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Flavio Insinna e il labile confine tra le “simpatiche domande” e l’aggressione

Un piccolo retroscena che, forse, spiega molte (Dieci?) cose…

pubblicato 9 Novembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 17:34

Non rispondere alle domande dei giornalisti è assolutamente lecito, ci mancherebbe altro. Ma è sempre molto interessante cercare di comprendere i motivi che spingono i personaggi pubblici a negarsi alla stampa. Oggi ci concentriamo su Flavio Insinna.

In occasione della conferenza stampa di presentazione di La classe degli asini, film tv che lo vede tra i protagonisti con Vanessa Incontrada e che andrà in onda su Rai1 lunedì prossimo, si è rifiutato di rilasciare interviste.

Come mai?, ci siamo chiesti. In un primo momento il suo ufficio stampa ci ha fornito giustificazioni che ci sono parse strane (“non ce la facciamo, alle ore 14 deve andare a registrare Affari tuoi“, ma le interviste erano previste – e sono state realizzate – durante la proiezione del film e ben prima della conferenza iniziata intorno alle ore 13). Poco dopo, per fortuna, ad illuminarci ci ha pensato la manager del conduttore e attore. Qualche settimana fa, in occasione della presentazione di Dieci Cose (lo show del sabato sera di Rai1 rivelatosi un clamoroso flop di ascolti), secondo la versione della manager, avremmo “aggredito” il povero Insinna al quale avevamo chiesto conto, tra le altre cose, del palese calo di ascolti di Affari tuoi e della sua sovraesposizione mediatica. L’intervistato aveva risposto in maniera più che civile (come sempre ha dimostrato di essere nei nostri confronti) pur definendo ironicamente le nostre “simpatiche domande” (qui l’intervista integrale, in modo che possiate farvi un’idea).

Oggi a Insinna, se ci fosse stato consentito, oltre che del film La classe degli asini, avremmo voluto chiedere come si spiega i bassi ascolti di Dieci Cose e un commento sull’annunciata sospensione di Affari tuoi a marzo 2017.
Non è stato possibile. Noi comunque promettiamo a Insinna (e pure alla sua manager) che ci proveremo ancora… ad “aggredirlo”. A modo nostro. Ponendo delle semplici e, forse “simpatiche”, domande.