Home Agorà Agorà-Duemiladiciassette è (quasi) lo stesso del mattino con i férmati di Gerardo Greco

Agorà-Duemiladiciassette è (quasi) lo stesso del mattino con i férmati di Gerardo Greco

Resoconto, recensione e fotogallery della prima puntata serale del nuovo talk politico di Rai3 condotto da Gerardo Greco.

pubblicato 10 Gennaio 2017 aggiornato 9 Novembre 2020 15:48

Prendi il programma del mattino che ormai è una macchina oliata da anni, aggiungi qualche elemento “da prima serata”, aumenta il numero degli ospiti e dei collegamenti e fai un ripasso generale di molti fatti accaduti nel periodo natalizio (una sorta di “compiti per le vacanze”): il risultato è Agorà-Duemiladiciassette che ha debuttato martedì 10 gennaio su Rai3 e continuerà per tutto il mese nella collocazione settimanale che spettava a Politics e che da febbraio sarà appannaggio di Bianca Berlinguer.

Gerardo Greco ha a disposizione lo stesso studio che ricostruisce una newsroom e cerca di sfruttarlo in tutte le possibili angolazioni, dalla postazione-web a quella della redazione, passando per i vidiwall, le sedie, le poltrone bianche e il tavolo dove si sviluppa a tratti il talk.

Decide di aprire con la sigla in bianco e nero dell’apertura delle trasmissioni Rai, fa esibire l’orchestra dell’Arma dei Carabinieri, chiede di inquadrare un finto muro che “diventa” scenografia, fa salire un inviato a bordo di una volante nella notte di Milano. Tutti elementi “necessari” (?) per ingolosire il pubblico del prime time.

Per il resto, però, ci sono gli “ingredienti” di sempre con il conduttore che spesso stoppa gli interlocutori o gli inviati appena il ritmo rischia di calare oppure vengono dette informazioni non corrispondenti alla realtà. E si moltiplicano i suoi “férmati”, “vai”, “ultima cosa”, “rapido” o “devo andare avanti”. Le due giornaliste che lanciano i filmati (in alcuni casi “prelevati” da altri siti o da materiale già trasmesso tra le 8 e le 10) vengono come sempre “monitorate” a vista da Greco, quasi a ricreare il rapporto esistente tra assistenti universitari e professore. Lui, intanto, gira freneticamente per lo studio e non sempre le telecamere riescono a stargli dietro, in un paio di casi viene immortalato anche un autore che prova a dileguarsi rapidamente.

Tutti gli argomenti (terrorismo, migranti, meningiti, voucher) vengono sviscerati da più sfaccettature, favoriti anche da reportage d’impatto e dalla lunga durata del programma, quasi tre ore. Si è tornati, dunque, all’antico con la diretta del talk del martedì prolungata fino a mezzanotte. Basterà per ridurre le distanze dal competitor Giovanni Floris che nel frattempo su La7 ha perso Maurizio Crozza?

  • 21.15

    Gerardo Greco entra con il sottofondo della sigla d’apertura delle trasmissioni Rai in bianco e nero: “Ripartiamo da lì per raccontare il 2017 che ci aspetta”.

  • 21.17

    E in studio ci sono anche un muro (per il tema dei migranti che sarà affrontato a breve) e la banda dell’Arma dei Carabinieri che intona la musica di Guglielmo Tell.

  • 21.20

    Il primo servizio fa riferimento all’attentato di Berlino di fine dicembre… partendo dalla storia dei due poliziotti italiani-eroi che hanno ucciso il terrorista Amri alle porte di Milano. I diretti interessati non rilasciano dichiarazioni, parlano solo parenti o conoscenti.

  • 21.27

    In collegamento il ministro della Difesa Roberta Pinotti: “Sono due poliziotti in gamba che hanno fatto un’azione straordinaria, uno era stato appena addestrato. L’Italia non è a rischio zero ma lavoriamo al massimo sulla prevenzione con tutte le nostre capacità”. Sui migranti dice: “E’ un’umanità piena di motivi, c’è chi scappa da guerre, chi da Stati con dittatori o violenze, chi da povertà o disagio. Bisogna decidere chi ha diritto a rimanere e chi non può essere accolto”.

