Home Myrta Merlino a Blogo: “L’Aria che tira stasera? Serve un progetto che mi convinca, Cairo lo sa. Spero a febbraio 2016”

Myrta Merlino a Blogo: “L’Aria che tira stasera? Serve un progetto che mi convinca, Cairo lo sa. Spero a febbraio 2016”

“Io meno glamour di Floris, ma L’Aria che tira è un successo. La prima serata? Servono le armi giuste per affrontarla, non ho fretta”

pubblicato 15 Luglio 2015 aggiornato 3 Novembre 2020 15:54

L’Aria che tira stasera sarebbe dovuto andare in onda su La7 nella scorsa primavera (dopo l’esperimento positivo dell’estate 2014). Dodici le puntate previste e annunciate. Ma nulla da fare. L’Aria che tira stasera dovrebbe andare in onda nella prossima stagione. Ma in sede di presentazione dei palinsesti di La7 Urbano Cairo non ha dato conferme ufficiali. Così, Blogo ha deciso di interpellare direttamente Myrta Merlino, che da settembre tornerà alla conduzione del contenitore quotidiano L’Aria che tira (questo è sicuro):

12 puntate in primavera, il mercoledì sera. Poi cosa è successo?

Il mio mestiere è meraviglioso, ma è una meravigliosa follia. Per 10 mesi l’anno faccio due ore e mezza di diretta tutti i giorni. Ma poiché L’Aria che tira ha avuto un grandissimo successo e poiché ho sempre pensato fosse un talk della sera che facciamo tutte le mattine, è nata l’anno scorso l’idea di proiettarlo nel serale. L’esperimento di 4 puntate andò molto bene, superammo il 4%. Ma fu una follia: andare in onda 5 mattine alla settimane e la sera lo puoi fare per 4 settimane non dormendo alla sera, ma è un unicum. Con Cairo l’idea era – fermo restando che nessuno dei due vuole che io molli la mattina – un progetto parallelo. Cioè andare in onda in prima serata per alcuni periodi dell’anno in sovrapposizione al mattino. Per fare questo bisognava che ci fosse un progetto che mi convincesse. Bisognava che fosse una sfida che mi sentissi di vincere. Bisognava che avessi le armi giuste per affrontarla.

E invece?

Abbiamo iniziato tardi, le riunioni ad aprile… Tutta una serie di cose. Detto sinceramente, io faccio un programma tutti i giorni, non ho problemi di visibilità. Per fare un progetto del genere bisogna avere una squadra, bisogna trovare il produttore giusto. Sono molte le cose da mettere in fila. E per il momento le cose non si sono allineate. L’editore da un anno mi dice di fare il serale, io dico ‘facciamolo, ma con tutti i crismi’. Devo sentirmi serena e fiduciosa. È sempre un rischio fare una cosa nuova, ma deve essere calcolato. Deve essere un valore aggiunto, non può incidere negativamente sul lavoro pazzesco che facciamo a L’Aria che tira. Cairo è d’accordo con me: se lo facciamo, lo facciamo come Dio comanda.

Volendo essere ottimisti quando potrebbe andare in onda L’Aria che tira che stasera?

Febbraio 2016. Io non ho fretta. Nel mio modo di lavorare ho sempre costruito un pezzetto alla volta, le fiammate non servono. Ho fatto una super gavetta. Per avere una carriera lunga e robusta devi andare avanti un pezzetto alla volta. A me L’Aria che tira piace molto farla, il pubblico del mattino è stata una scoperta vera. Capisco che nel nostro mondo andare in prima serata è fare la Champions League, però a me piace il pubblico del mattino. Comunque penso che il progetto serale arriverà.

Quindi, in definitiva, possiamo dire che non c’è stato un ciclo lungo di L’Aria che tira stasera a causa del mancato investimento in risorse economiche e umane?

Sì, insomma… non voglio metterla solo sui soldi. Deve esserci un progetto parallelo, non può essere solo uno sforzo de L’Aria che tira nel fare il serale. Gli speciali ogni tanto possiamo farli – ma se ne occupa Enrico Mentana – ma avere un ciclo di puntate significa andare in onda anche nella settimana in cui non succede nulla e per farlo devi avere una squadra che ti porti a casa inchieste.

È vero che dialogando con le società di produzione esterne a cui affidare L’aria che tira stasera avete dovuto fare i conti con le perplessità di alcune di esse che non sarebbero state pagate totalmente da La7?

Su questo io non c’entro. Devi parlare con l’amministratore di La7 Marco Ghigliani. Io ho chiesto – e ho trovato grande disponibilità – una squadra parallela. Che – effettivamente – vale la pena fare con una casa di produzione. Ma questo non lo decido io, lo decide La7. So che ci sono stati contatti, ma non è una mia scelta. Poi, naturalmente, sono arrivate anche a me delle voci, ma non so che dirti a riguardo.

Per Giovanni Floris La7 ha compiuto la scorsa estate grandi investimenti. Per un programma interno come L’Aria che tira invece sembrano esserci più difficoltà. Ti sei posta qualche domanda in questo senso?

Giovanni lo stimo tantissimo, è stato un grande acquisto per noi. Sono cose diverse. Floris è un calciatore acquistato nel mercato, io sono un calciatore cresciuto dentro. Sono storie diverse. Giovanni è stato preso con un progetto legato a Caschetto (il suo agente, Ndr), alla sua squadra. Mentre noi siamo cresciuti un pezzetto alla volta. Io sono partita con 6 persone, oggi siamo 18. Il nostro è un lavoro meno glamour, ma per me molto soddisfacente. L’Aria che tira ha di fatto bonificato quella fascia oraria, che ora in estate non a caso è presidiata da un nuovo programma di Andrea Pancani che sta andando bene.

Allora, febbraio 2016. Meglio il lunedì o il giovedì sera?

Questo non lo considero un problema serio. È importante fare bene le cose. È importante fare un programma diverso, visto che La7 è una rete piena di cose simili. La collocazione non è una mia priorità.

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