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Ascolti tv, dati inquinati? L’Auditel e Campo Dall’Orto rispondono

Auditel risponde al caso ‘dati inquinati’: si è trattato di un errore nella posta elettronica. Ogni decisione rinviata a mercoledì 14 ottobre

pubblicato 9 Ottobre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 09:45

UPDATE 2: Il dg Rai Antonio Campo dall’Orto, secondo quanto riporta l’Ansa, a margine del convegno EY ‘Digitalexlacrescita’ ha dichiarato:

“Avremo un cda mercoledì, probabilmente, in cui decideremo cosa fare, siamo in fase di raccolta di informazioni. E’ un tema relativo al campione: essendo noi parte di Auditel ci stanno informando dei temi specifici: è un tema tecnico. E’ stata una cosa improvvisa, non abbiamo una posizione”.

UPDATE 1: L’Auditel ha risposto con una nota ufficiale:

“Nessun bac nel sistema, ma un errore nell’invio della posta elettronica ad alcune famiglie del campione di cui sono stati resi noti gli indirizzi e-mail. Siamo stati informati dal nostro fornitore Nielsen che, per un errore, sono state trasmesse comunicazioni di posta elettronica a famiglie del campione rendendo visibili gli indirizzi e-mail. Il nostro Comitato Tecnico si è posto immediatamente al lavoro per individuare valutazioni e proposte che saranno esaminate dal consiglio di amministrazione della Società già convocato per mercoledì 14 ottobre. Auditel intende confermare la propria linea, trentennale, di serietà e trasparenza”.

L’Auditel è finito nella bufera. Il campione di 5.600 famiglie da cui si decidono le sorti delle trasmissioni televisive sarebbe stato “inquinato”, stando a quanto riporta il Corriere della Sera.

C’è chi parla di problema tecnico, chi di vero e proprio baco del software. A quanto pare ieri, dopo riunioni concitate, all’Auditel avrebbero deciso di far finta di nulla in attesa di capirne di più. Ci sarebbe stata una spaccatura all’interno della società tra chi voleva procedere con la sospensione della rilevazione fino a data da destinarsi e chi ha optato per la linea pragmatica dell’andare avanti, quella che poi è passata. In ogni caso ogni decisione definitiva è rinviata al consiglio di amministrazione di mercoledì prossimo.

Il problema occorso al sistema di rilevazione degli ascolti tv dell’Auditel è più grave del previsto, perché chi fa parte del panel non dovrebbe conoscere quali sono gli altri soggetti rilevati per evidenti rischi di inquinamento dei risultati. Gli stessi nomi delle famiglie sono difesi dal vincolo alla segretezza.

E invece pare sia accaduto che la Nielsen, la società alla quale sono affidate operativamente le rilevazioni per Auditel, avrebbe incrociato male i cavi e, sempre stando al Corriere, “chi non doveva sentire aveva un microfono acceso nelle altre stanze”. Il giallo nel giallo è quale quota del panel sia stata contaminata. Da questo dato si capirà se siamo di fronte a un “Audi-gate”.

Quasi sicuramente accadrà che il panel dovrà essere parzialmente cambiato, un’operazione non facile visto che le 5.600 famiglie rappresentano l’intera popolazione italiana e hanno un peso statistico enorme: 50 di esse rappresentano poco meno dell’1 per cento del Paese. Tutto ciò senza considerare che l’intero sistema di rilevazione è in fase di transizione per passare a un panel più corposo di oltre 10 mila famiglie.

Posto che i tre «azionisti» forti di Auditel sono Rai, Mediaset e l’Upa, l’associazione degli investitori pubblicitari, ognuno di loro sicuro non l’avrà presa bene.