Home Sky Atlantic The Young Pope, Paolo Sorrentino: “E’ un lavoro che indaga il Clero, senza pregiudizi”

The Young Pope, Paolo Sorrentino: “E’ un lavoro che indaga il Clero, senza pregiudizi”

Il regista di The Young Pope Paolo Sorrentino ha parlato della sua serie tv a Venezia 2016, dove sono stati proiettati in anteprima i primi due episodi

pubblicato 3 Settembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 20:50

A Venezia 2016 questa mattina ci si è presi una pausa dal cinema per proiettare, in anteprima, le prime due puntate di The Young Pope, l’attesissima serie tv di Paolo Sorrentino che debutterà su Sky Atlantic dal 21 ottobre, mentre dal 27 sarà in onda nel Regno Unito, Irlanda, Germania, Austria e Francia e da febbraio 2017 in America, sulla Hbo.

In una sala affollatissima, la stampa ha potuto così vedere in anteprima il lavoro di Sorrentino, alla sua prima opera seriale televisiva, che affronta i dubbi ed i dilemmi di Papa Pio XIII, al seccolo Lenny Belardo (Jude Law), primo Papa italo-americano, eletto Pontefice dal Vaticano per sfruttarne l’onda mediatica, ma finendo con il subirne il carattere a volte insicuro ed altre deciso a cambiare la Chiesa.

Diventato Papa, Lenny deve affrontare le insidie che si nascondono all’interno dei Palazzi vaticani, tra Cardinali che ne vogliono le dimissioni, come il Cardinale Voiello (Silvio Orlando), Segretario di Stato, ed il Cardinale Michael Spencer (James Cromwell), mentore del protagonista superato da quest’ultimo durante l’elezione. Lenny cercherà di farsi degli alleati, portando a Roma suor Mary (Diane Keaton), che lo ha cresciuto, e cercando di affrontare anche le propri insicurezze e paure, che lo rendono un personaggio molto umano e ricco di difetti (in primis il vizio del fumo, come si evince dal trailer pubblicato questa mattina).

Sorrentino conferma la propria regia, che gli ha permesso di vincere un Oscar per “La Grande Bellezza” e che anche in The Young Pope sembra riuscire a dare al racconto un’atmosfera unica ed irresistibile. Di fronte al suo primo lavoro televisivo, il regista non ha negato le difficoltà:

“Non è stato traumatico ma neanche facile. E’ molto difficile ma entusiasmante. Quando si lavora su un arco temporale così ampio si ha la possibilità di scavare più a fondo e ci si possono permettere delle digressioni che sarebbero vietate al cinema. Ho dovuto tenere conto di come unire le diverse parti della storia più di quanto si fa quando si gira un film. Volevo focalizzarmi sulla forza del racconto. Non ci sono momenti di grandi sintesi come nei film, quindi è questo ciò che ho portato dal cinema alla serie tv”.

La rappresentazione fatta dal Vaticano in The Young Pope -prodotto da Wildside, Haut et Court TV e Mediapro per Sky, Canal + e la Hbo– non sembra risparmiare nessuno, ma l’idea della serie tv vuole essere quella di mostrare un Papa che prima di essere Pontefice è un uomo. “Paolo ha continuato a ricordarmi che è la storia di un uomo a cui capita di diventare Papa”, ha spiegato Law. “E’ quasi come se Papa Pio XIII fosse un ruolo che Lenny interpreta per risolvere i suoi dilemmi”.

A questa controversia il Vaticano potrebbe reagire in modo non favorevole. Ma Sorrentino è certo di aver fatto un lavoro che non vuole accusare nè provocare nessuno:

“Se avranno la pazienza di vederlo fino in fondo, capiranno che è un lavoro che affronta la questione con curiosità ed onestà, senza nessuna voglia di fare sterili provocazioni o di mostrare nessuna forma di pregiudizio o di intolleranza. E’ un lavoro che indaga con onestà e curiosità, fin dove può -sebbene siano dieci ore, non sono sufficienti per indagare un mondo così ampio- le contraddizioni, le difficoltà ed anche le cose affascinati del Clero, dei preti, delle suore e di un prete che un po’ diverso dagli altri che è il Papa”.

Sky Atlantic