Home Serie Tv Braindead, l’azzardo di Robert e Michelle King per raccontare la satira politica in chiave horror

Braindead, l’azzardo di Robert e Michelle King per raccontare la satira politica in chiave horror

Braindead è la nuova serie tv di Robert e Michelle King, che raccontano le follie di certe dichiarazioni politiche giustificandole con l’arrivo dei alcuni insetti alieni nella testa dei senatori

pubblicato 5 Luglio 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 22:50

Sta succedendo qualcosa nel panorama politico americano: sembra che senatori, candidati e uomini del Congresso non ragionino più con la propria testa, finendo per causare danni alla Nazione e bloccare il lavoro di tutto il Paese. La premessa di Braindead, la nuova serie tv in onda sulla Cbs da qualche settimana, sembra voler fare un’attenta analisi dello scenario politico statunitense. Ma invece che farlo puntando su intrighi skakesperiani alla House of Cards o sui colpi di scena di Scandal, lo show si gioca la carta dell’horror fantascientifico. Un’insolita scelta, che arriva da chi, però, la politica l’ha già raccontata con successo in tv, ovvero Robert e Michelle King, creatori dell’acclamata The Good Wife.

La documentaria Laurel Healy (Mary Elizabeth Winstead) vuole concludere un film a cui sta lavorando da tempo, ma è a corto di soldi. E’ costretta ad accettare l’offerta del padre Dean (Zach Grenier, faccia nota per i fan di The Good Wife, in cui ha interpretato David Lee): 200mila dollari se accetta un lavoro di sei mesi nell’ufficio de fratello, il senatore democratico Luke Healy (Danny Pino), le cui azioni dovranno essere comunicate dalla protagonista al padre.

Laurel, che per quanto snobbi la politica è portata per destreggiarsi tra le stanze del Palazzo, accetta: Luke la mette a contatto con gli elettori, a cui dovrà promette che i problemi da loro presentati saranno tenuti in considerazione in cambio del loro voto. Ma la ragazza finisce ad indagare su qualcos’altro: da un cargo proveniente dalla Russia, contenente un misterioso meteorite, arrivano infatti in America degli insetti alieni, somiglianti a delle formiche, che si insinuano dentro le teste degli umani provocandone l’esplosione o il cambiamento di personalità.

Manco a dirlo, gli insetti alieni riescono ad entrare nella testa di alcuni importanti esponenti di Washington, tra cui il repubblicano ed alcolizzato Red Wheatus (Tony Shalhoub) con cui Luke aveva trovato un accordo su alcuni fondi da erogare. Ma Red, soggiogato dagli alieni, cambia idea ed atteggiamento: l’accordo non regge, il Congresso si blocca ed i due partiti americani si ritrovano nel mezzo di una guerra per trovare due nuovi leader. Una guerra che, però, viene manovrata dagli alieni: a Laurel, l’assistente di Wheatus Gareth Ritter (Aaron Tveit) e il genio Gustav Triplett (Johnny Ray Gill) non resta che capire da soli cosa stia succedendo, mentre le formiche extraterrestri portano l’umanità alla follia.

Neanche troppo velato il riferimento dei King all’attuale situazione politica americana: sugli schermi televisivi compaiono Hillary Clinton e Donald Trump, a testimonianza che l’intento degli autori è quello di rappresentare lo scenario politico di questi mesi in chiave horror fantascientifica, non disdegnando però neanche un po’ di comedy. Se in The Good Wife il drama concedeva ogni tanto spazio a qualche momento di umorismo, in BrainDead la commedia surreale prende il sopravvento, facendo una satira politica ai danni di entrambi i partiti e preoccupandosi di dare una immaginaria risposta alla domanda retorica “Cosa passa nello loro testa?”. Semplice: alieni.

BrainDead è un triplo salto mortale per i creatori del telefilm, che fondono fantascienza, horror e comedy in un unico racconto, che forse potrebbe faticare ad ottenere il consenso del pubblico generalista, ma che merita comunque attenzione per come si è deciso di usare un linguaggio inedito per descrivere la politica. Robert e Michelle King, da grandi esperti del racconto della politica in tv, hanno voluto in questo caso alzare l’asticella, mettendosi alla prova con una serie tv non facile, ma decisamente originale sia sul piano dell’idea che nella sua rappresentazione (a cominciare dal “previously”, qui cantato in ogni episodio).

La Cbs, che d’estate diventa un network più attento alle esigenze di un pubblico giovane e smaliziato, appassionato di tematiche sci-fi, con BrainDead ha voluto dare fiducia ai due autori, che l’hanno ripagato con una storia follemente insolita, ma capace di ironizzare sul mondo politico di oggi con una satira di classe che cerca a modo suo di spiegare la pazzia di certe dichiarazioni elettorali: se bastasse dare la colpa agli alieni, sarebbe troppo semplice.