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The Man in the High Castle, polemiche per il vagone della metropolitana di New York con l’insegna nazista

Per promuovere The Man in the High Castle da qualche giorno sulla metropolitana di New York ha circolato un vagone con la bandiera americana affiancata dall’insegna nazista. La campagna pubblicitaria non è piaciuta, suscitando polemiche e spingendo la Metropolitan Transit Authority a rimuovere il vagone

pubblicato 25 Novembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 08:00

Pubblicizzare una serie tv attraverso gli autobus e le linee della metropolitana non è un’idea nuova: lo diventa, fino a suscitare qualche polemica, se si “addobba” un intero vagone con simboli e bandiere che richiamano al passato. E’ successo con la promozione di The Man in the High Castle, show tratto dal romanzo di Philip K. Dick che Amazon Instant Video ha rilasciato il 20 novembre scorso.

Il telefilm racconta un mondo in cui le forze dell’Asse hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale: nella serie tv, i nazisti hanno diviso l’America in tre regioni, ovvero gli Stati Giapponesi del Pacifico, il Grande Reich Nazista e la Zona Neutrale. Un argomento dal forte impatto, che Amazon ha deciso di promuovere attraverso una campagna pubblicitaria che ha immediatamente provocato dure reazioni.

Un vagone della metropolitana di New York, infatti, è stato ricoperto dalle bandiere americane e giapponesi con, però, la svastica nazista, come sono rappresentate proprio nello show. Chi si è ritrovato a viaggiare su questo scomparto ha avuto quindi non poco imbarazzo: da qui le richieste di alcune associazioni a difesa della comunità ebraica di rimuovere il vagone.

“Metà del mio vagone aveva l’insegna nazista all’interno della bandiera americana, mentre l’altra metà aveva la bandiera giapponese disegnata come nella Seconda Guerra Mondiale”, ha raccontato Ann Toback, direttrice esecutiva del The Workmen’s Circle, associazione in difesa della cultura ebraica e che è abituata a viaggiare in metro stando in piedi. “Dovevo scegliere, ed ho scelto di sedermi sull’insegna nazista perchè non volevo stare in piedi ad osservarla. Non dovrei restare in piedi davanti ad un’insegna nazista mentre vado al lavoro”.

Anche Evan Bernstein, direttore regionale della Anti-Defamation League di New York, a difesa dei diritti degli ebrei, ha criticato la campagna pubblicitaria, sostenendo che manca la giusta contestualizzazione:

“Nella serie tv, che spiega che l’America è una nazione controllata da Hitler, si ha il contesto. Sul vagone, vedere la bandiera americana affiancata dal simbolo nazista è visceralmente offensivo, perchè non c’è un contesto che spieghi cosa significa. Il fatto che la bandiera sia replicata sui sedili amplifica la sensazione”.

Bernstein non vuole proibire a nessuno di esprimersi come crede, ma secondo lui si sarebbe dovuto tenere in considerazione l’argomento storico, che ancora oggi suscita numerosi dibattiti:

“Non stiamo dicendo che la gente non ha il diritto di esprimersi. Stiamo solo dicendo che c’è un livello di insensibilità. Speriamo che le persone che hanno diffuso questa campagna ci pensino due volte prima di utilizzarla anche in altri posti”.

A difesa della campagna pubblicitaria, invece, Adam Lisberg, portavoce della Metropolitan Transit Authority, che ha approvato l’idea:

“Gli standard aggiornati [della Metropolitan Transit Authority] proibiscono le campagne politiche. A meno che non si creda che Amazon stia sostenendo la conquista nazista degli Stati Uniti, questa pubblicità rispetta gli standard. Stanno promuovendo uno show”.

La Metropolitan Transit Authority aveva già avuto problemi con altre campagna pubblicitarie controverse, come quella di un assorbente intimo e quella della Amalgamated Bank che chiedeva un minimo salariale di 15 dollari. “Il minimo salariale non è un argomento neutrale mentre mettere l’insegna nazista sì?”, ha commentato la Toback. “Mi preoccupa il fatto che qualcuno abbia passato del tempo a decorare un intero vagone della metropolitana con l’insegna nazista e non abbia detto ‘Che scelta misera’”.

La campagna è stata realizzata dalla Outfront Media, che ha dichiarato che nessuno ha avuto da ridire sulla loro idea. Le polemiche suscitate da chi non ha gradito la campagna, però, hanno spinto la Metropolitan Transit Authority a rimuovere il vagone, che avrebbe dovuto circolare fino al 14 dicembre. Oltre a questo, la campagna prevede dei poster promozionali sparsi lungo le 260 stazioni della metropolitana: più tradizionali, ma meno provocatori.

[Via TheGothamist]