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Slang – That’Sapore, Gerardo Greco torna all’inchiesta americana targata Expo

Slang That’Sapore celebra un nuovo modo di fare tv: lo ha dichiarato Andrea Vianello presentando il nuovo programma di Gerardo Greco, al sabato pomeriggio su Rai3

pubblicato 23 Ottobre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 09:14

L’Expo “dà da mangiare” alla Rai fino al 31 di ottobre, data di scadenza di ogni product placement legato all’Esposizione Universale di Milano. Anche Gerardo Greco, appena dichiaratosi insofferente alla conduzione in studio, può così tornare al suo primo amore: il lavoro da corrispondente americano. Sabato 24 e 31 ottobre, alle 16.30 su Rai3, vanno in onda due speciali del programma Slang, già testato in seconda serata da Gerardo Greco, questa volta virati sull’agro-alimentare e con un sottotitolo che la dice tutta: That’Sapore.

Può una mozzarella diventare un ‘bastone’ essiccato e tagliato a fette, pronto a essere usato dai frettolosi consumatori americani? Un condimento per pasta può essere ancora chiamato tale se contiene più spezie che pomodoro? Quanto contano gli ingredienti italiani per preparare un piatto ispirato alla nostra tradizione? Parte da questi interrogativi il programma realizzato da Rai Expo, che raccoglie il testimone da The Cooking show, in onda dall’inizio dell’estate a scopo promozionale.

Un’inchiesta con un linguaggio da “road movie” che si sviluppa tra New York e Woodstock, nel cuore della campagna americana, alla ricerca degli alimenti italiani più copiati e alla scoperta delle aziende che tentano di imitare quei prodotti che sono da sempre la nostra bandiera. Ma ancora per quanto?

A leggere i numeri, il mercato del falso cibo italiano è in continua espansione: un giro d’affari da 54 miliardi di euro, che costa al nostro Paese un punto e mezzo di Pil. Per intenderci, due prodotti su tre commercializzati all’estero si richiamano al nostro Paese.

E di “fake” sono esperti soprattutto cuochi e chef italiani che vivono e lavorano nella Grande Mela e che ogni giorno, nei loro ristoranti, tentano di rimanere fedeli alla cucina nostrana cercando prodotti di qualità. Ma che risultati avrebbero se dovessero cimentarsi in ricette italiane utilizzando esclusivamente ingredienti locali?

Per scoprirlo That’Sapore ha messo alla prova tre di loro, facendoli sfidare in una gara basata sulla preparazione di un tipico menù italiano, ma senza avere a disposizione nessun prodotto del Belpaese. Simbolicamente ambientata a Woodstock, patria di una delle più celebri rivoluzioni culturali della storia, la sfida si configura come una vera e propria ribellione al cibo “falso”. Ed è così che gara e inchiesta, in una narrazione parallela, giungono allo stessa conclusione: l’Italia è seduta su una miniera d’oro. Una ricchezza unica e difficile – se non impossibile – da imitare. E che, nonostante questo, è copiata. E male.

Quello di Slang – That’Sapore è, secondo Andrea Vianello, direttore di Rai3, “un modo moderno di fare Tv” che con il tempo si evolve. Quello del programma di Greco è un modo nuovo di raccontare un programma che ha dentro tanti elementi e che riesce ad essere anche divertente perché racconta un mondo a tratti pacchiano”, sottolinea Vianello.

Tra gli ospiti chiamati a parlare di Italian sounding nel padiglione Coldiretti c’è Carlo Cracco, chef stellato italiano. Vianello su di lui ha aggiunto:

“Dobbiamo preoccuparci di portare sempre più su il nostro prodotto, dobbiamo imparare a far capire la differenza tra ciò che è made in Italy e cosa non lo è. Cracco sottolinea come sia necessario, anche all’estero, imparare a capire la qualità: tutti riconoscono una cosa cattiva; pochissimi capiscono quando qualcosa è eccezionale. Perche non l’hanno mai mangiata”.

MasterChef continua a essere una fissazione della Rai3 di Vianello, visto che Slang aveva già intervistato Joe Bastianich e la sua mamma Lidia. Per non parlare dei tre giudici ospiti a Che tempo che fa e dell’effetto clone Masterpiece…