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Daria Bignardi a Blogo: “Politics sarà un talk show più contemporaneo, Semprini giornalista integro. Ballarò aveva perso il senso del suo formato” (Video)

L’intervista di Blogo al direttore di Rai 3.

pubblicato 6 Settembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 20:42

Daria Bignardi, direttore di Rai 3, è intervenuta durante la conferenza stampa di presentazione di Politics, il nuovo talk show d’approfondimento politico condotto da Gianluca Semprini che avrà inizio a partire da questa sera, martedì 6 settembre 2016, dalle ore 21:05.

A margine della conferenza, noi di TvBlog abbiamo intervistato Daria Bignardi per chiederle principalmente quali sono le aspettative nei riguardi di questo nuovo programma:

Ci sono le aspettative di fare un buon programma, i buoni programmi non si improvvisano, ci vorrà tempo. Questa è una sperimentazione. Ripartiamo da un formato nuovo che è la metà di quello di prima. Dobbiamo costruire tutto. E’ un lavoro artigianale e si farà puntata dopo puntata. I bilanci li farò alla fine di giugno.

Daria Bignardi ha proceduto con l’elenco dei motivi per i quali ha scelto di affidare la conduzione di questo programma a Gianluca Semprini:

Gianluca è un giornalista televisivo purissimo, è un fuoriclasse, ce l’ha nel sangue il ritmo televisivo. E’ un giornalista integro. Ciò mi ha conquistato. E’ una persona che dà il massimo per il suo lavoro. E’ una persona che avverte quello che la gente a casa vuole davvero sentir approfondire e ci riesce per sua natura, perché è una persona che ha 4 figli, perché ha fatto tante cose nella sua vita, anche l’operaio. E’ un eccellente giornalista televisivo. Per un programma come questo, ci voleva un giornalista con un DNA del genere.

Per concludere, Daria Bignardi ha ripercorso brevemente la storia dei talk show italiani, parlando della loro crisi di ascolti, della loro durata eccessiva e della (troppa) eterogeneità degli argomenti trattati, con un riferimento anche a Ballarò:

Riguardo la crisi dei talk show, dovremmo parlare per mezz’ora, ci hanno scritto anche dei libri… Dovremmo fare tutta la storia del talk show italiano. All’inizio c’erano Lerner e Santoro, con programmi straordinari, che se duravano molto aveva anche un senso, perché c’era una narrazione. A quei tempi, gli ascolti erano altissimi. Poi è arrivato Ballarò, un programma che ha avuto molta forza ma che negli ultimi anni ha perso molto ascolto e anche il senso del suo formato. I talk show sono fioriti a tutte le ore e a tutte le reti. C’è stato un effetto saturazione, la ripetitività di certi personaggi: ciò ha creato una sensazione di disaffezione del telespettatore a questo genere. Quindi, si è proceduto a tentativi, mettendoci dentro l’inchiesta sul cibo, sulle padelle bruciate… Tutte cose nobilissime, che noi faremo però con Mi manda Raitre. Credo che qualcuno ci dovesse provare a fare un talk show più contemporaneo come accade in tutto il resto del mondo. La durata dei talk show è un’anomalia tutta italiana che Rai 3, che fa servizio pubblico, doveva prendersi la responsabilità di mettere in discussione.