Home Gianluigi Paragone a Blogo: “Renzi cagasotto, ha paura de La Gabbia. In Onda fino a luglio, romperò la liturgia”

Gianluigi Paragone a Blogo: “Renzi cagasotto, ha paura de La Gabbia. In Onda fino a luglio, romperò la liturgia”

“Condurrò, in coppia, In Onda per tutto il mese di luglio. La prossima stagione La Gabbia al mercoledì”

pubblicato 24 Giugno 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 13:30

La stagione televisiva di Gianluigi Paragone non è finita. Non soltanto perché stasera su La7 andrà in onda una sorta di ‘meglio di’ de La Gabbia (con un montato di servizi e storie), ma soprattutto perché da lunedì 29 giugno sarà alla conduzione di In Onda (accanto ad una figura femminile, probabilmente Alessandra Sardoni). Blogo ha intervistato il giornalista impegnato anche con Mara Maionchi a Benvenuti nella giungla su Radio 105.

Soddisfatto degli ascolti dell’esperimento della domenica sera (la media totale stagionale de La Gabbia è di 678.000 telespettatori, pari al 3,25% di share, Ndr)?

Credo che sia soddisfatto soprattutto l’editore (Urbano Cairo, Ndr), che mi aveva chiesto un risultato superiore alla media di rete. Siamo andati oltre il 3,2% la domenica, che è un terreno senza storia di talk e attualità politica. Con reportage e inchieste abbiamo fatto più del nostro.

Siete stati confermati per la prossima stagione. In che serata andrà in onda La Gabbia?

L’ultimo mese siamo andati in onda il mercoledì e, nonostante il cambio di palinsesto, abbiamo avuto un’ottima risposta di pubblico con punte del 5% di share. L’editore è soddisfatto, ci ha riconfermati e l’anno prossimo andremo di mercoledì. La ragione della sperimentazione domenicale era pompare tutte le risorse della rete, come la Bignardi: qualcuno non ha risposto bene alle attese della rete e quindi noi torneremo il mercoledì.

Andiamo nel dettaglio della stagione che si è appena conclusa: la nuova rottura con Paolo Barnard.

Lui faceva due interventi a puntata. È sempre stato un ospite a cui davo piena libertà di parola. Non era a contratto, rispondeva di quello che diceva. La pericolosità di Paolo è nota. Volevo che lui avesse libertà di parola, ma dall’altra parte volevo essere sicuro di non avere ripercussioni. Poi lui, non certo per cose legate alla trasmissione o di natura economica, ha iniziato a fare i capricci e le bizze… amici come prima e ciao.

Quindi la notizia è che Paragone e Barnard “amici come prima”.

No, non ci sentiamo. Non siamo particolarmente amici. A me piace dare libertà, ma se mi entri in casa e mi spacchi la mobilia non sono contento. La rottura non è arrivata per censure ma per comportamenti caratteriali che non sono compatibili col lavoro di gruppo.

Veniamo alle repliche dei servizi nella seconda parte di puntata. C’è un senso in questa scelta, oltre alla richiesta editoriale di arrivare a mezzanotte e mezza?

Il senso c’è. Quando il lavoro giornalistico è fatto bene è doveroso da parte mia far in modo che sia visto dalla platea più numerosa possibile. Tu mi insegni che la platea cambia di ora in ora, se monti in maniera diversa la prima parte dalla seconda, anche con delle repliche, non fai un torto a nessuno. È difficile trovare un pubblico che rimanga lì dall’inizio alla fine dei programmi. Solo noi addetti ai lavori siamo condannati a vederci i programmi dall’inizio alla fine… provo una solidarietà per tutti voi che guardate i programmi dall’inizio alla fine (ride, Ndr). La gente a casa – a parte i miei genitori e i parenti stretti – non guarda un programma dall’inizio alla fine.

La fine della collaborazione con Veronica Gentili e Saverio Raimondo.

Sono un inquieto, mi piace cambiare sempre. La cinquina di Veronica non era azzeccata nella scrittura e stava diventando complicata e costosa: se vuoi proporre un filmato della Rai o di Mediaset devi pagare. Trenta secondi di là, trenta di qua, alla fine viene a costare più di un servizio giornalistico. Così abbiamo spostato Veronica a fare le piazze, dove funzionava bene, ma non si possono fare piazze sempre. Per quanto riguarda Raimondo è stato lui a chiederci di interrompere la collaborazione: è andato a fare il DopoFestival di Sanremo. E poi ha progetti teatrali e da stand up comedian. Penso che lui sia un grandissimo talento, se avesse ancora voglia di tornare con noi a me farebbe piacere.

Il senatore Codazzo è un personaggio riuscito.

È un grande, propone giochi in modo brillante. Giuseppe Longinotti ha una faccia da caxxo spaventosa.

I suoi servizi, ma anche quelli di Monica Raucci e Andrea Rivera ricordano però quelli de Le Iene.

Longinotti viene da Le Iene. Andrea fa Andrea. Alla Raucci, che ha masticato molto di questa televisione, le viene naturale.

