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Pupo a Blogo: “Castrocaro è una sfida che mi fa impazzire. Agon Channel? Oggi non lo rifarei”

Da Castrocaro ad Emanuele Filiberto, da Agon Channel ai talent passando per un nuovo disco: intervista a Pupo.

pubblicato 26 Agosto 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 11:36

“Sono in sala di registrazione, sto preparando un nuovo disco dopo quasi dodici anni di assenza”. Enzo Ghinazzi in arte Pupo ci accoglie per questa intervista con parole piene di entusiasmo. Musica ma non solo. La sua vita artistica, da almeno dieci anni, si divide fra concerti in giro per il mondo e la televisione. Dopo una parentesi “sabbatica” a Tirana, è tornato in Rai: prima con Napoli Prima e Dopo, poi con Castrocaro. La finale della 58esima edizione andrà in onda sabato 29 agosto su Rai 1. Ovviamente in prima serata e con Pupo alla conduzione.

Pupo, cosa ti lega a questa manifestazione?

“Mi lega un’amicizia che si è creata con il Comune di Castrocaro, con la Nove Eventi Srl e con la Rai. Mi lega, poi, la finalità. Castrocaro viene considerato un talent sfigato e snobbato, tutti lo considerano obsoleto e fuori da ogni realtà perché ormai ci sono le tecnologie di The Voice ed X Factor. E’ stato il precursore dei talent ma, effettivamente, poverino, regge l’anima coi denti. A me queste sfide fanno impazzire. Ancora oggi Castrocaro viene difeso dalla Rai, è giusto così”.

Castrocaro è l’unico evento storico, insieme a Sanremo e allo Zecchino, rimasto in mano alla Rai…

“Finché c’è vita, va portato rispetto nei confronti della storia. Chiaramente senza condizionare l’evoluzione. Oggi se vuoi presentare una canzone nuova o vieni a Castrocaro o vai a Sanremo. Non puoi andare, per esempio, a Domenica In dove ti fanno cantare solo il ritornello di una canzone famosa. Noi diamo un’opportunità. E, da quando hanno spostato questa manifestazione a fine agosto (prima andava in onda a metà luglio, ndr), segna l’inizio della nuova stagione estiva e ha ottenuto finalmente una collocazione più prestigiosa”.

Castrocaro, però, soffre molto da quando i talent si sono imposti con successo…

“C’è una differenza, però. Nei talent predomina la vocalità d’effetto: c’è un messaggio televisivo immediato, deve fare ascolto e quindi entrano in gioco dinamiche diverse. Castrocaro ancora oggi fa ascoltare brani inediti. Io, che sono un creativo ed un autore, quando ascolto le canzoni di Castocaro mi metto le mani nei capelli e, simpaticamente, dico: ‘Speriamo bene, speriamo che i nostri telespettatori riescano a resistere’. E’ un’impresa far ascoltare canzoni nuove, cantate da sconosciuti, al telespettatore medio di Rai 1″.

Ci vuole fiducia…

“E’ questo che mi dà grandi stimoli. Perché quando vedo il 14-15% di share come gli scorsi anni – e magari lo facessi pure quest’anno – mi riempo di gioia, la considero una bella soddisfazione”.

La tua opinione verso i talent non è mai stata positiva. Sbaglio?

“Non sbagli. La mia opinione, molto serenamente, non è positiva. I talent sono dei grandi contenitori, delle grandi palestre per delle vocalità straordinarie. Oggi ci sono dei talenti paurosi, non fanno neanche più notizia. Io ho una stima pazzesca nei loro confronti, per carità: Marco Mengoni, Emma, Lorenzo Fragola. Ma me la sono presa con i talent perché non esiste un talent per le canzoni e per gli autori. L’avidità ed il cannibalismo della televisione è arrivato ad uccidere, per ora, la creatività degli autori”.

Un grande autore di canzoni, Cristiano Malgioglio, sarà in giuria a Castrocaro

“L’ho voluto io. C’è una grande amicizia, grande rispetto e stima professionale. Ovviamente senza alcuna prestazione sessuale perché ho altri gusti (ride, ndr)”.

Oltre a lui chi ci sarà in giuria?

“Ci saranno, ufficialmente, Max Tortora e Silvia Salemi. Non ci saranno i Ricchi e Poveri. Ma proprio in questi minuti mi stanno comunicando che pare si sia convinto il mio amico Emanuele Filiberto. Volevo tornare in tv con lui da un po’ e questa sarebbe un’occasione bellissima. Lo stiamo convincendo con un budget leggermente inferiore rispetto a quello che lui aveva richiesto. Qualora dovesse accettare, spero non chieda a me l’integrazione perché non gliela darò (ride, ndr). Se non dovesse venire lui, non so cosa dirti. Verrà qualche disperato dell’ultimo momento”.

Hai ancora il dente avvelenato per l’ultimo Sanremo?

“Io non ho mai avuto il dente avvelenato. Io ho sempre detto la verità: noi avevamo vinto il Festival e questo lo sanno tutti. Poi è successo qualcosa e ha vinto Valerio Scanu. E’ una roba palese ma non è stata ancora chiarita. La canzone Italia amore mio, scritta da me musica e testo, è una canzone bella, un atto d’amore per l’Italia, e continuo a difenderla. Non credo sia, come alcuni hanno detto in maniera poco autonoma, la canzone più brutta del secolo”.

Vivi la televisione come una parentesi?