  • 21.36

    Si rientra dalla pubblicità con un viaggio nei CIE (centri di identificazione ed espulsione). Le immagini e le dichiarazioni sono prese dal sito de Il Fatto Quotidiano e da Presadiretta.

  • 21.38

    Un inviato di Agorà è davanti alla stazione di Sesto San Giovanni dove fu ucciso Amri. Viene stoppato quasi subito da Greco per il talk al tavolo con il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin (Lega Nord) e con il fotografo Oliviero Toscani. In collegamento ci sono Daniele Tissone, segretario generale Silp-Cgil, e Armando Spataro, magistrato. Per Toscani molti sono nevrotici per la responsabilità dei mass media nel trattare queste vicende su terrorismo e immigrazione.

  • 21.46

    Al primo tentativo di confronto dialettico tra Bergamin e Toscani arriva lo stop di Greco: “Io non capisco nulla così, facciamo parlare Spataro”. Che fatica… E al giornalista scappa “la sigla con cui abbiamo cominciato stamattina… ehm, stasera”.

  • 21.51

    Appena Bergamin dà numeri sui migranti Greco lo ferma e li fa citare dalla giornalista alla postazione-redazione. Nel 2016 il totale di quelli arrivati in Italia ammonta a 181.436 (+18% rispetto al 2015).

  • 21.54

    Interviene anche Maurizio Belpietro, direttore de La verità: “Il terrorista di Berlino e alcuni che hanno agito in Francia erano migranti. Di cosa ci stupiamo? Non tutti sono terroristi ma in genere chi arriva in aereo dà le generalità, con il barcone no…”.

  • 22.00

    Il 2 gennaio a Cona, dopo la morte naturale di una giovane immigrata in un centro di accoglienza, c’è stata una rivolta. Un reportage raccoglie gli umori sul posto… tutt’altro che concilianti.

  • 22.05

    Un immigrato ha ricevuto la telecamera dalla troupe e riprende l’interno del centro di accoglienza. Scene davvero “forti”, di pura disperazione.

  • 22.11

    Federico Borgna, sindaco di Cuneo (centrosinistra), definisce i migranti “poveri che partono per motivazioni forti, alcuni hanno diritto di rimanere qui, altri no, certamente vanno trattati come persone umane”. Bergamin: “Siamo lasciati soli. E i veneti non sono razzisti”. In studio c’è anche un “parroco di frontiera”. E i toni restano accesi.

  • 22.21

    Come al mattino c’è l’opinionista Marcello Sorgi che ricostruisce i flussi dei migranti negli ultimi anni e sottolinea come tutte le leggi fatte dai governi italiani non abbiano funzionato.

  • 22.35

    La marocchina di 45 anni racconta il fuggi fuggi da un cinema di Torino la sera del primo dell’anno. Gli altri spettatori avevano scambiato lei e i famigliari per terroristi. L’intervista è di Repubblica Tv.

  • 22.37

    Intanto l’inviato a Sesto San Giovanni sale a bordo di una volante e segue in diretta alcune operazioni di controllo del territorio.

  • 22.55

    Irene Benassi, solitamente in studio, è inviata dall’ospedale di Nola (Napoli) che ha fatto parlare di sé per i pazienti malati a terra. Tre dirigenti sono stati sospesi ma la città è solidale con i medici.

  • 23.00

    A San Basilio (periferia di Roma) tutti gli intervistati esprimono parole dure nei confronti degli immigrati. “Noi dobbiamo cercare per trovare il lavoro, loro ce l’hanno subito grazie ai politici e portano anche malattie, compresa la meningite”, dice una ragazza. Ci si sposta a Firenze dove la paura per la meningite è alta visti i numerosi casi registrati.

