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Orange Is The New Black, Jenji Kohan ammette che la quinta stagione non le è piaciuta

Jenji Kohan ammette che neanche a lei, come alla critica americana, non è piaciuta la quinta stagione di Orange Is The New Black, che è stata scritta da autori differenti rispetto alle stagioni scorse

pubblicato 2 Settembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 06:53

La quinta stagione di Orange Is The New Black è ormai disponibile su Netflix da più di tre mesi: i fan della serie tv sicuramente l’avranno divorata, notando come, rispetto al passato, qualcosa sia cambiato. Il motivo è semplice: gran parte degli autori delle prime stagioni non lavora più allo show.

Una situazione di cui la critica americana si è subito accorta, con commenti poco entusiasti sulla quinta stagione. A differenza delle altre, la stagione attraversa un arco temporale di soli tre giorni, in cui la rivolta al Litchfield scatenata dalla morte di Poussey (Samira Wiley) per mano di una guardia si svolge tra storyline comiche -come quella di Maritza (Diane Guerrero) e Flaca (Jackie Cruz)- e drammatiche -la negoziazione portata avanti da Taystee (Danielle Brooks) per chiedere giustizia nei confronti dell’amica scomparsa e maggiore dignità per le detenute.

Non solo la critica americana è stata dura con la quinta stagione: anche la stessa creatrice dello show Jenji Kohan ammette che qualcosa non è andato per il verso giusto. In un profilo a lei dedicato sul New Yorker, l’autrice ha addirittura definito “fan fiction” alcune delle storie raccontate nel corso degli episodi.

A provare a recuperare la situazione ci ha pensato Teri Herrmann, braccio destro della Kohan ed a capo degli autori, anche se conferma la sensazione della collega:

“Abbiamo perso un sacco degli autori originali. Non è colpa di nessuno. Si è semplicemente trattato di una nuova dinamica -i nuovi sceneggiatori si sono legati ai personaggi da telespettatori, non da autori”.

Ma chi è entrato nella writer’s room di Orange Is The New Black? La rivista spiega che la quinta stagione è stata scritta da autori di sit-com, da un autore teatrale, un ex autore di Bones e la scrittrice Merritt Tierce, incontrata dalla Kohan al MacDowell, un ritiro per artisti nel New Hampshire. Gli originali, invece, sono andati ad occuparsi di altro: Nick Jones e Sian Heder lavorano a G.L.O.W., altra serie tv di Netflix prodotta dalla Kohan, mentre Lauren Morelli ha firmato un accordo a parte con la piattaforma.

La writer’s room -che il New Yorker definisce come un misto tra un’aula di disegno di un asilo ed un centro di riabilitazione, con evidenziatori, libri da colorare, maglioni da indossare “per chi si sente vulnerabile” ed alcuni libri di auto-aiuto-, per la sesta stagione, subirà inevitabili cambiamenti: degli autori che hanno lavorato alla quinta stagione, solo due sono stati riconfermati.

Dubbi anche sul cast: visto com’è finita la quinta stagione (con le detenute trasportate in diverse prigioni), è possibile che alcune non saranno più presenti. Tra queste, proprio il personaggio di Maritza, dal momento che la Guerrero entrerà nel cast della seconda stagione di Superior Donuts. Ad ogni modo, la sesta stagione dovrà dimostrare che Orange Is The New Black ha ancora qualcosa da dire, così come il viaggio di Piper (Taylor Schilling).