Home Il Boss delle Cerimonie continua? Raffaele Brunetti a Blogo: “L’intenzione è continuare a raccontare La Sonrisa”

Il Boss delle Cerimonie continua? Raffaele Brunetti a Blogo: “L’intenzione è continuare a raccontare La Sonrisa”

“Il nostro è un docureality, racconteremo tutto come da nostra tradizione”: il regista de Il Boss delle Cerimonie parla a TvBlog.

pubblicato 1 Dicembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 16:31

La morte di Don Antonio Polese ha sconvolto i suoi tanti fans e ha colpito al cuore chi da quattro anni lo ha raccontato con affetto, tra vizi e virtù, piccole manie e grandi gioie, come Raffaele e Lorenzo Brunetti, rispettivamente regista e autore del programma e produttori con la B&B Film. Gioie incarnate soprattutto dalla famiglia, sia da quella raccolta sotto lo stemma dei Polese, sia da quella allargata dello staff de La Sonrisa, diventato protagonista – insieme al patriarca – di una delle serie tv più amate e discusse degli ultimi anni.

E’ il momento del lutto, senza dubbio, ma dopo lo sconcerto dovuto alla notizia è subentrata LA domanda: Il Boss delle Cerimonie continuerà? Una domanda cinica se si vuole, ma al contempo dettata dalla passione per un personaggio e per un racconto che ha saputo conquistare insospettabili, ha saputo attraversare regioni e tradizioni, unire pubblici e fasce di target e nello stesso tempo scatenare grandi dibattiti.

Lo abbiamo chiesto a Raffaele Brunetti, regista de Il Boss delle Cerimonie, già in viaggio verso Sant’Antonio Abate per partecipare ai funerali.

La nostra intenzione è quella di continuare a raccontare La Sonrisa.  Noi abbiamo girato già alcune puntate della quinta stagione senza Don Antonio, la cui messa in onda era prevista per la Primavera 2017, documentando la sua degenza in ospedale, registrando anche delle cose molto belle fin dal suo primo ricovero a Castellammare, come le visite dei familiari… Il nostro è un docureality vero: raccontiamo quello che accade a Casa Polese, a prescindere da cosa sia. La nostra intenzione quindi è quella di continuare. “.

La rete è d’accordo?

“Già una quindicina di giorni fa, alla luce del lungo ricovero di Don Antonio e della sua forzata assenza dal Castello, andammo a parlare con il canale manifestando la nostra intenzione di procedere e la rete si mostrò d’accordo. Ora, ovviamente, vedremo anche con la famiglia: procederemo fintanto che loro saranno d’accordo. Per noi, e per il canale, è fondamentale fare tutto in accordo con la famiglia, nel rispetto delle loro decisioni e della loro volontà”.

 

In effetti la marca del racconto, nonostante la cifra favolistica, è sempre stata quella della documentazione, apparentemente leggera, di uno spaccato di vita, sia dei festeggiati che della famiglia protagonista. E mai come in questa quarta stagione il protagonismo è diventato ancora più corale:

“La saga della Famiglia Polese, però, continua, come l’attività della Sonrisa. Noi continuiamo a ritenerla molto interessante. E ormai con loro si è creato un legame fortissimo. Non sarà facile neanche per noi vivere questo momento e vederlo anche attraverso gli occhi dei suoi cari”.

Ma bisognerà affrontare anche il dolore della scomparsa del Boss:

“Una nostra troupe è già a Sant’Antonio, un’altra sta raggiungendo la Sonrisa. Noi ci saremo. La nostra idea è quella di raccontare tutto, come da nostra cifra. Poi vedremo cosa ne sarà, se verrà mai trasmesso o no: può darsi che il funerale venga inserito in una puntata, non so. Intanto stiamo lavorando a un omaggio per Don Antonio. Non avevamo preparato nessun ‘coccodrillo’, ne aspettavamo il ritorno: ora stiamo preparando qualcosa in suo onore”.

Il momento, certo, è delicato e configura una situazione certo non consueta, al netto di tutto, per un programma tv. 

La Sonrisa, però, va avanti, così come avrebbe voluto il Boss, e con lei la famiglia Polese. E’ quello spirito, quel modo di far festa che non muore – e non può morire – con Don Antonio, ma che proprio Don Antonio ha saputo rendere uno show, uno spettacolo, un sogno di felicità per tutti. Ed è questo, immagino, che il programma continuerà a testimoniare, nel ricordo del ‘Boss’.

E io già immagino il suo ritratto, maestoso e al contempo bonario, accogliere gli ospiti all’ingresso del Castello, accanto a quello di Mario Merola.

 

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