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Animal Kingdom, su Premium Crime una famiglia unita solo dal crimine

Su Premium Crime di Mediaset Premium Animal Kingdom, serie tv che segue le vicende di una famiglia dedita ai furti ed alle rapine, con a capo una matriarca manipolatrice che vuole controllare i propri figli

pubblicato 7 Febbraio 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 13:45

Quando il crimine diventa un affare di famiglia, non ci sono legami che tengano: Animal Kingdom, in onda da questa sera alle 21:15 su Premium Crime di Mediaset Premium, ci mostra come la criminalità possa diventare punto d’incontro e di scontro all’interno di un nucleo familiare differente, il tutto raccontato sullo sfondo del sud della California.

Quando Julia, madre del 17enne Jay Cody (Finn Cole), muore di overdose, il ragazzo si trova costretto a contattare la nonna, che gli offre subito ospitalità. Non si tratta, però, di una nonna qualsiasi: Janine “Smurf” (Ellen Barkin), infatti, è una donna tanto affascinante quanto manipolatrice, a capo di una vera e propria banda criminale formata dai suoi figli.

Proprio loro non gradiscono il fatto che in casa circoli un ragazzo che praticamente non conoscono, essendosi Julia allontanata dalla sua famiglia anni prima: Baz (Scott Speedman) è il figlio che sembra essere il più ragionevole. Sposato con Catherine (Daniella Alonso), da cui ha avuto una figlia, Lena (Aamya Deva Keroles), è però manipolativo ed egocentrico come la madre. Craig (Ben Robson), invece, fa un forte uso di droghe ed è affascinato da ogni tipo di azione estrema; Deran (Jake Weary), invece, vive nascondendo un segreto ai propri familiari, mentre Pope (Shawn Hatosy), con alcuni problemi mentali, sorprende tutti uscendo di prigione in anticipo, e costringendo i suoi fratelli ad includerlo nelle loro prossime rapine.

Jay, sostenuto dalla sua ragazza Nicky Belmont (Molly Gordon), entra così in un mondo di cui aveva sentito parlare dalla madre, ed in cui ora è costretto a fare la sua parte: i Cody, per evitare che il ragazzo parli alle forze dell’ordine, iniziano a coinvolgerlo nelle loro malefatte, rendendolo loro complice e membro della famiglia.

Animal Kingdom è il remake dell’omonimo film australiano del 2010 di David Michôd, qui in veste di produttore esecutivo con John Wells, che di dinamiche familiari disfunzionali se ne intende, essendo colui che ha portato in America Shameless. A differenza della serie tv di Showtime, però, in Animal Kingdom prevale la componente criminale e drammatica del racconto, che non fa sconti e non risparmia momenti di tensione.

A dare maggiore impulso alla violenza mostrata nella serie, il fatto che gran parte delle dinamiche avvengono in un nucleo familiare, capitanato da una matriarca ossessivamente legata ai suoi figli e soprattutto decisa a tenere le fila delle loro vite e delle loro azioni. I Cody non sono una gang per scelta, ma sono nati all’interno di un modo di vivere per cui considerano il delinquere l’unico modo possibile di essere una famiglia.

Proprio questo strano collante rende Animal Kingdom una serie che si sporca le mani e che sovverte i canoni della famiglia televisiva: più del racconto, è il rapporto tra i vari fratelli, sempre in procinto di esplodere in una lite o peggio, a dare allo show una forza insolita.

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