Home Eleonora Boi a Blogo: “A Mediaset preferisco stare tra la gente, ‘malata’ di social, sono single, mi piacerebbero Le Iene…”

Eleonora Boi a Blogo: “A Mediaset preferisco stare tra la gente, ‘malata’ di social, sono single, mi piacerebbero Le Iene…”

A Tvblog.it parla la giornalista di Premium Sport: ecco le dichiarazioni sulla carriera, sull’esperienza di cui è più orgogliosa, su una gaffe che ha commesso, sull'”immunità” al virus dell’amore.

pubblicato 12 Agosto 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 21:29

Prosegue su Tvblog un viaggio in 6 puntate alla scoperta delle telegiornaliste che si occupano di calcio. Quanti di voi si sono chiesti che tipo di gavetta c’è dietro il lavoro di ognuna di loro, quali sono i pregiudizi che devono affrontare in un ambiente prettamente maschilista, quali sono le gaffe più celebri che hanno commesso o i loro sogni nel cassetto, che rapporto hanno con i social network? E, poi, dulcis in fundo… ma sono single, fidanzate o sposate? Ecco tutte le curiosità soddisfatte… la quarta intervistata è Eleonora Boi.

Partiamo dalla gavetta. Quando è nata la passione per il giornalismo e quali esperienze significative hai fatto prima di approdare a Premium?

“Ho sempre avuto la passione per il giornalismo fin da quando ero piccola. Dopo la laurea ho iniziato con un tirocinio in una radio locale a Cagliari, in cui avevo una rubrica da me ideata nella quale non mi occupavo di sport e che si intitolava ‘vivo low cost’: andava in onda il sabato mattina e scrivevo i vari pezzi. Ma non mi bastava e così ho fatto il tirocinio post laurea all’ufficio stampa del Comune di Cagliari, lì mi occupavo di manifestazioni ed eventi, compresi quelli sportivi, e aggiornavo anche la testata online. Un periodo intenso durato 6 mesi. In Sardegna, però, non c’erano sbocchi ma solo tirocini o lavori non retribuiti e così ho deciso di trasferirmi a Milano. Ho avuto una breve parentesi in cui ho scritto per un settimanale di gossip ma quel settore non mi piaceva particolarmente. Tramite un amico ho saputo che cercavano telegiornaliste giovani in una tv nazionale, Sportitalia, nel periodo del calciomercato e quella è stata la prima esperienza nel giornalismo sportivo. Lì ho lavorato per due anni, la redazione era molto giovane, eravamo in pochi, facevamo di tutto, dai servizi alle dirette. Poi è nata l’opportunità di approdare a Premium ed è stata l’occasione della vita: una redazione nazionale, giornalisti con tantissima esperienza e particolarmente disponibili, c’è da imparare da tutti e c’è la possibilità di fare di tutto”.

Come è nata la collaborazione? Hai inviato un curriculum o sei stata notata per i tuoi precedenti lavori?

“Ho saputo che durante i Mondiali cercavano ragazze da inserire nel contesto del ‘touch’, ho inviato il curriculum e a settembre mi hanno chiamato per dare notizie da una postazione ad hoc e con una formula giovane. In particolare approfondisco il mondo dei social network che rappresentano il futuro visto che molte news oggi provengono dai profili social. Addirittura l’ufficialità di alcuni colpi di mercato arriva a volte prima dai social e poi dai siti ufficiali. Poi ho iniziato anche a lavorare in redazione, a realizzare i servizi (che montiamo noi così come ci spetta la scelta delle immagini), a fare l’inviata. Durante la Champions League abbiamo fatto un grandissimo lavoro, c’è stata l’opportunità di intervistare grandi personaggi o tifosi provenienti da tutto il mondo. Una palestra dal punto di vista lavorativo ma anche di vita”.

Quale ruolo preferisci tra quelli svolti finora?

“Mi piace stare a contatto con la gente, fare i servizi con le ‘vox populi’ fuori dagli stadi, prediligo l’interazione anche perché ho un carattere abbastanza socievole”.

Il servizio o l’esperienza di cui sei più orgogliosa?

“L’anno scorso quando ho avuto l’opportunità di preparare un servizio in occasione del compleanno di Gigi Riva, è uno dei primi che ho fatto e vi sono particolarmente legata, anche per un valore sentimentale visto che sono cagliaritana e per noi lui è un simbolo”.

Una gaffe clamorosa che hai fatto e che vuoi citare?

“Non so se è stata ripresa da Striscia la notizia ma una volta ho detto che Messi ha vinto il Pallone del mondo anziché il Pallone d’oro…”.

Qual è il rapporto con i colleghi maschi in redazione?

“Mi trovo bene, non ho mai avuto problemi, anzi per qualsiasi cosa, quando volevo chiedere un consiglio, l’ho ottenuto. All’inizio mi ha molto supportato il direttore Alberto Brandi nell’impostazione del lavoro. Sono tutti dei maestri e si rapportano a me con pazienza e gentilezza, non ho mai ricevuto una risposta sgarbata, ho dei colleghi davvero in gamba”.

Hai mai avvertito nel mondo del lavoro eventuali pregiudizi sul fatto che tu sia una ragazza – e anche bella – che si occupa di calcio?

“Purtroppo i pregiudizi ci sono e magari possono capitare ogni tanto ma la maggior parte delle persone manifesta simpatia nei miei confronti. Sta a noi dimostrare con il nostro lavoro che non siamo lì solo per l’aspetto ma perché sappiamo lavorare”.

Qual è il modello di riferimento nel tuo campo?

“Ce ne sono tante, ognuna con una peculiarità da cui prendere spunto. Preferisco non sbilanciarmi…”.

Come reagisci ai complimenti e alle lusinghe sui social? E a chi si spinge un po’ oltre con gli apprezzamenti?

“Io sono ‘malata’ di social, ho profili Instagram, Twitter, Facebook (privato e pubblico), Snapchat. Ho davvero tanti supporter e ricevere i complimenti è davvero gratificante e fa piacere. Sono di più le persone gentili, se capita qualche maleducato evito di rispondergli – perché non mi piacciono le liti sui social e non voglio cadere nel loro ‘gioco’ basato sulla trappola-provocazione – e, nel, caso, blocco le persone o cancello i commenti volgari. Non mi confronto con i detrattori perché non ne vale la pena”.

In redazione sono spesso nate storie d’amore tra giornalisti. Sei stata “contagiata” da questo virus?

“No, perché io sono ‘anti-amore’, sono immune da questo virus (ride, ndB). Sono single”.

Vorresti cimentarti come presentatrice? Quale trasmissione ti piacerebbe condurre (o già esistente o da inventare)?

“E’ un traguardo che chiunque fa questo lavoro vorrebbe raggiungere. Diciamo che sono più da Iene o da giornalismo sociale. Chissà che cosa mi riserverà il futuro…”.

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