Home Otto e mezzo Lilli Gruber: “Otto e mezzo non ha mai ceduto alla tv urlata”

Lilli Gruber: “Otto e mezzo non ha mai ceduto alla tv urlata”

Lilli Gruber “sogna” di tornare ad occuparsi di esteri.

pubblicato 19 Settembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 19:57

La prima donna a condurre un telegiornale in prima serata e l’unica donna (in attesa dell’arrivo di Bianca Berlinguer) attualmente alla conduzione di un talk politico. Lilli Gruber è arrivata per prima tante volte. E spesso arriva prima anche sugli ascolti con il diretto competitor, Dalla Vostra Parte di Rete 4. Il suo Otto e Mezzo, dice in una bella intervista su Libero realizzata da Simona Voglino Levy, “non è un classico talk, duriamo molto meno, andiamo in onda in un orario difficilissimo, quello dell’access prime time. Siamo un po’ fuori dalle mode, un classico direi. Non ci siamo mai adeguati all’onda comune. Quando, ad esempio, andava molto fare una televisione, anche se di approfondimento, urlata, noi non abbiamo ceduto”.

“Abbiamo sempre pensato che Otto e mezzo dovesse essere uno spazio di approfondimento rispetto all’attualità del giorno – prosegue la giornalista -, ma uno spazio civile nel quale gli ospiti possono discutere, sempre con rispetto anche per chi sta a casa e attraverso di noi cerca, appunto, di entrare dentro gli argomenti e capire. E poi ho la fortuna di avere un’ottima squadra”.

Quindi esprime la sua opinione sugli altri talk: “Politics è appena partito. Floris ha avuto il tempo e il coraggio di sperimentare e capire che tipo di formula poteva interessare il suo pubblico e soprattutto, quali pubblici aveva, conoscerli e cercare di soddisfarli […] Di Martedì è un talk di grande successo, a partire dalla struttura e dal ritmo, visto che il programma dura parecchio. Ha ragione Salini, il direttore della nostra rete: Giovanni Floris è un innovatore”.

E sulla Rai ‘esente’ dall’ansia degli ascolti (secondo Campo dall’Orto): “Se il servizio vuole essere competitivo con le altre reti è chiaro che deve stare sul mercato. Anche perché raccoglie pubblicità, oltre agli introiti del canone. La competizione è sempre maggiore: le reti ormai si sono moltiplicate con il digitale e abbiamo nuovi competitor fra le tv generaliste che si stanno lentamente formando, come il canale 9 di Discovery e l’8 di Sky. La Rai, in più, deve rispondere agli obblighi della missione di servizio pubblico, ma riuscendo a stare sul mercato”.

Il sogno è tornare ad occuparsi di esteri.

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