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Riccardo Chiattelli a Blogo: “Faremo cultura su laeffe con le storie dell’Ercolani. No al contenitore di promozione”

Su Blogo parte un ciclo di interviste sul rapporto tra cultura e TV con il Direttore di laeffe, Riccardo Chiattelli

pubblicato 19 Giugno 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 23:34

Cultura in tv. Debutta oggi su TvBlog un’altra rubrica estiva, gestita in alternanza dal sottoscritto e da Giorgia Iovane, dedicata alla cultura in tv. Per capire se questo genere televisivo, apparentemente così cagionevole, è in buona salute o no abbiamo intercettato il Direttore di laeffe Riccardo Chiattelli, giusto in tempo per presentare le novità autunnali dell’ex canale digitale, oggi riposizionatosi sulla tv satellitare. Si riparte dai Lettori – I libri di una vita, in arrivo in autunno grazie alla Stand by me di Simona Ercolani (che ha traslocato su laeffe anche con i suoi illustri Sconosciuti Rai). Tre, quindi, le parole chiave del nuovo corso Feltrinelli in tv: cultura italiana, libri vissuti e storie.

Fare cultura in televisione è da sempre una sfida ardua e che non sempre paga nell’immediato. laeffe continuerà su questa strada grazie ai maggior investimenti di Sky?

“Rispetto a quando eravamo sul digitale non è cambiata tanto la nostra capacità di investimento, quanto gli obiettivi. A livello editoriale il racconto italiano, come l’offerta di prodotto di serie tratte dal mondo dei libri, sono le due dorsali principali dello sviluppo del canale pay. Il racconto italiano ci permette di vivere l’immaginario culturale contemporaneo e di offrirlo al telespettatore più di quanto fosse possibile farlo in free”.

Qual è allora, per il Direttore di un canale Feltrinelli, lo stato di salute della cultura in tv?

“E’ un ottimo stato di salute se si presta cura al lavoro sui linguaggi, l’unico in grado di fare la differenza, dare valore a questo tipo di contenuti e portare elementi di evoluzione a un mezzo come la televisione. Lo dimostrano anche gli approcci dei network generalisti in prima serata (si riferisce al successo di Stanotte a Firenze ndr). Nel caso di laeffe questo discorso vale ancora di più perché possiamo permetterci di sperimentare. Noi troviamo forme diverse e format adatti alla televisione per portare la cultura nel canale, con diversi progetti per la stagione 2016-2017. Portare i libri in televisione, ad esempio, è un argomento dibattuto e complesso. A noi non interessa tanto costruire un contenitore di promozione, ma lavorare sulle storie e sulle emozioni, perché sono alla base della capacità della televisione di dialogare col suo pubblico”

Qual è la proposta di intrattenimento culturale della nuova stagione di laeffe?

“Abbiamo voluto che il riposizionamento del canale su Sky partisse dall’approccio col lettore, da una centralità sempre maggiore dei libri e della cultura nel racconto televisivo. Per noi il lettore è chiunque abbia una forte passione per i libri perché fanno parte della sua vita. Per il programma Lettori – Libri di una vita stiamo selezionando italiani di tutte le età e provenienze che abbiano avuto momenti della propria vita legati ad un libro. Il libro diventa, così, un motore di nuove relazioni tra le persone, intrecciatiandosi con le loro caratteristiche e i loro percorsi di vita. Noi abbiamo voluto raccontarlo arruolando uno dei migliori gruppi di lavoro che ha fatto di quel linguaggio la caratteristica più specifica delle proprie produzioni. La Stand by me di Simona Ercolani, una delle autrici più sensibili e capaci nel trasformare in storie televisive le storie delle persone”.

Com’è possibile partecipare al programma? Avete aperto dei casting tramite le librerie Feltrinelli?

“Siamo appena partiti con la ricerca dei Lettori, stiamo usando tutti i canali. Abbiamo cominciato con l’utilizzare la piattaforma digitale e social, ma manderemo anche delle comunicazioni all’interno delle librerie per supportare gli autori nella valutazione delle storie. Chiaramente non è un casting di intrattenimento, ma una ricerca di storie. Non facciamo, per questo, distinzione tra persone comuni e vip che possono venire da noi come guest, ovvero sempre come Lettori”.

SkyArte aveva intrapreso un percorso simile con Bookshow, che portò per primo i grandi classici della letteratura in tv riletti da personaggi famosi… Ora che siete entrambi su Sky vi siete sentiti… per evitare una concorrenza interna?