Curiosità: perché nella seconda stagione hai iniziato a indossare la giacca, di cui avevi fatto a meno per un anno?

Ero entrato a La7 senza snaturarmi. La7 è una televisione molto perbene e io avevo voglia di entrare scapigliato e spettinato. Cairo lo disse in conferenza stampa: voglio proprio questo qui con l’orecchino e la chitarra a tracolla. Ma non si può fare sempre il Pierino della situazione. Posso mettermi anche la giacca, la camicia, il jeans, voglio sentirmi libero di mettermi quello che voglio. Anche a seconda del tipo di racconto. Quest’anno mi sono messo la giacca. Anche perché ormai la chitarra l’ho un po’ riposta… ma solo perché sto facendo nei locali uno spettacolo di racconto musicale.

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C’è una ragione per cui Matteo Renzi non è mai venuto ospite a La Gabbia quest’anno?

Perché io gli rompo le scatole. Né lui né Filippo Sensi possono intavolare con me una trattativa sulle domande. Renzi ha paura delle interviste così. Infatti non è andato nemmeno da Santoro.

Secondo Santoro, Renzi scegliendo di andare ospite solo in alcuni talk discrimina le fonti informative e altera la concorrenza.

A me frega poco della concorrenza tra i talk. Io penso al mio. La cosa incredibile è come Renzi da rottamatore sia diventato cagasotto. Lui ha costruito la sua fortuna sfidando. Ora ha paura delle sfide. O fa l’intervista one-to-one oppure non fa nulla. Ha paura anche delle primarie, è diventato un gran cagasotto. Quindi non può venire in una trasmissione politicamente scorretta.

In Onda: fino a quando lo condurrai e con chi?

Posso dirti ancora poco, siamo in fase di trattative.

Anche se manca meno di una settimana.

Eh, lo so. Stiamo facendo tutto adesso. Sono contento di aver accettato questa ennesima sfida. Urbano me l’ha chiesto, mi ha dato le sue motivazioni che mi hanno inorgoglito. Condurrò In Onda nel mese di luglio. In Onda ha una liturgia particolare, che io non posso che rompere. Se chiami Paragone, chiami uno che per dispetto deve rompere il giocattolo. Deve diventare la mia cosa, non può essere la roba della Gruber che qualcun altro fa d’estate. In Onda prevede la coppia e per me va bene. Stanno sondando la Sardoni, ma onestamente non so come sta andando la trattativa. Ci sono anche altri nomi, a me vanno bene tutti.

Dopo il servizio trasmesso da La Gabbia mercoledì scorso, in cui è stata citata proprio la Gruber, ci sono state ripercussioni?

Nessuna ripercussione. Lei è contenta di andare al Bilderberg, io sono contento di raccontare che il Bilderberg è una zozzeria.

Secondo i dati di Radio Monitor, con Benvenuti nella giungla (Radio 105) avete superato La Zanzara di Cruciani e Parenzo (Radio Deejay). Come ci siete riusciti?

Non faccio trasmissioni per battere qualcuno, ma per divertirmi. Io sono un giocatore da singolo, la sfida è con me stesso. Oggi vinco io e perde l’altro, ma domani vince l’altro e perdo io. Nessuna sfida particolare con Cruciani e Parenzo che considero due persone simpaticissime… sono stati i primi – peraltro in un santuario come Radio 24 – a rompere la liturgia. Dopo tanti anni è anche normale che qualcuno arrivi con un prodotto diverso e vinca, almeno temporaneamente. Ho letto che Giuseppe ha voglia di sfide nuove (passerà a Radio Deejay, Ndr) e quindi magari questo è servito anche a stimolare nuove sfide personali.

Torniamo alla collocazione de La Gabbia nella prossima stagione. Considerando che Santoro ha liberato il giovedì e che Piazzapulita ne prenderà il posto pensi che il lunedì sarebbe potuta essere una collocazione più adatta?

Ho sempre pensato che in Italia mancassero gli editori puri. Oggi lavoro per un editore puro. Non posso chiedere di avere l’editore puro e decidere io dove mettermi nel palinsesto. Lui guadagna facendo l’editore e, compatibilmente con le scelte di marketing, deve essere lui a fare la proposta, che poi uno accetta o meno. Cairo ragiona su logiche soltanto editoriali. Per me una collocazione vale l’altra. L’editore questa stagione ci ha messo la domenica perché pensava che andasse irrobustito il weekend… e io l’ho fatto.

La Gabbia al mercoledì. Sei condannato a non vedere la Juve in Champions, dunque.

Questa è l’unica disgrazia vera (ride, Ndr). Vorrà dire che andrò a vedere la finale a Milano. Renditi conto che io registro sempre le partite e le guardo sempre, anche se so già il risultato, subito dopo la puntata.

Per chiudere: l’epiteto più divertente con il quale in questa stagione hai apostrofato-insultato il pubblico in studio qual è secondo te?

Boh, non lo so. A volte mi stanno davvero sul cul0 (ride, Ndr) e allora mi giro. Ma è tutto naturale. Del resto, come dico spesso, non sono una bella persona.

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La7