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Alberto Angela: “Io sexy? Se serve alla cultura va bene. Stanotte a San Pietro? Faremo altri speciali”

Alberto Angela si racconta a Repubblica.

pubblicato 5 Gennaio 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 15:06

Reduce dal grandissimo successo di Stanotte a San Pietro in prima serata su Rai 1 (sei milioni di telespettatori), e sempre più osannato dal web (e dalle donne) come ‘sex symbol’, Alberto Angela sta vivendo una fase molto positiva della sua carriera. Paleontologo, giornalista e scrittore, 54 anni, tre figli, una Laurea in Scienze Naturali a Roma e poi tanti viaggi e studi in tutto il mondo: è, insieme al padre, il volto della divulgazione scientifica in tv.

Intervistato da Repubblica, il ricercatore ha commentato questo inedito successo del suo fascino sul web e si dice sorpreso e divertito:

Mi sono messo a ridere. L’aspetto sexy mi ha sorpreso: se può servire alla cultura va bene, rimanendo nel buongusto e nel buon senso.

Non voleva fare il giornalista – dichiara – bensì seguire la carriera da naturalista: “No. Mi sono laureato in Scienze naturali a Roma e ho seguito corsi ad Harvard, alla Ucla e alla Columbia. Lo sa che Plinio il Vecchio e Leonardo erano naturalisti? La scienza è regina della conoscenza: puoi spaziare dalle conchiglie alle galassie“. Ma poi arriva l’esordio in una tv svizzera:

La tv svizzera mi chiese di spiegare gli scavi, il lavoro del ricercatore. Non avrei mai immaginato di fare televisione. Quei servizi funzionavano, sono diventati un programma, Albatros, che fu mandato in onda da Telemontecarlo: ero sbarcato sulla tv italiana.

Piero e Alberto Angela

E il padre Piero Angela, giornalista e conduttore storico del principale programma scientifico di Rai1 Superquark?

Era guardingo, mi ha sempre detto: “La tv va fatta bene. Devi essere bravo”. Albatros ebbe successo, con papà ci guardammo in faccia: e ora? Così abbiamo cominciato a lavorare insieme al Pianeta dei dinosauri, poi a Ulisse. Più che padre e figlio eravamo colleghi…. Non mi ha mai detto: “Fai questo” o “Non fare questo”, è lo stesso metodo che uso con i miei figli. Ci sono gli esempi, poi ognuno sale sulla barca a vela e va. La cosa che ho imparato – dote che certamente ha papà – è l’umiltà, l’etica del lavoro. Devi lavorare sodo. Qualitel (l’indice che stabilisce il gradimento del pubblico, ndr) mette ai primi posti i nostri programmi, risultato che mi rende orgoglioso.

In fondo il merito di questa passione per la ricerca e la scienza – come racconta lo stesso Alberto – è un po’ anche del papà:

Abbiamo fatto tanti viaggi in famiglia, ma le storie più belle erano quelle di papà, le sue avventure: ascoltarlo era un po’ come leggere Salgari. Ha cominciato che non c’era la televisione ed è ancora in prima serata: è un patrimonio.

Infine, visto anche il grandissimo successo di ascolti dello speciale in prima serata, il divulgatore annuncia che ce ne saranno altri:

La curiosità è la molla di tutto. Il mondo si è ristretto, la paura del terrorismo ci nega di andare a Oriente, in luoghi bellissimi: la tv ci può portare ancora lontano. Col direttore di Rai1, Andrea Fabiano, avevo parlato di Stanotte a… e il progetto è diventato realtà, faremo altri speciali. Quando filmi di notte ti ritrovi a tu per tu con i capolavori, è come fare una visita in esclusiva. Siamo stati tra i primi a usare i droni, l’orgoglio è lavorare con gli interni Rai. Ma con Ulisse gli spettatori ci premiano anche se parliamo di Dna o di batteri. Sono curiosi come me.