“In realtà non c’è sovrapposizione con Sky Arte, perché crediamo di avere ambiti di riferimento complementari. Senz’altro ci siamo ben confrontati nella fase di costruzione del rapporto e del passaggio alla piattaforma, come si fa sul mercato con tutte le realtà. Ci sono territori che fanno parte della loro offerta e ambiti più coerenti e strutturati per l’offerta Feltrinelli. Possono esserci territori di confine per i quali ci differenzia il linguaggio o potrebbe esserci riconosciuto un ambito di approccio, nella costruzione e selezione del prodotto, che fa la differenza rispetto a certi argomenti. Oggi siamo certi di poter non soltanto convivere, ma insieme di poter offrire ancora di più di quello che offrivamo prima. Andiamo tutti nella stessa direzione e abbiamo spazio comune perché ognuno pensi al proprio sviluppo e alla propria linea editoriale”.

Come altro veicolerete la cultura nel nuovo palinsesto?

“In attesa di rinnovare l’appuntamento con i Classici in Tv (in autunno arriva il kolossal in 8 puntate Guerra e pace ndr), parte il 29 giugno su laeffe Writers of Europe, che mi piace definire uno spaccato letterario dell’Europa contemporanea. Non si tratta di un’autoproduzione, bensì di un’acquisizione esclusiva italiana di un ciclo di documentari commissionari e prodotti da Arte. L’obiettivo è raccontare la nostra Europa contemporanea attraverso la voce di grandi scrittori viventi selezionati da ogni Paese, da De Luca a Pamuk. Gli scrittori raccontano i luoghi in cui vivono, i paesaggi che l’Europa offre con lo sguardo che non è solo del viaggiatore, ma di chi riflette, pensa e connette. E’ il valore aggiunto di una serie a cavallo tra il viaggio e la letteratura. E’ un bellissimo prodotto di grande profilo.”.

Nei primi anni sul digitale laeffe occupava le frequenze del gruppo Espresso. Questo rapporto si è sciolto del tutto col passaggio a Sky?

“In realtà ora abbiamo in onda Italian Tabloid, un progetto fatto con Repubblica-L’Espresso e che faceva parte della nostra proposta editoriale in free. Siamo molto contenti di questa serie perché, oltre ad aver avuto il contributo di grandissimi giornalisti-scrittori come Roberto Saviano e Vittorio Zucconi, ci ha permesso di raccontare la storia italiana contemporanea con un punto di vista e una narrazione particolare. Per ora non è prevista una continuazione ma, se ci fosse, l’allargheremmo a punti di visti non strettamente legati a un quotidiano o a una realtà editoriale, ad altre voci dello spettacolo e della cultura. Quanto al gruppo Espresso, anche se oggi non abbiamo più una collaborazione strutturale con loro, i nostri rapporti restano ottimi, non dimentichiamo il ruolo importante che hanno avuto nel nostro lancio. Per questo non è da escludersi in futuro una partnership editoriale con Repubblica”.

Infine ti giro una mia curiosità personale. Al lancio di laeffe si diceva che avrebbe trasmesso in streaming gli incontri con gli autori che si svolgono nelle librerie Feltrinelli. Perché un progetto così promettente non si è mai concretizzato? In fondo ne avreste “tutti i diritti”…

“Credo che parlare di messa in onda per quel materiale sia stata più una speculazione esterna. Quello che a laeffe interessa è valorizzare la capacità di coinvolgere gli autori e fargli raccontare nei nostri luoghi le storie. Lo abbiamo fatto con un magazine come Dalla A alla F con Matteo Caccia, che raccoglieva il meglio di quelle presentazioni, o con un progetto come Effe come Festival, che ha riproposto alcuni incontri di scrittori e autori, non soltanto Feltrinelli, che avvengono sui palcoscenici. Lo streaming, come dice la parola stessa, è una forma di diffusione più da Internet che da televisione. C’è un problema di traduzione televisiva di eventi live, girati all’interno di luoghi che sono spazi vivi e hanno mille attività. Ci sono modalità più light adatte a certe piattaforme e altre che richiedono una lavorazione più complessa, come quella dei nostri prodotti”.

Dunque quel tipo di contenuto, oggi, neanche vi interesserebbe?

“Diciamo che non è così automatico trasmettere un evento live se si attende una tv di qualità che sia anche bella da vedere. Anche la forma di quello che offriamo fa parte dell’essere un prodotto firmato Feltrinelli”.