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Gomorra – La serie 2 su Sky Atlantic: la guerra tra clan più dura che mai

Su Sky Atlantic Gomorra-La serie 2. Dopo il ferimento di Genny e l’evasione di don Pietro, i clan rivali cercano di approfittarsene con tutti i mezzi possibili

pubblicato 10 Maggio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 01:12

Con tutte le discussioni che ha suscitato nei mesi scorsi, sembra quasi che Gomorra-La serie sia sempre andata in onda ininterrottamente. Invece, la seconda stagione debutta questa sera alle 21:10 su Sky Atlantic, con l’intenzione di alzare l’asticella e proseguire nel racconto della sfida tra clan che fu al centro della prima stagione.

Sono quattro i boss che si ritrovano a sfidarsi nella seconda stagione: Genny (Salvatore Esposito), rimasto ferito durante la sparatoria voluta da Ciro (Marco D’Amore) che, a sua volta, è determinato a sfruttare a proprio vantaggio la caduta dei Savastano; don Pietro (Fortunato Cerlino), evaso di prigione e pronto a vendicarsi contro chi l’ha tradito, e Conte (Marco Palvetti), deciso a dominare tra gli alleati.

Genny si deve riprendere dalle ferite: una volta rialzato in piedi, sarà ben diverso da com’era prima. Messo da parte il complesso d’inferiorità nei confronti del padre, è pronto a comandare ed ad ottenere ciò che vuole con la forza. Ciro, dal canto suo, deve resistere di fronte alle conseguenze delle sue azioni, riuscendo a dimostrare a tutti di essere il capo che dice di essere.

Don Pietro, invece, scappa in Lombardia, dove elabora un piano per poter riprendere il controllo del suo territorio. Deve, però, fare in fretta: nonostante la lealtà di Malammore (Fabio De Caro), gli uomini che gli sono rimasti fedeli sono rinchiusi nelle loro case, consapevoli di essere in preda alle nuove alleanze.

Conte, infine, sta cercando di portare dalla sua parte tutti i clan, garantendo loro una parte di potere e di controllo, ma cercando sempre di essere sopra tutti. Una sfida a quattro, in cui ognuno dei protagonisti è pronto a mettersi in gioco pur di prevalere sugli altri.

In questo contesto, arrivano due nuovi personaggi femminili: Patrizia Santoro (Cristiana Dell’Anna), nipote di Malammore e capocommessa di una boutique di abbigliamento, da cui riesce ad ottenere una serie di informazioni utili da passare a don Pietro. Leale, coraggiosa e seria, Patrizia ha dovuto crescere da sola i suoi fratelli, diventando una donna forte che decide di aiutare il boss.

Scianel (Cristina Donadio), invece, gestisce la piazza di spaccio che apparteneva a suo fratello Zecchinetta (Massimiliano Rossi), ucciso per ordine di Genny. Rude e spietata, punta al potere, da condividere con il figlio Raffaele, ora in carcere, e per conto di cui si occupa della moglie Marinella (Denise Capezza).

Sky ha deciso di mandare in onda Gomorra-La serie 2 in contemporanea in altri quattro Paesi (Regno Unito, Irlanda, Germania ed Austria), puntando ad una potenziale vastissima platea, che ha già accolto con entusiasmo la prima stagione. I dodici episodi della seconda stagione, prodotti da Sky Atlantic, Cattleya e Fandango, in collaborazione con Beta Film, hanno il soggetto di serie di Stefano Bises, Leonardo Fasoli (anche alla guida del coordinamento editoriale) e Roberto Saviano. I primi due, inoltre, hanno anche scritto la sceneggiatura con Ludovica Rampoldi e Maddalena Ravagli, per la regia di Stefano Sollima (a capo della supervisione artistica), Claudio Cupellini, Francesca Comencini e Claudio Giovannesi.

Gomorra-La serie 2 conferma l’intenzione di Sky di puntare sempre di più sulla serialità, come ha spiegato durante la conferenza stampa il direttore delle produzioni originali Sky Nils Hartmann:

“Negli Stati Uniti c’è stato un aumento delle serie tv. Questa spinta si sente molto anche in Europa. Il processo per arrivare a Gomorra è stato molto complesso. Gomorra è la serie più vista di sempre su Sky, nei primi sette giorni più di un milione di spettatori”.

