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Rosso di sera, l’arrivederci mesto di Santoro

Servizio Pubblico è finito, malamente

pubblicato 19 Giugno 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 13:37

Ci si aspettava molto di più da Michele Santoro e da Rosso di sera, che ha sancito la fine di Servizio Pubblico. L’evento da largo Annigoni a Firenze, semplicemente, non è stato tale. C’era attesa per la “sorpresa clamorosa” annunciata dall’anchorman in sede di conferenza stampa, ma alla fine è arrivata ‘soltanto’ l’intramontabile Carla Fracci, il cui appeal televisivo è francamente assai scarso, se confrontato con quello di Benigni e Luttazzi, che parteciparono (e dominarono) a Tutti in piedi e a Raiperunanotte. Ma l’assenza di una star è stata soltanto un particolare.

Tanta retorica, un messaggio unidirezionale (contro Renzi) e nessun guizzo televisivo degno di nota: questa, in sintesi, la serata di ieri, apertasi con il teleteatro di Marco Travaglio e terminata ben oltre mezzanotte e mezza.

Santoro ha dato spazio e voce a insegnanti, lavoratrici di call center, studenti e operai, che però si sono ritrovati in una piazza spenta e semi-vuota, se non fosse per i gruppi organizzati dai sindacati, in primis dalla Fiom di Landini (sempre più urlatore).

L’arrivederci di Santoro (perché di questo si è trattato, non di un addio) ha offerto comunque momenti emotivamente forti, a partire dall’intervista a Bianca Berlinguer sul padre Enrico, passando per la riproduzione live da parte di Nicola Piovani della composizione “Viaggi di Ulisse” che ha fatto da sigla a Servizio Pubblico. Senza dimenticare l’intervento, carico di passione, di Sandro Ruotolo, sulla discarica illegale di Calvi Risorta, nel Casertano e sulle minacce ricevute dal boss della camorra Zagaria.

Santoro, i cui infiniti meriti giornalistici e televisivi restano intatti, ha salutato il suo pubblico (tra qualche minuto sapremo quanto pubblico) mestamente. Per fortuna avrà l’occasione di rifarsi.