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Rai, i tagli nel 2017: saltano Mika e Santoro (e la conferma di Nemo?)

Nemo – Nessuno escluso potrebbe essere sacrificato alla logica degli ascolti. I consiglieri Rai non ci stanno: “Saremo meno liberi, servono risorse stabili come alla Bbc”

pubblicato 6 Gennaio 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 15:04

La riduzione del canone del 10% per il 2017 ha mietuto vittime nei palinsesti Rai, soprattutto in quello di Rai2. Stando alla Repubblica i rami secchi (e più costosi) sarebbero stati già tagliati: Italia e Stasera Casa Mika. Nel caso del nuovo titolo di Michele Santoro “i reportage piacciono molto, ma la struttura di costi è impegnativa e va ridimensionata”. Anche nel caso del nuovo varietà di Rai2 la mancata riconferma è legata ufficialmente ai costi. Va detto che in entrambi i casi la spesa non è stata onorata da un riscontro di pubblico altrettanto generoso.

A rischiare il taglio, nonostante il Direttore Ilaria Dallatana abbia continuato a credere sulla sua sperimentazione, Nemo – Nessuno escluso.

A sacrificarsi quest’estate, passando stavolta su Rai3, sarà Agorà Estate, di cui prenderanno il posto degli spazi informativi low-cost di RaiNews24, mentre Rai1 rinuncerà a co-produrre due fiction internazionali sulle quattro previste.

Tutta colpa dell’indebitamento previsto dalla Rai per il 2017, pari a 510 milioni: l’obiettivo è ridurlo di 100 milioni. Rita Borioni, consigliera d’amministrazione, commenta così il nuovo piano d’austerity:

“Cosa temiamo? La televisione di Stato potrebbe puntare sui programmi più collaudati, che garantiscono ascolti e pubblicità. A quel punto cadrebbero le trasmissioni nuove, sperimentali, coraggiose che sono il fiore all’occhiello del palinsesto in corso. Produzioni culturali come Alberto Angela non subiranno contraccolpi: sono belle e intoccabili anche perché le vendi all’estero. Ma i canali di nicchia possono finire svuotati. E questo sarebbe fatale per Rai Cultura che già non è molto ‘pervenuta’. Bisogna garantire risorse stabili come gli inglesi con la Bbc, altrimenti siamo meno liberi”.

Altra annosa questione quella legata al fatto che i 90 euro del canone non entrano tutti nelle tasche della tv pubblica. Viale Mazzini stima di incamerare intorno ai 75 euro, una volta escluse l’Iva, la tassa di concessione e una fetta del 5% (per il prelievo deciso dal Governo Monti). La stesa somma recuperata dall’evasione verrà divisa tra la Rai e lo Stato. Insomma, la Rai ha bisogno di risorse più stabili per garantire una programmazione di qualità. Messaggio ricevuto?