Home Serie Tv The X-Files: Blogo ha assistito all’anteprima italiana della prima puntata

The X-Files: Blogo ha assistito all’anteprima italiana della prima puntata

Courmayeur Noir in Festival 2015: Chris Carter rivoluziona la serie a partire dalla premesse. In attesa di capire se e come rimescolerà le carte nel corso delle sei puntate della nuova miniserie di X-Files, facciamo un punto della situazione dopo il primo episodio

pubblicato 12 Dicembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 07:18

A cura di Antonio Maria Abate

X-Files è una di quelle cose che non si dimenticano, non in un’epoca come la nostra. Ci ha messo ben meno delle nove stagioni che durò per diventare un fenomeno a tutto tondo, capace d’incidere sul modo in cui si concepivano e percepivano le serie TV, ma non solo. X-Files è quintessenzialmente pop, oggetto di culto a cui tanti altri, anche in ambiti avulsi, si sono rivolti. È la classica serie di cui tutti parlano anche se non tutti l’hanno vista, la qual cosa, più che altro, dimostra quanto in là si sia espansa l’onda d’urto.

Perciò siate benevoli verso l’enfasi, poiché il ritorno di Mulder e Scully sul piccolo schermo è uno di quei momenti che contano nell’ambito dell’industria e del medium. A priori, salvo poi rendersi conto che non è valsa la pena; tutte valutazioni che seguiranno, accesissime, com’è giusto che sia quando vengono riesumate certe reliquie televisive. Ma vi diciamo subito come procederemo, così da non farvi perdere tempo nel caso rientraste nella categoria di quelli che aspettano fino all’ultimo, che di spoiler e affini non sanno che farsene (e sia chiaro, siamo dalla vostra parte).

Il pezzo che segue ripercorre, riassume, si sofferma sul primo episodio della nuova miniserie, qui da noi in onda su FOX a partire dal 26 gennaio 2016. Sei puntate, mossa prudente, che copriranno l’arco di all’incirca un mese. Ciò che viene di seguito illustrato copre perciò poco meno del 20% di quanto vedremo, sebbene, trattandosi del pilot, c’è da credere che le carte verranno rimescolate per bene in corso d’opera. Proviamo pure a spiegarvi il perché, ergo, qualora siate sensibili a spoiler e diavolerie simili, salutiamoci qua. Vi capiremmo.

UN “NUOVO” INIZIO

Giugno 1947. Siamo a Roswell, New Mexico. Un oggetto non identificato si schianta al suolo; al suo interno una creatura di cui non si sa nulla. Interviene il Governo, che chiaramente vuole sapere di più circa l’accaduto. In realtà poco o nulla viene spiegato di questo contatto alieno; la scena, alternata attraverso dei continui salti temporali tra il presente narrativo e, per l’appunto, il ’47, ci mostra il recupero dell’essere alieno da parte di un giovanissimo dottore dell’esercito, dopo la sventagliata dei mitra ai danni dell’ospite.

È un’ambiguità dallo strano retrogusto quella manifestata in questo primo episodio. La mossa di Chris Carter d’altra parte è rischiosa, poiché ciò che viene paventato è sostanzialmente un ribaltamento rispetto alle premesse dell’intera saga. Ci arriviamo a breve. Mulder e Scully si incontrano di nuovo dopo tanto tempo: lei aiuta un chirurgo che si occupa di pazienti con gravi menomazioni alla nascita; lui è sfatto, evidentemente sfiduciato. L’occasione è un incontro organizzato da un facoltoso personaggio che spopola sulla rete, il cui programma si fonda sul disvelamento dei complotti più svariati. A ‘sto giro però ha tra le mani qualcosa di pesante, quindi intende assicurarsi di star puntando sul cavallo giusto.

