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Mediaset Premium, il futuro è senza calcio

Piersilvio Berlusconi: “Il calcio continuerà ad essere fondamentale per chi fa una tv ‘pesante’, noi andiamo da un’altra parte”

pubblicato 24 Gennaio 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 14:23

Se Sky Italia è alle prese con le proteste dei lavoratori che si oppongono al piano di riorganizzazione delle redazioni che prevede quasi 200 esuberi e il drastico ridimensionamento della sede di Roma del telegiornale a favore di quella di Milano, le prospettive in casa Mediaset Premium sembrano non essere molto più rosee.

Nei giorni scorsi il management di Cologno Monzese ha presentato a Londra agli investitori internazionali il piano triennale della pay tv. La prima notizia è che nel futuro di Premium il calcio dovrebbe avere uno spazio marginale. O, per dirla meglio, che da parte del Biscione ci sarà un “approccio opportunistico” sui diritti televisivi del pallone.

La seconda notizia è che ci sarà una divisione tra la piattaforma di distribuzione e il business editoriale: per quanto riguarda la proposta pay, Mediaset cercherà un partner per poter offrire ai propri utenti un servizio completo, senza dover spendere troppo per i diritti come è avvenuto nel recente passato. In pratica, Mediaset potrebbe ospitare sui propri canali i detentori dei futuri diritti, cedendo di fatto in affitto parte della propria banda a chi volesse trasmettere.

Secondo Mediaset, questa è l’unica strada per poter sostenere i costi crescenti dei diritti sportivi e offrire un prodotto di qualità agli abbonati. Anche perché gli ascolti della Champions (i cui diritti – costati quasi 700 milioni di euro per il triennio – sono esclusiva del Biscione fino al 2018) non sono esaltanti (qui sotto l’immagine mostra che lo share medio dei match di Champions League trasmessi in chiaro sia più basso di 6 punti per cento rispetto all’ascolto di Ciao Darwin o Amici).

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Stando ad una ricostruzione dell’agenzia Radiocor Plus riportata da Calcio e finanza, senza calcio Mediaset Premium vedrà crollare il suo giro d’affari in questi termini: una riduzione di circa il 90%, a 80 milioni di euro con 600 mila abbonati, rispetto i 2 milioni attuali, e una spesa media mensile per cliente che passa da 24 a 8 euro.

Piersilvio Berlusconi, Ad di Mediaset, ai giornalisti ha spiegato:

Il calcio continuerà ad essere fondamentale per chi fa una tv ‘pesante’, noi andiamo da un’altra parte. La pay-tv classica farà molta fatica nei prossimi anni.

Quindi ha escluso la possibilità di cedere o condividere con Sky le licenze della prossima Champions League 2017-18 anche perché si tratterebbe di “un investimento troppo elevato che non sarebbe conveniente per la stessa Sky“. Ha però dichiarato che se Sky volesse lanciare una offerta di calcio sul digitale terrestre dal 2018, potrebbe essere interessata alla piattaforma tecnologica di Premium.

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