  • 23.08

    In studio c’è Antonella Salimbeni, mamma di Azzurra, morta nel 2014 a 11 anni di meningite: “Alcuni operatori sanitari non sanno dare le informazioni corrette. Sono qui perché questa è la mia battaglia. Io sono l’assassina di mia figlia, da genitore forse dovevo informarmi ma mi fidavo ciecamente della mia pediatra”.

  • 23.12

    Fabrizio Pregliasco, virologo, sottolinea l’importanza della vaccinazione ma anche una negatività dilagante sui social che “nasce da ipotesi di complotto e butta un fango rispetto ad aspetti scientificamente provati”. Toscani conferma: “I social non hanno aiutato”. Luca Coletto, assessore alla Sanità della Regione Veneto (Lega Nord), sottolinea quanto sia fondamentale fare cultura sulle vaccinazioni: “Ma non le imponiamo altrimenti potrebbe scatenarsi una controinformazione”. Pregliasco: “Io ho fatto il vaccino quadrivalente”. Belpietro: “Non so se lo farò, non mi sono allarmato moltissimo…”.

  • 23.28

    Nel 1998 Grillo parlava (male) di vaccini in uno dei suoi monologhi teatrali. Pregliasco: “Dissento, sono dichiarazioni irresponsabili e incongrue”. Sorgi ripercorre le bufale in tema sanitario, a iniziare dalla “cura Di Bella”.

  • 23.48

    L’inviato a bordo della volante mostra i controlli della polizia in corso Como a Milano. Toscani chiosa: “Siamo assediati dai mezzi di comunicazione che incutono paura per audience. Gerardo, è colpa tua. Stasera hai parlato solo di paura…”. E la puntata finisce qui con Greco che “abbatte” il muro dello studio.

Parte stasera, martedì 10 gennaio, alle 21.10 su Rai3 Agorà-2017, il nuovo programma condotto da Gerardo Greco.

Agorà 2017, le anticipazioni sui temi della puntata del 10 gennaio e le dichiarazioni di Gerardo Greco

“Sarà una grande macchina ‘antibufala’”, ha spiegato all’Agi il conduttore di Agorà, descrivendo la trasmissione in 4 puntate che prende il posto di Politics per tutto il mese di gennaio, in attesa dell’arrivo a febbraio del programma di Bianca Berlinguer. L’idea è quella di portare in prima serata “un tipo di informazione che da anni facciamo al mattino con Agorà e che funziona bene, con ascolti importanti, media 9%, che ovviamente non sono replicabili in prima serata”.

“Il direttore generale Campo Dall’Orto e il direttore di rete Bignardi ci chiedono di andare in prima serata e riflettere insieme al pubblico sul 2017 appena iniziato. E noi raccontiamo l’Italia e i suoi ‘muri’: i migranti, i voucher, il lavoro, i vaccini, la meningite. Un’Italia da spiegare, divisa e invece da riunificare nell’epoca delle ‘bufale’, che noi intendiamo smontare”, ha detto ancora.

“Bisogna ripartire dal basso e però questa trasmissione dice anche che la rete ha avuto la capacità di riorganizzarsi”, ha spiegato poi riferendosi agli ascolti bassi registrati da Politics. “Speriamo di guadagnarci posizioni e fiducia”, ha spiegato aggiungendo poi una riflessione sulla situazione dei talk show. “Non si può dire che sia finito”, ha concluso, mettendo in relazione il successo del format all’orario di messa in onda: “Non si deve ragionare in termini di fascia oraria in cui è preferibile collocarlo. Ci sono talk mattutini negli Usa che vanno benissimo, ad esempio. L’importante è non guardare troppo indietro, a dieci anni fa, alla mitologia del martedì sera o del giovedì sera di Santoro”.

Agorà 2017 | Come seguirlo in tv e in streaming

Il programma va in onda dal lunedì al venerdì su Rai3 dalle 8 alle 10 e a gennaio il martedì alle 21.10. E’ possibile vederlo in live streaming sul portale Rai Play, dove sarà poi disponibile on demand.

Agorà 2017 | Second screen

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