Home Piazzapulita Corrado Formigli: “Piazzapulita unico talk che investe su reportage esteri”

Corrado Formigli: “Piazzapulita unico talk che investe su reportage esteri”

Il giornalista di La7: “Dobbiamo essere watchdog del governo, qualunque sia. Classe politica molto modesta, non ci sono protagonisti”

pubblicato 30 Dicembre 2015 aggiornato 30 Novembre 2023 16:02

Corrado Formigli si è detto soddisfatto del 2015 di Piazzapulita, il talk che conduce su La7 e che tornerà in onda nel 2016 dopo le festività natalizie. In particolare il 7 gennaio sarà trasmesso uno speciale dal titolo. L’appuntamento per la versione classica del programma è per il giovedì successivo, ossia il 14 gennaio.

Il giornalista a Unita.tv ha parlato in questi termini della prima parte della stagione televisiva di Piazzapulita:

Ottima. Gli ascolti vanno molto bene, siamo cresciuti rispetto all’anno scorso. Abbiamo cambiato giorno: il giovedì, secondo me, è molto buono perché è al centro della settimana. Sei nel pieno del flusso delle notizie e hai tempo di raccontare i fatti con filmati e montaggi. Il bilancio è molto positivo. Anche quest’anno siamo riusciti a marcare l’identità: un programma che si occupa dell’attualità politica ed economica del Paese, ma che ha anche uno sguardo internazionale.

Secondo l’anchorman, cresciuto professionalmente con Michele Santoro, la difficoltà maggiore oggi per i talk che si propongono di raccontare la politica è che “c’è una classe politica molto modesta, non ci sono grandi protagonisti” (l’Unità ha pensato di associare queste parole pronunciate da Formigli alle immagini di Alessandro Di Battista del Movimento 5 stelle). Dopo aver notato che negli ultimi anni si sono affacciati “nuovi personaggi” ad animare l’arena del talk e a rinnovare il parterre degli ospiti, il giornalista toscano si è detto convinto che “abbiamo il dovere di svolgere un ruolo critico nei confronti della politica e del governo qualunque sia, dobbiamo essere watchdog“. Infine, dopo aver osservato che c’è una “crescita del pubblico più giovane” quando vanno in onda servizi sull’Isis, ha rivendicato, giustamente, il fatto che “tra i talk show siamo gli unici a continuare a investire sui grandi reportage esteri“.

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