I consigli di TvBlog
Home OpenSpace, Davide Parenti: “Speriamo di aver fatto una cosa bella e ci mettiamo la stessa passione”

OpenSpace, Davide Parenti: “Speriamo di aver fatto una cosa bella e ci mettiamo la stessa passione”

OpenSpace: Blogo ha ascoltato le dichiarazioni di Davide Parenti. Il padre del programma parla anche de Le Iene e X-Love.

pubblicato 8 Ottobre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 09:46

OpenSpace: al termine dell’incontro con la stampa, Blogo ha incontrato Davide Parenti. Il padre del programma ha parlato non solo della nuova avventura televisiva, ma anche de Le Iene e del precedente spin-off X Love. Ecco cosa ha detto:

Perché l’abbiamo fatto? Ce lo stiamo ancora chiedendo, perché è una cosa impossibile da fare. Non funziona niente: questo genere non funziona. L’abbiamo fatto sostanzialmente perché alle Iene siamo un po’ bloccati, nel senso che più di questo non ci chiedono e abbiamo gente che ha un sacco di energia. Questa energia sprizza da tutti i pori. Bisognava metterla da qualche parte. Avremmo voluto fare 7 giorni su 7 Iene la sera, ma non ce lo fanno fare, non gli interessa… Ci hanno detto: Le Iene vanno bene, perfetto. Dovete fare qualcos’altro. Va be: facciamo un programma con la Toffa. Cosa possiamo fare? Siccome un programma di filmati già ce l’abbiamo non ci rimaneva che la cosa dove uno si siede e parla con le persone. Per cui ci siamo inventati questa cosa che ha avuto una gestazione lunga. Ci tenevamo che questo programma partisse da un sito. Speriamo che parta davvero, perché mentre lo facevamo abbiamo capito la difficoltà di fare un sito che funziona e un programma che speriamo che funzioni.

Che ascolti ci aspettiamo? Ci aspettiamo poco. Tutte le serate sono difficili.

Ora dirò una cosa controtendenza: onestamente noi abbiamo fatto il 10% con Le Iene, che è un programma che è un gioiello. Sfido chiunque a considerare quello che facciamo: abbiamo portato a casa una ragazza rapita in Turchia. Non ci ha cagato nessuno. Nessuno ne ha parlato. Non è successo niente. Noi cosa possiamo fare più di quello che facciamo? Il programma che va in onda è bello, ricco, pieno di cose. Ha fatto il 10%, è un prodotto che valeva molto di più dal mio punto di vista. Dico questa cosa in controtendenza, perché c’è gente che parla sempre di successo. C’è gente che ha fatto il 7% su Canale 5 e dice che è un successo. Io dico: “Caxxo, ho fatto il 10% su Italia 1 e avremmo voluto fare il 15, il 18, il 20, perché ci mettiamo le palle sopra le cose e poi il risultato è quello. Però, è così: bisogna tenere botta.

Se Le Iene la domenica fanno il 10% che è un prodotto che ha 18 anni… Sono 18 anni che lo facciamo con passione: stiamo attenti a togliere i frame dal programma, perché curiamo tutto in modo surreale. Questo è un programma nuovo. Non abbiamo fatto neanche lo zero. Nadia Toffa è una “disgraziata” che non ha mai fatto la conduttrice… Noi ovviamente speriamo di aver fatto una cosa bella e ci mettiamo la stessa passione che ci mettiamo nel fare Le Iene, ma non è detto che succeda che il prodotto sia eccezionale, anche se noi abbiamo lavorato per questo. Noi vorremmo sempre vincere sempre 5-0, ma la partita è davvero complessa. Ci sta che perdiamo 6 a 0. Dentro di noi sappiamo che siamo una bella squadra, abbiamo un sacco di energia e sappiamo che tutto potrebbe essere fatto meglio, ma avere un’idea e trasformarla in realtà senza copiare da nessuna parte, perché stiamo facendo un formato che non c’era. Ci sarà da domenica sera e magari lunedì voi direte: “Ma che bella ca.ata”, ma l’abbiamo fatta noi senza lavorare con formati. Noi abbiamo fatto una torta, ma non so se avremo il tempo di farla diventare una torta da pasticceria, perché qualche sfiga ce l’ha questa torta. Questa torta avrà questa torta, ma è una torta fatta con tanto amore e con gli ingredienti giusti.