Mulder e Scully vengono condotti presso un ragazza che pare sia stata più e più volte rapita dagli alieni. Ma non è tutto qui. La ragazza è stata infatti più volte ingravidata, per poi venire rapita a ridosso del parto per sottrarle il feto. Di lì a poco il primo, vero colpo di scena: a rapirla non sono state forme di vita aliena, bensì degli uomini. Questo, insieme alla visita presso un hangar in cui si trova un veivolo alieno perfettamente riprodotto da scienziati umani, induce Mulder a riconsiderare tutto ciò a cui ha creduto fino a quel momento.

Sarà alla fine dell’episodio che l’ex-agente se ne uscirà con la sua tesi, ovvero che gli alieni non c’entrino nulla. Attenzione: non che non esistano, ma che non si sia manifestati così tante volte nel corso della storia, specie quella recente. Ricordate tutti gli avvistamenti, i rapimenti veri o presunti, le sparizioni? Bene, a quanto pare c’è qualcun altro dietro tutto ciò. Chi? Gli Stati Uniti d’America. Bomba!

X-Files prende dunque la via del complotto, quello più sfrenato peraltro: si parla di Nuovo Ordine Mondiale, attentati false flag, teorie ampiamente accettate ma non scientificamente dimostrate (leggasi il riscaldamento globale) quale misura per danneggiare la popolazione, guerre civili e crisi economiche sapientemente architettate e via discorrendo. Si parla ad un certo punto della possibilità di un’interruzione di tutte le comunicazioni nel Paese, dando successivamente la colpa alla Russia per scatenare una Guerra.

ASPETTATIVE

Francamente, c’è tanta di quella carne sul fuoco che non si è del tutto convinti. Peraltro spiattellata con veemenza, perché di solito per accumulare la mole di informazioni snocciolate in questa prima oretta scarsa le serie televisive odierne ci mettono non meno di cinque episodi. È evidente che la svolta complottista rappresenti una traccia destinata ad essere “aggiustata”, se non addirittura ribaltata in corso d’opera. Alcuni potrebbero addirittura trovare naif il finale, quasi parodistico, con quel vecchio nobile decrepito ma evidentemente ricchissimo ed estremamente influente che fuma una sigaretta direttamente dalla trachea, mentre si dice contrariato dalla riapertura degli X-Files.

L’impressione è che si sia dinanzi ad una delle cose potenzialmente migliori del 2016, oppure, al tempo stesso, al peggior scherzo che il settore sta covando in vista della stagione. Fifty-fifty. Certo è che questo cambio di prospettiva, così netto e controcorrente rispetto al passato, non passa inosservato. La nuova (mini)serie di X-Files è un prodotto del nostro tempo, in linea coi profondi cambiamenti avvenuti nel corso di questi tredici anni in cui è praticamente successo di tutto, tra cui Lost e Breaking Bad. Un taglio più cinematografico perciò, senza in alcun modo rinunciare alla prerogativa di un mezzo i cui tempi dilatati rappresentano un’occasione per sviluppare una trama e dei personaggi che non sarebbero in alcun modo riproducibili entro un arco più ristretto.

Parlando del cast, l’unica vera introduzione, il ricco presentatore Tad O’Malley, interpretato da Joel McHale, non è certo irresistibile, per quanto il suo personaggio celi potenzialità che alla lunga potrebbero far comodo. Tuttavia è proprio la storia, o per meglio dire questa svolta sostanziale ad oscurare tutto il resto, persino Mulder e Scully, malgrado nelle ultimissime battute ce ne sia anche per loro. A parere di chi scrive, insomma, un ottimo modo d’introdurci in questo nuovo progetto. Come già osservato, Carter si assume dei rischi non da poco a partire optando per un approccio tutt’altro che soft; ed in fondo abbiamo apprezzato il coraggio, nonostante si tratti di un inizio oltremodo suscettibile di ulteriori colpi di scena, addirittura più imponenti. Per ora si avverte come la sensazione di essere stati storditi, messi fuori strada. Ed anche solo per testare fino a che punto abbiamo torto o ragione, vi è senz’altro un ottimo motivo per aspettare la fine di gennaio.