Un attesa carica di aspettative da parte del pubblico, a cui però la produzione non ha voluto pensare, se non, come ha raccontato Sollima, sfruttando le informazioni ed i metodi raccolti in passato:

“È ovvio che, al momento di approcciarmi alla seconda serie, abbia sentito che la sfida stavolta, era per certi versi diversa e implicasse in qualche modo l’obbligo di fare i conti con le aspettative suscitate dalla prima. Ci siamo resi conto che, per affrontare una seconda stagione in cui l’asticella era naturalmente posta un gradino più in alto, gli ingredienti di cui avevamo bisogno erano gli stessi che avevamo usato nella prima, ma con in più la consapevolezza che le nostre scelte, il nostro approccio, si erano rivelati quelli giusti per affrontare il mondo che avevamo scelto di raccontare. Andando all’essenza: la cura assoluta nel dare verità e profondità psicologica ai personaggi; lo studio meticoloso del contesto in cui questi si muovono; la ricerca e la messa a punto di uno stile delle immagini che ci permettesse di vedere i personaggi immersi nel loro ambiente e quindi raccontarli insieme ad esso; la scelta di raccontare il nostro mondo privilegiando un punto di vista interno e, al contempo, quello di farlo senza giudizi, ma mantenendo un approccio etico rigoroso. E, infine, un elemento che nella seconda stagione abbiamo provato a sviluppare in modo ancora più approfondito e puntuale attraverso la scelta di location internazionali (abbiamo girato in Germania e in Costa Rica) e nazionali (Roma, Trieste). La scelta di queste location infatti, ampliando l’universo narrativo di Gomorra – La serie, cerca di rendere l’idea di un sistema criminale che, pur mantenendo salde le sue radici in un territorio ben definito e riconoscibile, si ramifica, si espande, si internazionalizza.”

Tutte le polemiche sul racconto del male che andrebbe ad esaltarlo, inoltre, secondo Saviano cadono di fronte al lavoro svolto dagli autori:

“Per la seconda stagione c’è stato un grado maggiore di collaborazione col territorio, ci si è resi conto che la narrazione va al di là dei paradigmi del Bene e Male. Il peggior modo per omaggiare il bene è renderlo scontato, il più importante favore che si può fare al male è renderlo prevedibile, irreale, facile. La narrazione è già di per sé una forma d’arte, e che una forma d’arte si realizzi sul territorio è un bene. Gli attentati di camorra degli ultimi mesi superano non solo il racconto di Gomorra ma anche l’ipocrisia che in tutti questi anni ha travolto il progetto. Raccontare significa conoscere, conoscere significa trasformare. Possono esistere soltanto racconti fatti male e racconti fatti bene.”

La serie tv, inoltre, mantiene la sua ispirazione ai fatti reali: la seconda stagione, hanno spiegato Bises e Fasoli, s’ispira ad eventi realmente accaduti:

“La seconda stagione di Gomorra-La serie si ispira ad una nuova faida, quella dei Girati, che nel 2012 infiammò e insanguinò nuovamente le strade e i vicoli di Napoli Nord. Ha nutrito chiaramente la nostra immaginazione il materiale narrativo ereditato dalla prima stagione che poggia sulle relazioni e sulle motivazioni di quattro figure dominanti, ingombranti l’una per l’altra: Salvatore Conte e Ciro Di Marzio nel campo degli Scissionisti, Pietro Savastano e suo figlio Genny in quello dei sovrani cacciati.”

Tutti elementi che non stravolgono l’impianto della serie, ma che ne vogliono esaltare il carattere e l’ambizione di diventare un racconto capace di coinvolgere il pubblico ma anche di raccontare il territorio uscendo dai confini campani ed annullando così alcuni luoghi comuni. Una missione che solo Gomorra-La serie può affrontare, riuscendo a diventare un fenomeno made in Italy.

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