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Tivucumprà, il mercato del bestiame catodico: da Alessio Vinci a Belen i programmi in tv “servono” e non si meritano più

E’ la tv a non meritare certi personaggi o sono certe star che affollano il telemercato a non meritare i loro posti in prima fila? Una cosa è certa, nel mercato della tv non c’è più spazio per la meritocrazia: c’è una gara al miglior offerente. Quello che conta sono le amicizie e le congiunture

pubblicato 3 Luglio 2009 aggiornato 5 Settembre 2020 23:39


teo belen E’ la tv a non meritare certi personaggi o sono certe star che affollano il telemercato a non meritare i loro posti in prima fila? Una cosa è certa, nel mercato della tv non c’è più spazio per la meritocrazia: c’è una gara al miglior offerente. Quello che conta sono le amicizie e le congiunture favorevoli e il telespettatore è l’ultimo a poter dettare legge. Se non hai potere d’acquisto ma hai portato al successo un programma, qualcuno è al varco per scippartelo perché “gli serve” affidarlo a qualcun altro, senza che tu possa rivendicarne la paternità o abbia un’assicurazione che ti tuteli dal furto. Il format non è tuo, la rete può farne quello che vuole e sbarazzarsi di te per il favorito di turno.

Vero, Enrico Papi? Il conduttore ha la bocca cucita con la stampa – perché di questi tempi certi personaggi sono off-limits se con un diavolo per capello – quando si prova a chiedergli come ci si sente a essere scippati di Sarabanda, una sua creatura quanto, se non più, di Papi Quotidiani. Il programma “serviva”, però, a far brillare per tutta l’estate la stella (con panorama posteriore incluso) di Belen Rodriguez, sotto l’egida di un addomesticato Teo Mammucari. Come, del resto, Colorado “serviva” come esca per catturare il pericoloso pesce della concorrenza, Nicola Savino, che ci è cascato con tutte le scarpe.

Abbiamo provato a estorcere a Beppe Braida, qualche giorno fa, la sua versione dei fatti, ma ci dicono che è malauguratamente in vacanza fino a fine luglio (lunghe le vacanze degli epurati). Papi, invece, dal canto suo non ha elementi per ribellarsi: è stato blandito con la conduzione de Il Colore dei Soldi, prima promessa all’espatriato Amadeus: si tratta di un nuovo quiz destinato ad alternarsi nell’access di Italia 1 con un successo sempreverde come La ruota della fortuna. E dire che Papi aveva più di una ragione per essere “tranquillizzato”, visto l’eterno tira e molla de La Pupa e il Secchione 2.

panicucci urso brachino Cancellato lo show, anche Federica Panicucci andava in qualche modo “tutelata”, visto che Cupido non è quel che si dice un programma di cui andar fieri. Di qui la promozione a Mattino Cinque, che l’ha vista tutta tronfia sul red carpet di Mediaset Night, come neo-adepta di Videonews e non una conduttrice di Candid Camera qualsiasi. E’ così che funziona, basta poco perché i giornali, anziché la Federica dei flop, ricordino la Federica del grande successo del mattino di Canale 5. Un successo che “si ritroverà” in tasca e da cui, ne siamo certi, stenterà ad emanciparsi per nuovi salti nel buio in prime time.

Altro bell’esempio di “conduttrice assicurata” è Emanuela Folliero, l’unica annunciatrice Mediaset ancora in vita. Per tanti anni ha provato a inserirsi in programmi dell’azienda, come supplente di Ok, il prezzo è giusto o come aspirante candidata (bocciata) a Mattino Cinque. Considerato che non brilla di simpatia, la conduttrice ha trovato la sua gallina dalle uova d’oro in Stranamore. La sua fortuna è stata quella di affiancare il presentatore nell’ultima edizione da lui presentata, poco prima di morire. Lì si è trovata per caso e lì è rimasta “per quieto vivere”, senza nessun interesse da parte di Rete4 di rilanciare un programma-cadavere come il suo indimenticato presentatore.

Un giornalista di Tgcom le chiede alla presentazione dell’autunno 2009, che non la riguarda, se ha altri progetti per il futuro e a lei va la pizzetta di traverso: cosa ci si può aspettare di meglio di un vitalizio assicurato in prima serata, indipendente da ogni dato Auditel e al servizio di un pubblico anziano che si accontenta di ciò che passa al convento?

Lo stesso pubblico che si è abituato a Elisa Isoardi in daytime, mentre Antonella Clerici continua a infierire sulla sua sostituzione a La prova del cuoco sulle pagine del Sorrisi e Canzoni Tv:

“Proprio qualche giorno fa ho avuto un incontro con il vicedirettore Rai Lorenza Lei. E’ stato un chiarimento doveroso perché a me piace avere rapporti leali con tutti. Ora attendo di sapere cos’altro mi proporranno. Per La prova del cuoco ormai ho capito che devo metterci una pietra sopra. E’ stato il classico delitto perfetto, visto che ancora oggi non so perché mi abbiano fatto fuori. Di sicuro il movente non è stato economico visto che i miei guadagni sono di gran lunga inferiori a quelli di tanti colleghi Mediaset e di alcuni colleghi Rai. Ma una conduttrice come me non può accontentarsi di due programmi e un arrivederci a grazie. Ho sentito voci su me a Sanremo. Vediamo che cosa succederà. La dirigenza Rai farà le sue scelte e io poi farò le mie”.

E poi, ancora, la stagione in corso è stata quella dell’exploit di Alessio Vinci, che ha smesso i panni del professionista Cnn per diventare il giornalista pilotato più popolare della tv. Anche in questo caso Matrix “serviva” per liberarsi di uno scomodo a favore di uno bravo ma innocuo. Nella logica Mediaset uno come lui potrebbe sopravvivere ancora a lungo, almeno fino a che non saranno maturi i tempi per un conduttore più schierato nel ruolo dell’anti-Vespa.

Infine, ci sono le cessioni concordate, della serie io lascio un programma e mi sta bene che lo conduca tu, perché meglio tu che un altro. E’ successo a I Raccomandati, con Carlo Conti che ha lasciato campo libero a Pupo (della serie, mi aiuti a staccare la spina ma non temo che un giorno tu possa togliermi i cavalli di razza). E ancora a Veline, con un Teo Mammucari che ha potuto permettersi di fare il papà, mentre lo zio Ezio si è spupazzato le Veline con il consenso di Nonno Antonio.

Quanti cambi di conduzione nell’ultimo anno televisivo, che il telespettatore meno “scafato” sta a guardare attonito, con una punta di curiosità per l’effetto-novità. Ci si illude che sia la voglia di sperimentare o di investire in nuovi talenti a favorire un indolore cambio della guardia. Poi unisci i tasselli, combini i retroscena e ti rendi conto che il mercato della tv ha delle leggi talmente imperscrutabili da essere a totale discrezione dei piani alti e delle loro manovre, anziché del telespettatore.