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Una tv senza calcio

Quando venne chiuso 90° minuto (era il 1° agosto del 2005) ci sembrò una svolta epocale (sic). La RAI perdeva uno dei suoi programmi storici, Mediaset proponeva un contenitore calcistico alternativo, per la prima volta. Sarebbe diventato Serie A.Oggi siamo a un passo ulteriore. La prima domenica di campionato non avrà una copertura televisiva in

27 Agosto 2008 07:02


Quando venne chiuso 90° minuto (era il 1° agosto del 2005) ci sembrò una svolta epocale (sic). La RAI perdeva uno dei suoi programmi storici, Mediaset proponeva un contenitore calcistico alternativo, per la prima volta. Sarebbe diventato Serie A.

Oggi siamo a un passo ulteriore. La prima domenica di campionato non avrà una copertura televisiva in chiaro (contrariamente alle previsioni dei nostri lettori che nel nostro sondaggio avevano ipotizzato che la Lega Calcio avrebbe alfine accettato l’offerta della RAI ).

Questo significa che scompaiono dai palinsesti la Domenica Sportiva, Controcampo, il nuovo Novantesimo Minuto. Questo significa che non ci sarà nemmeno copertura radiofonica (forse questo è il vero evento) e quindi Tutto il calcio minuto per minuto non andrà in onda. Cambia poco, invece (almeno per ora) a Quelli che il calcio…, dove il calcio era rimasto solo un termine nel titolo.

Le telecamere RAI e Mediaset non entreranno nemmeno negli stadi.

Ci saranno 8 minuti di immagini che i telegiornali, solo i telegiornali, potranno utilizzare.
Ciascuno farà il montaggio che più gli aggrada, naturalmente: 4 minuti per la serie B, 4 minuti per la serie A. Dopo le 20.30 per le partite pomeridiane, dopo la mezzanotte per le partite che cominciano alle 18 e alle 20.30.


E’ un male, tutto questo?

Forse no, sapete?

Forse no. Perché da un lato ridimensiona un po’ l’enorme giro d’affari che ruota intorno al mondo del pallone, ridimensiona il calcio parlato e il chiacchiericcio così fastidioso da risultare stucchevole a proposito di questo rigore, di quell’espulsione, di quell’arbitro vittima e carnefice.

Dall’altro potrebbe essere una manna per l’industria dell’intrattenimento: ci sono ampie fette di palinsesti che prima d’ora erano dedicate solo ed esclusivamente al campionato. Fette che andranno in qualche modo riempite, ripensate, ridisegnate.

Magari – dico magari perché potrebbe essere un’utopia – sarà il momento di sperimentare nuove forme di spettacolo la domenica sera/notte: uno spettacolo che, giocoforza (almeno per il momento) non potrà parlare di calcio.