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Shark Tank, uno Start up got talent contemporaneo ma alla lunga insostenibile

A Shark Tank gli inventori di start up si affidano a cinque imprenditori squali: chi la spunterà a Shark Tank ogni giovedì sera su Italia1?

pubblicato 21 Maggio 2015 aggiornato 9 Novembre 2020 16:46

  • 21.27

    Voce tensiva. La confezione è clonata spiccicata da MasterChef.

  • 21.29

    La presentazione dei giudici è altrettanto stereotipata.

  • 21.41

    il primo concorrente è Marco Pirovano detto il Polentone. Propone di fare della Polenta un cibo da strada e di aprire Polenterie all’estero. Chiede 30.000 euro. In realtà è lui il vero prodotto per gli imprenditori.

  • 21.42

    Pirovano ha scelto Dettori perché gli ha prospettato un futuro in America. L’offerta è di 50.000 euro con percentuale del 10%.

  • 21.50

    Avanti un altro, è la volta dei Dolly Noire, cinque ragazzi che hanno fondato un marchio. Chiedono 90.000 euro in cambio del 10% sul loro marchio di street style.

  • 21.54

    I ragazzi non hanno convinto gli imprenditori e se ne vanno con le note di Downton Abbey, che è un telefilm di Rete4 e quindi si gioca in casa.

  • 21.55

    Valentina Nesci è Miss Green, laureata in farmacia. Vuole seguire le orme del nonno, famoso farmacista del dopoguerra. Chiede 90.000 euro, in cambio di quota del 30%, per il lancio sul mercato di creme personalizzate da creare con dei tester.

  • 21.57

    Shark Tank sinora convince per la cura formale (bellissime le musiche, compreso Yann Tiersen in Amelie), meno per il ritmo.

  • 21.49

    Momento dialettico in Shark Tank. Miss Green non convince gli imprenditori. Fabio Cannavale non ha compreso a pieno il progetto. A Vigorelli sembra “il piccolo chimico e il piccolo farmacista”.

  • 22.16

    Lettieri chiede 500.000 euro, cedendo il 10%, per un sensore di parcheggio alternativo. Dettori vuole il 15%, Costanza rilancia col 12%.

  • 22.20

    Lettieri fa l’affare con Costanza

  • 22.29

    Mirella Ariata ha fondato la Cat Suite Home. Chiede 85.000 euro di investimento e cede l’8% per l’installazione di suite itineranti per gatti che possono seguire i padroni.

  • 22.33

    Gli imprenditori vedono forzato il progetto di Mirella e le augurano in bocca al gatto.

  • 22.34

    Arnaldo e Marco Fiori, padre e figlio grafologi, presentano il progetto Amore perfetto. Chiedono 130.000 euro e cedono il 15%.

  • 22.41

    Fanno ridere questi due e gli Shark se li mangiano. Tornano a casa.

  • 22.48

    I coniugi Milena e Piergiorgio sono soci in affari di un’impresa sui generis. Chiedono 100.000 euro pari al 10% delle quote. Calihotplace è un prodotto che consente di mangiare nello stesso recipiente dove si è cucinato. Il costo di vendita al pubblico è di 350 euro per le piastre ad induzione, mentre il singolo piatto costa 30 euro. Non è facile vendere la piastra a tutti, è questo il problema degli imprenditori. Vigorelli apprezza il design.

  • 23.00

    Cannavale propone 150.000 euro per il 25%. Dopo tante peripezie la spunta.

  • 23.01

    Filomena chiede 90.000 euro e cede il 30% di Mammamenia per commercializzare cofanetti di coccole, a base di babysitting, stireria, messa in piega, insomma regali a misura di mamma. L’idea convince: “Avete inventato un contenitore con un senso”.

  • 23.05

    Momento buoni sentimenti. Filomena vuole un sostegno anche perché malata di sclerosi multipla.

  • 23.08

    Controffert degli Shark. . 150.000 euro e il 35%.

  • 23.10

    Carlo Maria Recchia da grande vuole fare l’agricoltore. La sua idea si chiama Mais Corvino.

  • 23.21

    Affare concluso a 150.000 euro e il 20%.

  • 23.23

    Floome, l’etilometro dello smartphone, sarà il gadget del futuro? 500.000 euro in cambio del 10% della società. Rifiiutano controposta a 500.000 euro e il 15%.

