Home Notizie Boris Giuliano, il regista Ricky Tognazzi a Blogo: “Raccontare il bene è difficile, il male è più seduttivo” (VIDEO)

Boris Giuliano, il regista Ricky Tognazzi a Blogo: “Raccontare il bene è difficile, il male è più seduttivo” (VIDEO)

L’eroe-santino nella fiction, i rischi della retorica e della banalità nella sceneggiatura, il parallelismo con Gomorra

pubblicato 23 Maggio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 00:37

Blogo ha incontrato Ricky Tognazzi, il regista di Boris Giuliano, un poliziotto a Palermo, miniserie di Rai1 in onda lunedì 23 e martedì 24 maggio 2016 con Adriano Giannini, ispirata alla figura del Vice questore Capo della Squadra Mobile di Palermo ucciso dalla mafia il 21 luglio 1979. Una ricostruzione storica, una biografia o un romanzo?

È una biografia. Però, dovendo raccontare 10 anni in 200 minuti, c’è il bisogno di una certa pulizia. Abbiamo scelto, pianificato, filtrato, diviso la lana dalla seta. Hitchcock diceva che il cinema è la vita senza i tempi morti. Per una storia di fiction pura questo è perfetto, mentre quando devi raccontare una biografia importante, che eticamente manda messaggi importanti per il grande pubblico, diventa più complicato. Devi raggiungere l’essenza della verità: bisogna essere sinceri emotivamente e intellettuale, ma non si può raccontare tutto.

Il rischio di trasformare l’eroe in santino come è stato evitato?

Questo pericolo c’è sempre quando hai protagonista un eroe. Bisogna sempre tenere presente che lui non pensava di diventarlo. Bisogna avere la freddezza di essere più obiettivi possibile. Zavattini diceva che bisogna pedinare la realtà per raccontare la verità. Noi abbiamo provato a fare questo: ci siamo avvicinati ai colleghi, agli amici e alla famiglia di Boris Giuliano. Il pericolo di cadere nella retorica c’è. Boris Giuliano non è il macho, l’investigatore misogino tutto distintivo e sguardi in tralice, ma un personaggio in carne ed ossa sincero, emotivamente molto luminoso. Tutti hanno testimoniato che era una persona simpatica, aveva sempre il sorriso sulle labbra, sapeva alleggerire le situazioni. Non era solo un grandissimo investigatore, con un fiuto eccezionale. Era anche un marito fantastico e un padre di famiglia. Quando hai tutti questi elementi positivi devi saper calibrarli e dosarli con parsimonia, intercalandoli con momenti più aspri e duri, tentando di costruire un personaggio tridimensionale che abbia anche le sue debolezze.

In apertura di post il video integrale dell’intervista.