Home Notizie I Retroscena di Blogo: Gli Ammutinati del Bounty di Giletti, sempre più ammutinati e sempre più indispensabili alla Rai

I Retroscena di Blogo: Gli Ammutinati del Bounty di Giletti, sempre più ammutinati e sempre più indispensabili alla Rai

Scenari all’interno e all’esterno del gruppo di lavoro di Massimo Giletti

di Hit
pubblicato 24 Ottobre 2016 aggiornato 21 Gennaio 2021 18:22

Che Massimo Giletti abbia parlato della sua insofferenza rispetto all’attuale situazione che il suo gruppo e lui stesso stanno vivendo in quel di viale Mazzini è cosa nota. Il giornalista e conduttore piemontese ha dichiarato più volte il suo disagio rispetto al “modus operandi” che vige in viale Mazzini per quel che riguarda la messa in opera dei programmi prodotti dal servizio pubblico radiotelevisivo. In buona sostanza la burocrazia che impera in Rai, le consorterie, i magheggi e le situazioni di compromesso esasperano i tentativi di innovazione che da più parti -anche all’interno di alcune strutture della televisione pubblica- nascono.

Certamente uno dei luoghi di creatività interna è appunto la squadra che confeziona i programmi curati e condotti da Massimo Giletti, che lo stesso conduttore chiama simpaticamente, ma con grande efficacia comunicativa: gli ammutinati del Bounty. Il contratto del conduttore dell’Arena è in scadenza a fine stagione e da più parti si vocifera di un interesse sempre più crescente delle aziende radiotelevisive concorrenti alla Rai, di portarselo a casa loro.

In questo quadro si inserisce un episodio curioso -forse sfuggito ai più- accaduto durante l’ultima puntata andata in onda dell’Arena. Ci riferiamo al momento in cui Giletti si è collegato con gli studi Rai di Milano dove Fabio Fazio e Ludovico Peregrini lanciavano la partenza sulla terza rete del Rischiatutto, in programma come è noto da giovedì in prima serata. Fra una frase e l’altra e per ben due volte abbiamo sentito Fazio chiedere a Giletti di rimanere in Rai, di non mollare l’appuntamento della domenica pomeriggio di Rai1, che come è noto è il programma leader del pomeriggio televisivo del giorno di festa.

Un invito accorato quello di Fazio, che acquista maggior spessore visto che il l’ex conduttore di Anima mia non è molto avvezzo a fare appelli di questo tipo in pubblico rivolti ai colleghi. Un invito questo che potrebbe essere condiviso anche da altre figure in Rai e visto che Fazio e Campo Dall’Orto è noto che siano molto amici, facile immaginare che l’invito del conduttore di Che tempo che fa possa trovare piena adesione anche da parte del capo della televisione pubblica.

Per altro ci risulta che ci sia stato una decina di giorni fa un lungo colloquio al settimo piano proprio fra Campo Dall’Orto e Massimo Giletti (tanto lungo da far aspettare quelli di “Braccialetti rossi” che attendevano il suo arrivo per la conferenza stampa). Un incontro cordiale in cui pare si sia parlato del “metodo di lavoro” attuale nella televisione pubblica e della necessità di modernizzarlo ed attualizzarlo per renderlo più flessibile, facilitando la confezione di programmi e spettacoli (come quello di Bocelli, di Zucchero e di Mogol) realizzati con le risorse interne all’azienda.

Questo mi fa ricordare la struttura che creò la Presidente Rai Letizia Moratti con a capo Giovanni Minoli. Si chiamava “Format” e si occupava di tutte le trasmissioni di Minoli. Era una divisione indipendente della Rai con un proprio budget e un proprio staff. Potrebbe nascere per gli ammutinati del Bounty una cosa di questo tipo, con un dirigente responsabile (non necessariamente Giletti) che vada a rapportarsi direttamente con il direttore di rete e con il DG.

Una struttura questa che faciliterebbe enormemente il lavoro dello staff di Giletti nella realizzazione dell’Arena, ma anche dei programmi di prima serata che tanti ascolti e tanto lustro hanno dato a Rai1 in questo inizio di stagione. Ma dirigere la Rai è anche un lavoro di grande alchimia politica e stavolta non ci riferiamo ai politici di Montecitorio o Palazzo Madama. Le forze che muovono il grande carrozzone pubblico sono tante e vivono sia dentro che fuori i cancelli di viale Mazzini. In questo il lavoro di Antonio Campo Dall’Orto è tremendamente difficile, nonostante abbia tutti i poteri di un cavaliere Jedi.

La parte oscura della forza è sempre dietro l’angolo, pronta ad appoggiarsi con il suo grande mantello nero sulle spalle dell’ex dirigente di MTV, ma niente è ancora compromesso fino a quando ci sarà luce.