“Non è più una parentesi. Io ho fatto la mia prima esperienza da conduttore nel 1989, era Domenica in al fianco di Edwige Fenech. L’intuizione era stata di Gianni Boncompagni. Addirittura, quell’anno, ho condotto lo speciale Capodanno per Rai 1 da Viareggio. Ecco, quella dell’89-90, fu una parentesi. L’anno seguente ebbi una proposta per il Cantagiro ma non accettai perché ero nauseato dal pressappochismo della televisione. Quindi dal 2005, quando sono tornato per condurre la parte brasiliana de La Fattoria con Barbara (d’Urso, ndr), la televisione è diventata una parte importante della mia vita professionale, almeno in Italia. E non ho intenzione di considerarla una parentesi. E’ un aspetto compatibile con la mia attività di cantante. Anche perché io credo di essere compatibile come soggetto. Infatti ti sto parlando da uno studio di registrazione. Sta nascendo, spero, il nuovo manifesto musicale di Enzo Ghinazzi in arte Pupo”.

Immagino che non uscirà soltanto in Italia, il mondo ti ama e ti richiede per concerti…

“Uscirà il prossimo anno, è un progetto mondiale. Economicamente non converrebbe più fare un album solo per l’Italia, significherebbe farlo solo per puro piacere e gratificazione personale. Molti artisti italiani fanno fatica, alcuni si devono trovare un doppio lavoro per vivere. Purtroppo questo è un ambiente che ha subito molte umiliazioni. Io parlo con giovani artisti, mi raccontano le proprie difficoltà. Hanno tante persone intorno che vogliono prendersi un pezzo di torta, prima non era così”.

Torniamo alla tv. E’ vero che non la guardi quasi mai?

“La guardo poco ma non per snobismo. Io non sono un tipo snob, sono sincero. Non ho mai guardato molta tv. Guardo cose specifiche: i film e le fiction sulla storia, sono un appassionato di biografie, mi piacciono i documentari sulla natura. Ogni tanto apprezzo anche qualche spettacolo. Ho molto apprezzato il programma di Massimo Ranieri, Sogno e son desto. L’ho visto quest’estate, viva le repliche. Ho scoperto che artisti come Ranieri fanno bene a fare spettacoli così”.

Ti piacerebbe metterti alla prova in uno show del genere?

“Io non sono ancora pronto. Mi sento più un conduttore. Morandi e Ranieri toccano corde diverse, hanno rappresentato la storia musicale degli anni ’60. Io, forse, fra cinque o dieci anni avrò questa chance. Oggi credo di essere non all’altezza, loro sono personaggi storici. Ma credo di essere nettamente superiore come conduttore. Ho una consapevolezza di me stesso che rasenta la folle razionalità”.

I quiz sono una tua passione televisiva. Te ne se occupato anche ad Agon Channel. Eri il responsabile dei quiz…

“(ride, ndr) Sulla carta ero il responsabile, ma i quiz non c’erano. Agon Channel è un canale partito con grande entusiasmo poi, chiaramente, le difficoltà in corso d’opera hanno smussato gli entusiasmi iniziali. Io avrei dovuto essere il responsabile dei quiz, se ci fossero stati i requisti. Poi mi sono occupato solo del mio preserale, Una canzone per centomila, e ho portato a casa le 120 puntate previste. Meno male che c’era con me Ylenia Ferrari, mia co-autrice straordinaria. La passione per il lavoro da parte dei nostri collaboratori albanesi era tanta, ma erano quasi tutti alle prime esperienze. Non è stato semplice, anche gestire un budget che c’era e non c’era…”.

Ma la rifaresti?

“Adesso no”.

Perché sei impegnato con la registrazione del disco?

“Non lo farei neanche se fossi completamente libero da impegni. Ho già dato. Mi è costata fatica e tanto impegno”.

Non mi sembri particolarmente entusiasta…

“Non fraintendiamo. C’è stato tanto impegno, tanta fatica e tanta organizzazione per riuscire ad incastrare tutti gli impegni che avevo precedentemente fissato. Io ho fatto una fatica terribile ad andare ogni settimana a Tirana e fare gli orari che ho fatto. Oggi un’esperienza come quella non potrei ripeterla perché andrei all’ospedale, fisicamente non ce la farei. Ho concluso quell’esperienza invitando tutto il gruppo di lavoro a cena, eravamo più di cento persone. Ho detto a tutti che è stata una bella esperienza e che mi hanno trattato bene. Aggiungo che con me Francesco Becchetti si è sempre comportato bene”.

Ti hanno pagato?

“Credo che si sistemerà anche l’ultima, piccola, pendenza rimasta. C’è la volontà di sistemarla. Ma, comunque, non è quella che cambia il mio giudizio. Becchetti è un uomo perbene. Io, però, adesso sono contento di esser tornato in Rai con questi due piccoli progetti estivi, Napoli Prima e Dopo e Castrocaro“.

I malpensanti dicevano che, dopo Agon Channel, si sarebbero chiuse le porte della Rai. Così non è stato…

“Le porte della Rai non le chiudo io. Le chiude chi deve decidere. Io non andrei mai a dire ‘devi prendermi’ a Giancarlo Leone o Teodoli o, oggi, Campo dall’Orto. Io non faccio questo tipo di telefonate. Io, anzi, sono contento quando un professionista fa le sue scelte, le difende e le manifesta senza ipocrisia. Quando mi hanno detto che Ti lascio una canzone avrebbe cambiato la giuria, io ho risposto ‘fantastico’. Non rientravo più nei loro progetti. Ma io con Claudio Fasulo, che rappresenta la Rai a Ti lascio una canzone, ho un rapporto straordinario. Mi hanno detto che non andavo più bene per quel ruolo ed io sono d’accordo”.

Questo succede, secondo me, perché sei una persona serena. Sbaglio?

“Mi fa piacere che tu lo percepisca. Ci sono persone che fanno scelte artistiche legittime. Se queste funzioneranno oppure no, però, non si sa…”.

Lo scopriremo a settembre.

“E’ normale”.

Photo credits | CastrocaroFestival Segreteria su Facebook