni etc.

  • 00.11

    A Nardella preme soprattutto non perdere il rapporto con le oltre 40 università americane presenti a Firenze: “Questi due individui devono rispondere anche di danno all’immagine verso la città”.

  • 00.12

    Si fa chiarezza sulle inchieste. Ce ne sono tre in corso: una disciplinare, una militare e una civile. Stefanuzzi sottolinea come le procedure di sicurezza e di servizio – violate dai due – sono pensate per la salvaguardia del pubblico e degli operatori.

  • 00.15

    “Non è che i turni sono troppo lunghi per questi ragazzi che poi hanno bisogno di…” sfogarsi? Scaricare tensione? Direttore Carrassi, che diavolo stai dicendo?!
    Stefanuzzi frena subito: “Sono turni di 6 ore”. Vespa borbotta come a dire al collega “Su, dai…”:

  • 00.15

    Pubblicità.

  • 00.22

    Si rientra con un’intervista agli studenti americani, ai giornalisti, ai tutor delle università. Insomma, si fanno le pulci ai comportamenti dei ragazzi americani a Firenze. Da noi possono bere, negli USA non prima dei 21 anni, si sballano… Vabbè. Intanto si smontano i dati falsi sul 90% di false violenze denunciate dalle americane a Firenze.

  • 00.25

    Nardella ribadisce come a Firenze sia vietato pubblicizzare sconti sull’alcool, con tanto di guerra ai negozi che vendono alcool di scarsa qualità a ogni ora, con ordinanza sulla vendita e la somministrazione nei locali. E suggerisce la presenza di più donne in pattuglia.

  • 00.27

    Non volevamo crederci, dice Stefanuzzi che dà conto anche delle attestazioni di affetto e di stima che arrivano all’Arma in questo momento. “Questo ci dà forza di ricompattarci e trovare le soluzioni per evitare che questo non si ripeta mai più”.

  • 00.29

    Stefanuzzi non risponde sulla possibilità di più donne nelle pattuglie, però.

  • 00.29

    L’Italia ha il minor numero di denunce di violenze presentate in Europa.
    Sottolineo ‘Denunciate’.
    E quindi questo cosa dovrebbe dirci? Che siamo un paese sicuro per le donne?

  • 00.30

    Seconda parte: Perché l’Italia sta affogando? “E perché i soldi messi a disposizione non vengono usati”.

  • 00.31

    Servizio sull’alluvione di Livorno. Colonna sonora, Amèlie. Se Yann Tiersen ha preso anche solo 1 cent di diritti per quella colonna sonora dai nostri talk, contenitori, tg ha ormai sistemato le sue prossime 12 generazioni.

  • 00.35

    C’è il sindaco di Livorno, Nogarin. “Non voglio entrare nella polemica, ma c’è una differenza tra allarme rosso e arancione? E chi le definisce?” dice Vespa. Se non vuoi fare polemica, perché non lo chiedi alla Protezione Civile?

  • 00.41

    Il collegamento c’è il Ministro dell’Ambiente. Vespa chiede: “La vecchia protezione Civile, quella dell’Aquila, è stato smantellata e si è passata alle protezioni civili regionali. Ho capito male o lei ha detto che avere 20 Protezioni Civili è esagerato o ho capito male?”
    Il ministro risponde: “Ha capito male. Mi riferivo ai centri meteo: ogni regione ha il proprio e penso che debbano essere messi in rete in un unico centro che li coordina e che possano essere più efficaci”: Ci vuole una riforma costituzionale. Non sto scherzando.

  • 00.42

    Ora Vespa la domanda sui colori dei bollettini la fa a D’Angelo, della Protezione Civile, che provvede a fare anche una lezioncina al Ministro sulla corretta definizione dei Centri Meteo…

  • 00.43

    Vespa sta pressando il metereologo Pasqui perché ammetta che non sono in grado di fare previsioni. “Questa l’avevate azzeccata?”. Il punto è che Vespa vuole arrivare al fatto che il meteo non riesce a dire quanto piove ed esattamente dove. E Vespa domanda se c’è un protocollo diverso tra Rosso e Arancione. Sì.

  • 00.45

    Carrassi fa notare una cosa giusta: “Che sia Rosso e Arancione, il Sindaco cosa fa: manda sms dicendo di non muoversi di casa, allerta… Ma i morti di Livorno erano a casa. Non si stavano muovendo. Stavano seguendo quello che era previsto. Il problema è a monte. A Firenze, dopo tutto quello che è successo nel ’66, un alluvione oggi porterebbe l’acqua a salire a 3 mt invece che a 4 mt. Con tutte le casse di espansione. Questo è il problema”. Come a dire che se non c’è una tutela, è inutile ragionare di colori…

  • 00.49

    Cartelli sui dati delle alluvioni dal 1967 al 2016: le regioni colpite sono tutte, le province anche, i comuni 1 su 4 in media.

  • 00.52

    “In Italia non ci facciamo mancare nulla: siamo a rischio frane, inondazioni, vulcani, terremoti, per naturale conformazione territoriale. Ma se poi ci mettiamo una pessima pianificazione… I fiumi tombati sono un esempio: si è pensato che si potesse addomesticare tutto…” dice il geologo.