Le sfighe potenziali? Noi abbiamo una sfiga di partenza. La dico, è totalmente impopolare, ma la dico: siamo un po’ in un angolo, nel senso che non abbiamo tradizione di ospiti che vengono nei nostri programmi. Noi siamo Le Iene e quando diciamo “Siamo Le Iene” scappano tutti. Tutti quanti dicono: Le Iene? Molto carine, però se noi andiamo come Iene da qualche parte è difficile che ci aprano le porte. Ogni accordo che bisogna fare con le persone, con noi parte male, nel senso che tutti quanti si sentono in qualche maniera poco tutelati. Temono l’inc*lata sempre. Quando fai un talk alla fine ti metti d’accordo. Un talk è sempre pieno di piccoli compromessi (non facciamo questo, non facciamo quell’altro). Anche noi abbiamo capito che dobbiamo fare così: se fai un programma con gli ospiti devi metterti d’accordo con gli ospiti. Cercheremo di fare un programma interessante, senza trabocchetti, ma con piccoli colpi di scena spettacolari che sono accettati da coloro che vanno in questo genere di programmi. L’altra complessità è che non vorremmo fare un talk con gli ospiti che fanno normalmente i giri di questi programmi. Stiamo cercando di aprire una finestra per fare entrare cose diverse. La difficoltà di questo genere è avere chi nutre questo genere. Noi vogliamo fare un programma di cose che interessano alla gente, ma non è facilissimo avere le persone che partecipano. Noi non andiamo alle feste che contano, siamo un po’ degli sfigati.

Abbiamo scelto Nadia Toffa, perché è la più forte che c’è in questo momento. E’ davvero la più forte. Non c’è gara: è comunicativa, intelligente, impara e capisce. La prima volta che entra nello studio, per favore portate pazienza. Se avrà il tempo di capire farà il cul* a tutti.

X-Love: abbiamo fatto un dato in linea con Italia 1. Abbiamo fatto un programma che aveva i suoi difetti. Quello che gli mancava onestamente era il brand de Le Iene. Mi spiego: noi non abbiamo fatto altro che prendere gli stessi contenuti delle Iene, metterli dentro uno studio comico. Abbiamo fatto una cosa formidabile, abbiamo fatto un programma senza conduzione, tentando di rivitalizzare un genere che non è partito, che non ha trovato un’ospitalità vera in televisione. L’unica cosa che abbiamo sbagliato, perché era quello che avevamo a disposizione, erano gli Stand Up Comedians. Avevamo bisogno di Stand Up Comedians pazzeschi. Se avessimo avuto Luttazzi, Guzzanti, Beppe Grillo, Crozza veniva un altro programma. Avevamo questi che sono qui, questa seconda linea, comunque brava che il genere l’ha fatto bene, con pezzi da tre/quattro minuti, ben fatti, ben costruiti, ma forse un po’ troppo visti in televisione, usurati, con repertori non nuovissimi. Però il programma era un programma e la confezione era una confezione e sono certo che se noi avessimo fatto 8 puntate – siamo partiti al 6% abbiamo chiuso al 7,9% su Italia 1 – noi arrivavamo al 9%, 9,5% e avremmo messo a punto quello che andava messo a punto. Io non la vivo come un insuccesso, la vivo come una occasione sprecata, perché un programma senza conduzione, con quella confezione… non abbiamo copiato, noi siamo artigiani… noi abbiamo l’obbligo di difenderlo, perché in una televisione che vive di programmi copiati, tutti uguali con tre str*nzi di giudici – capisco che funziona quindi è normale che si facciano – noi proviamo a fare cose diverse. Sono convinto che se ci fosse l’economia per sostenere questi esperimenti, X Love sarebbe finito per essere un programma un buco sotto o un buco sopra Le Iene. Il problema è che la televisione è fatta di brand che si affermano. Noi non abbiamo fatto altro che prendere le iene e metterlo in un’altra confezione. La gente doveva capirlo. L’ha capito piano piano. Il risultato che abbiamo fatto l’abbiamo fatto in una situazione per niente protetta. Conosco Mediaset e conosco il mercato: ci sono programmi protetti e programmi non protetti. Il 7,5% di XLove con la controprogrammazione che aveva è un dato buonissimo. In coda sono partite Le Iene che ha fatto il 10%. Le Iene sono un prodotto da 15%. Noi abbiamo dei contenuti dentro che non ha nessuno. Qui c’è un sacco di gente che si fa un “bucio di c*lo” così che ogni settimana porta qualcosa. La televisione è vuota, noi siamo pieni.

Questo programma non ha niente che possa somigliare a Le Iene. L’unica cosa è lei. Diciamo che abbiamo dei nuovi amici che sono venuti a lavorare con noi, in parte qualche autore de Le Iene si è messo fare questo programma. Gli inviati sono dei “poveretti come noi”: abbiamo preso dei ragazzi giovani, buffi, con un bel sorriso, che sapessero quello che stavano facendo. Li vedrete all’opera. Sono anche un disastro certe volte, ma sono persone che ci provano. Li abbiamo presi sull’entusiasmo, non sul mestiere.