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Minority Report, su Fox il futuro immaginato è più affascinante del poliziesco

Su Fox (canale 112 di Sky) Minority Report, sequel dell’omonimo film, in cui dieci anni dopo la chiusura dell’Unità Pre-crimine uno dei pre-cogs cerca di impedire alcuni omicidi aiutato da una detective

pubblicato 13 Luglio 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 22:34

Il futuro e la lotta al crimine sono al centro di Minority Report, in onda da questa sera alle 21:00 su Fox (canale 112 di Sky). Si tratta del sequel dell’omonimo film del 2002 di Steven Spielberg, produttore anche della serie tv, a sua volta tratto dal romanzo breve di Philip K. Dick.

Lo show prende il via dieci anni dopo gli eventi che hanno chiuso il film: nel 2065 l’Unità Pre-crimine, che sfruttava tre adolescenti capaci di prevedere gli omicidi, i “pre-cogs”, è ormai chiusa da dieci anni. La Polizia ha ripreso ad indagare usando strumenti all’avanguardia che facilitano ai detective il loro lavoro.

I tre pre-cogs sono stati così rilasciati e reimmessi, senza svelarne la vera identità, nella società: uno di loro, Dash (Stark Sands), è però ancora tormentato da alcune visioni, che decide di seguire cercando, da solo, di impedire che gli omicidi a cui assiste si realizzino. Durante uno dei suoi tentativi fa la conoscenza della detective Lara Vega (Meagan Good), donna seria e rispettosa delle regole.

A Lara serve poco per capire che Dash è uno dei pre-cogs, che vuole aiutare la Polizia nel fare il suo lavoro. La donna, però, sa bene che farsi aiutare dal giovane vuole dire rischiare la sua carriera e, soprattutto, mettere nei guai Dash. Quest’ultimo, però, non riesce ad ignorare le sue visioni: i due iniziano così a collaborare, sempre mantenendo segreta la vera identità del protagonista, anche al collega di Lara, il detective Will Blake (Wilmer Valderrama), ed al tecnico informatico Akeela (Li Jun Li). L’unico che sa chi sia Dash è Wally (Daniel London), già visto nel film, in cui era il custode dei pre-cogs e che ora, invece, aiuta il protagonista nel cercare di comporre i pezzi delle sue visioni.

Per riuscire a portare a termine la sua missione, però, Dash prova anche a chiedere aiuto al fratello Arthur (Nick Zano, inizialmente il personaggio doveva essere interpretato dallo stesso Sands) ed alla sorella Agatha Lively (Laura Regan): singolarmente, infatti, i tre hanno solo dei frammenti delle visioni, che rende difficile scoprire dove avverrà l’omicidio. I due, però, non sembrano intenzionati ad aiutare il fratello, anche se resteranno coinvolti in una serie di situazioni che vedono il Governo americano deciso a sviluppare una nuova tecnologia che possa prevenire gli omicidi.

Minority Report è tanta fantascienza e tanto poliziesco, forse anche troppo: lo show della Fox, infatti, non mostra particolare originalità nel raccontare i casi su cui indagano i protagonisti, cosa che fa diventare il telefilm un poliziesco ambientato nel futuro. Proprio il futuro, però, è l’elemento più interessante della serie tv: più che le indagini, il pubblico si diverte a seguire le ipotesi di come sarà il mondo nel 2065. Trasporti all’avanguardia, tecnologia presente nelle case e strumenti usati dai poliziotti sono la parte più interessante dello show, che anche nel rapporto tra Dash e Lara, fatto di battute dovute alle difficoltà del primo di inserirsi nella società, risente di una struttura già nota grazie ad altri telefilm.

Lo stesso tema della capacità di prevenire gli omicidi attraverso un “Grande Fratello” elettronico è stata al centro di un’altra serie tv, Person of Interest, il che rende lo show poco originale se non, come detto, nel suo racconto di un futuro ipertecnologico. Troppo poco per appassionare il pubblico americano, che non ha premiato Minority Report, cancellato dopo una stagione.