  • 00.52

    Il piano Italia Sicura è entrato in vigore il primo giorno del Governo Renzi – dice il Ministro. Il problema è che sono stati stanziati più di 2 miliardi di euro; usati, dice Vespa, 100 milioni. E qui si entra nei grandi meandri della burocrazia. “Abbiamo stanziato 840 milioni per progetti ponte: per il 2017 avremmo dovuto stanziarne 94, ne abbiamo stanziati 114. Forse siamo un po’ lenti, ma per aprire i cantieri ci vogliono anni e la politica fugge, perché non ne godrà i benefici, perché saranno completate entro il 2025”. Il discorso del ministro è chiaro: la politica – nazionale, locale, comunale – non si ammazza a caldeggiare progetti che se tutto va bene saranno inaugurati da altri.

  • 00.59

    Repubblica parla di 7,7 miliardi stanziati per progetti da realizzare entro nel 2023. Vespa insiste sulle cifre: sono 2 miliardi 7,7? Il ministro dice che i patti da lui firmati sono da 854 milioni, e per cronoprogramma sono stati spesi nel 2017 114.
    Vespa affonda: “Lei, per fortuna, sta lì da 4 anni: aveva tutto il tempo per spenderli… “. Non capisco dove voglia arrivare Vespa. Ne fa una questione di cifre, ma non entra nel merito.

  • 00.59

    Vespa chiede aiuto al geologo, che sottolinea come, alla fine, il problema è che mancano i progetti, perché i comuni non hanno i soldi per fare i progetti con i quali attingere ai fondi messi a disposizione dal Governo. Ha perfettamente ragione. Il ministro conferma che i progetti non sono finanziati, o meglio esiste un fondo a parte di 100 milioni che partito a gennaio e con prima erogazione a metà ottobre.
    “Io ci ho provato: ho fatto i presidenti di Regione Commissari straordinari per sveltire procedure e progettazione, tra permessi, valutazioni… Se il titolo V dà ai Comuni il potere di spendere i soldi come si fa? Come fa un comune di 5000 abitanti a progettare quanto gli è necessario…”.

  • 01.04

    Vespa pare sceso da un altro pianeta. Ma la parte del ‘plebeo’ non gli si addice. Eppure sta andando sempre più in quella direzione. Capisco essere il simulacro del pubblico a casa, ma l’indignazione non serve, non spiega, non aiuta a chiarire. Fa solo empatia funzionale…

  • 01.08

    “Le persone che abitavano lì sapevano del rischio? Sennò non se la compravano…” chiede Vespa al Sindaco che risponde: “Il piano è noto ed è pubblico. La tombatura peraltro è dei primi anni ’80…”.
    “Quindi la gente sapeva che viveva in un posto a rischio…” insiste Vespa.
    “Lo sanno di vivere accanto a un fiume, ma mi hanno raccontato che l’acqua è salita di 2,8mt in pochi minuti…”.
    “Ma nessuno ha mandato una lettera alla villetta Liberty dicendo ‘Guardate, vivete in un posto a rischio…” dice Vespa. Ma che davero!? Perché non si sono visti che sono sotto il livello strada? Ma se è liberty non è precedente agli anni ’80, quindi all’intombamento? “I cittadini devono avere anche autocoscienza del rischio” sottolinea il geologo. “QUALCUNO MI DEVE DIRE SE VIVO IN UN POSTO A RISCHIO O NO…” dice Vespa.: e chi te lo deve dire? Il sindaco? Per fortuna il geologo ricorda come ci sia poca cultura in generale sulla sicurezza, su cosa fare in caso di emergenza, su come tutelarsi…

  • 01.13

    E si passa a Roma.

  • 01.16

    Caso della famiglia morta nella Solfatara di Pozzuoli: in chiusura servizio della redazione di Napoli. Secondo Vespa c’era bisogno di un avviso specifico per dire che si tratta di una zona vulcanica e che non bisogna scavalcare le recinzioni?

  • 01.18

    “Speriamo che l’inverno, dopo il grande caldo e il grande secco dell’estate, non ce la faccia scontare perché non siamo preparati, diciamo, ad affrontarlo. E che Dio ce la mandi buona”: complimenti all’approfondimento giornalistico.

Porta a Porta 2017-2018 | Prima puntata | Anticipazioni

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Bruno Vespa si taglia lo stipendio e torna nella seconda serata di Rai 1 con la 22esima edizione di Porta a Porta, al via questa sera – martedì 12 settembre 2017 – alle 23.35. E noi seguiremo come sempre la prima puntata live su TvBlog.

Per la sua prima serata, Vespa ha pensato a una puntata tra terrorismo e turismo, almeno stando al promo che ha girato in questi ultimi giorni. Come sempre gli ingredienti della stagione spazieranno dalla politica all’economia, senza dimenticare la cronaca (nera), il costume, lo spettacolo, l’intrattenimento e la promozione Rai. “Una missione editoriale che permette di essere presente in tempo reale sui grandi eventi e sulle emergenze legate al terrorismo e alla cronaca” si legge nella nota di presentazione di questa nuova edizione.

Porta a Porta 2017-2018 | Come seguirlo in tv e in live streaming

Il programma di Bruno Vespa va in onda il martedì, il mercoledì e il venerdì nella seconda serata di Rai 1 (anche su Rai HD, al canale 501 del DTT) ed è visibile in live streaming, come tutta la programmazione della Tv di Stato, sul portale RaiPlay, dove è poi disponibile anche on demand. In questo modo evita il GF Vip.

 

Porta a Porta 2017-2018 | Second Screen

Il programma ha una propria pagina Facebook, un profilo Twitter e come hashtag #PortaaPorta. Attivo anche il profilo Twitter del conduttore, Bruno Vespa. Noi seguiremo la prima puntata live su TvBlog dalle 23.35 e fino all’1.20.


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