Home Serie Tv Vinyl, Martin Scorsese e Mick Jagger raccontano l’energia della musica ed i suoi effetti (anteprima Blogo)

Vinyl, Martin Scorsese e Mick Jagger raccontano l’energia della musica ed i suoi effetti (anteprima Blogo)

La recensione in anteprima di Vinyl, la serie tv della Hbo di Martin Scorsese, Terence Winter e Mick Jagger con protagonista un produttore discografico che cerca di rilanciare la sua etichetta

pubblicato 4 Febbraio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 05:14

Martin Scorsese, dopo il proibizionismo di Boardwalk Empire, ha deciso di raccontare il mondo della musica in uno scenario in cui artisti ed etichette discografiche si ritrovano nel mezzo di un periodo storico turbolento ma ricco di stimoli e provocazioni. In Vinyl, la serie tv della Hbo che andrà in onda su Sky Atlantic dal 15 febbraio, il regista propone personaggi corrotti da una vita di eccessi ed ambiziosi, che navigano all’interno di un mare le cui onde o sono domate come si deve o possono far affondare.

Per farlo, Scorsese ha lavorato con Terence Winter (I Soprano) e Mick Jagger, che è anche produttore esecutivo e responsabile della musica all’interno della serie. E la musica è assolutamente protagonista dello show, dal momento che sarà questa a dare al protagonista la spinta necessaria per reinventarsi e scoprire un mondo ancora inesplorato. Richard Finestra (Bobby Cannavale) è il proprietario della American Century, etichetta discografica che negli anni Sessanta ha portato successo gli artisti rock più famosi. Nel 1973, quando inizia il telefilm, la sua etichetta si trova però in difficoltà: gli artisti sono insoddisfatti, le vendite non decollano ed i suoi collaboratori non trovano nuovi artisti da lanciare.

Per questo, Richard decide di vendere la American Century ai tedeschi, consapevole che nella sua vita la droga e l’alcol ne hanno influenzato le decisioni. Da tempo è sobrio, per la gioia della moglie, l’ex modella Devon (Olivia Wilde), ma è anche consapevole di non avere più la grinta ed il fiuto di un tempo. Alcuni flashback, inoltre, raccontano come Richard sia diventano produttore disografico, cercando di promuovere l’amico Lester Grimes (Ato Essandoh), con conseguenze, però, che rovineranno l’amicizia. I collaboratori del protagonista, tra cui il pubblicitario Zak Yankovich (Ray Romano), il responsabile della ricerca di nuovi artisti Julie Silver (Max Casella) e l’ambiziosa assistente Jamie Vine (Juno Temple) cercano di risollevare le sorti della casa discografica, ma Richard sembra rassegnato a rinunciare.

Servirà un tragico evento, in cui Richard sarà coinvolto, per risvegliare il suo spirito di sopravvivenza ma anche la sua dipendenza da droga ed alcol: così, finito per caso ad un concerto, scopre la musica punk, che potrebbe aiutare la American Century a trovare nuova linfa vitale per dimostrare di non essere spacciata. Tra gli artisti che potrebbero rilanciare l’etichetta, anche i Nasty Bits, guidati da Kip Stevens (James Jagger).

Vinyl racconta la sopravvivenza dell’uomo contro la rassegnazione delle abitudini, e farlo ambientando la serie nel panorama musicale degli anni Settanta permette a Scorsese di scrivere personaggi che si ritrovano in un mondo in continua trasformazione, dove gli eccessi sono la norma e dove chi si ferma è perduto. Il regista unisce personaggi di fantasia ad artisti realmente esistiti (ci saranno anche David Bowie e gli stessi Rolling Stones) per scrivere un mondo fatto di corruzione e passione ma soprattutto di energia. Gestire gli artisti vuole dirne gestire la loro energia e la loro creatività: la suggestiva e sorprendente scena finale del pilot mostra proprio questo, ovvero che la musica può avere un’energia dirompente che, però, se non viene ben indirizzata può essere sprecata e ridotta in frantumi.

La ricostruzione degli anni Settanta è accurata e suggestiva, e permette a Vinyl di rappresentare un mondo in stato di ebollizione e desideroso di emergere. Scorsese fa ruotare intorno ai protagonisti sensazioni, paure e desideri che danno a Vinyl la capacità di raccontare gli anni Settanta ed il rock nella maniera più dettagliata possibile. Un enorme caos dentro cui, però, si trova la giusta misura per potersi sentire davvero al centro della scena.