Home Quelli che il calcio Marino Bartoletti: “Ho inventato Quelli Che, nessuno mi ha mai più invitato”

Marino Bartoletti: “Ho inventato Quelli Che, nessuno mi ha mai più invitato”

Marino Bartoletti e la nostalgia.

pubblicato 10 Settembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 06:34

“Lasciatemi salutare Marino Bartoletti e chi 25 anni fa era con me”. Fabio Fazio, ospite nella prima puntata di Quelli Che Il Calcio versione Luca e Paolo, ha così ‘festeggiato’ i 25 anni della trasmissione che debuttò nel 1993 su Rai 3 (poi passata su Rai 2 dal 1998). Chi (forse) ha guardato il programma da casa è stato proprio Marino Bartoletti, ideatore del programma che per la prima volta ha mischiato il calcio alla leggerezza.

Il giornalista ha ricordato sulla sua pagina Facebook gli esordi:

“Il progetto, che conservo ancora nella versione originale (ora si chiamerebbe abstract), lo avevo depositato scritto a macchina sulla scrivania di Angelo Guglielmi, leggendario Direttore di Rai Tre, fin da gennaio: erano poche paginette. Mi esortò a lavorarci con Voglino, vero genio della tv per la parte creativa e, per la parte tecnica, con Luigi Muccino (padre prezioso di figli poi diventati celebri e purtroppo un po’ litigiosi). Scorrendo la mia proposta dei tre possibili nomi per la conduzione, Guglielmi solo su uno si impuntò: quello di Fabio Fazio che, sentenziò, “non avrebbe mai bucato il video” (come direbbe Lotito: “Quandoque bonus dormitat Homerus”)”.

Bussarono alla porta di Gianni Morandi e Dario Fo per la conduzione, che rifiutarono, quindi la scelta cadde proprio su Fazio. E andò benone:

“E così, per esclusione toccò a Fabio: che fece la fortuna della trasmissione (e di cui, probabilmente, la trasmissione fece la fortuna). “Tanto non andrete oltre il 5% di share, ma per Rai Tre va bene così” disse Guglielmi. La puntata d’esordio fece un inaspettato 10%. Alla fine del primo anno facemmo più del 20% di media. Dopo quattro anni ci guardavamo imbronciati quando scendevamo sotto il 35% (cinque-sei milioni di telespettatori a settimana: più di “Domenica In” e di “Buona Domenica” messe assieme). Dovemmo traslocare da Rai Tre a Rai Due perché la “terza rete”, nell’ecosistema dei palinsesti Rai, non poteva permettersi un ascolto così esagerato”

Bartoletti chiosa il suo intervento con un pizzico di comprensibile nostalgia: “In quello studio non ci ho più rimesso piede: né nessuno mi ha mai più invitato. Non mi aspetto né medaglie, né mazzi di fiori. Mi tengo il piccolo orgoglio di essermi battuto perché questa trasmissione nascesse. E fosse così bella”.

Photo credits | Facebook

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