  • 23.51

    Massimo e Antonio con Airlite vogliono ridurre l’inquinamento dell’aria. Concludono l’affare a 750.000 euro per il 3%.

  • 23.53

    Momento Start up got talent, tutte le idee non passate molto velocemente.

Shark Tank è il programma più innovativo dell’anno come dicono? Sicuramente no, e non (solo) per sua colpa. Perché un potenziale di novità e di contemporaneità nel racconto ce l’ha e sta nell’universo delle start up. Mai nessun programma, lo stesso The Apprentice, ha investito in tv sulle idee imprenditoriali quantificandone il prezzo e il valore di mercato.

Quel che penalizza Shark Tank, pertanto, non è il fervido contenuto, ma lo statico e freddo contenitore che – seppur importato – paga lo scotto di venire dopo l’inflazione di un genere. Iniziamo a non poterne più dei giudici impostati e della narrazione blindata dalle strettoie della gabbia formattizzata. Vedi Shark Tank e pensi immediatamente a MasterChef, anzi a Masterpiece che ne era già una versione fuori contesto. A incrementare lo straniamento di questo format è la sua collocazione in una rete come Italia1, che da regina della destrutturazione televisiva (non sempre illuminata) si trova a puntare su un programma strutturato sino al midollo.

Insomma, sono tante le cose che fanno di questo Shark Tank un’occasione mancata per le reti Rai. E un effetto déjàvu per Mediaset, che mixa il linguaggio del talent pregiato Sky con l’effetto freaks di Got Talent applicato alle idee-ciofeca.

Peccato solo che gli imprenditori-giudici non abbiano abbastanza appeal televisivo e al programma, in questa assurda programmazione in due puntate-fiume, manchi totalmente l’appeal di prima serata 2.0. Insomma, a forza di mediare tra troppe cose si rischia di sfornare una puntata pilota democristiana, più curata dei cloni di La5 (meravigliosi i tappeti musicali di uscita, specialmente quello di Downton Abbey), ma dallo stesso peso specifico non pervenuto. Il che dispiace, perchè la materia prima c’è, il target e la fruibilità no. Come Niccolò Fabi insegna, ogni acquisto ha il suo luogo giusto…

Shark Tank debutta su Italia 1 con la versione italiana: giovedì 21 e 28 maggio arriva in prima serata il primo business format al mondo per notorietà e ascolti, prodotto in più di 20 Paesi.

Il meccanismo della trasmissione è semplice ma avvincente, le regole ferree. 5 importanti imprenditori italiani metteranno i loro capitali a disposizione di persone dalla personalità forte e affidabile che, presentando la propria startup, un’idea innovativa e il business plan più efficace, riusciranno a indurli a investire su di loro e sui loro progetti.

Cosa vorranno i magnati in cambio del denaro? Che percentuale della nuova società? Che percentuale dei profitti? Quanto saranno disposti a concedere i candidati? Quale dei diversi investitori saprà sconfiggere i colleghi nella trattativa per accaparrarsi un buon affare?
La trattativa con gli aspiranti imprenditori sarà rapida e intensa e si svolgerà interamente davanti alle telecamere.

Il meccanismo di Shark Tank

Alla fine di ogni puntata, se l’aspirante imprenditore e almeno uno dei 5 investitori raggiungeranno un accordo, le parti stipuleranno un autentico contratto legale, a telecamere spente.
I magnati sono pronti a finanziare solo le idee più valide e convincenti, sono veri e propri squali che investiranno i propri capitali solo per guadagnare.  

Shark Tank, i business man

I 5 businessman, Fabio Cannavale (presidente di lastminute.com group), Mariarita Costanza (direttore tecnico Macnil–Gruppo Zucchetti), Luciano Bonetti (presidente Foppapedretti), Gianluca Dettori (presidente e fondatore Venture Capital pixel) e Giampietro Vigorelli (pubblicitario), hanno ben chiaro in mente cosa funziona e cosa è destinato al fallimento. Non si faranno scrupoli a mettere a nudo i punti deboli di un’idea o di una persona, se non saranno convinti della proposta.

Shark Tank, second screen

Shark Tank ha una pagina Facebook e un profilo Twitter (hashtag #sharktankIT) e il suo sito ufficiale è sharktank.mediaset.it